Con un annuncio a sorpresa, Jeremy Hunt, il nuovo cancelliere dello Scacchiere britannico, equivalente del ministro dell’Economia, ha annunciato la cancellazione di tutti i principali tagli di imposte annunciati dal governo conservatore guidato da Liz Truss. Al loro posto, ha parlato di «difficili decisioni» sulle spese da tagliare che saranno prese nei prossimi giorni.

L’annuncio arriva in un momento di caos politico ed economico per il Regno Unito. Il piano economico “tatcheriano” annunciato da Truss meno di tre settimane fa, tagli di tasse a imprese e ricchi nella speranza di stimolare la crescita, è stato quasi completante cancellato dopo la reazione di panico nei mercati internazionali che ha portato a un crollo della sterlina e all’intervento della Banca d’Inghilterra. Nel frattempo, i tagli alle spese che la prima ministra aveva escluso ora sono di nuovo di nuovo sul tavolo e mentre i conservatori vanno a picco nei sondaggi, nel partito si moltiplicano i ribelli che chiedono le dimissioni di Truss, che si è insediata alla guida del partito e del governo soltanto all’inizio di settembre.

L’annuncio di Hunt

La reazione dei mercati internazionali e le proteste in patria avevano già costretto Truss a cancellare la misura simbolo del suo piano economico: la cancellazione dell’aliquota destinata a chi guadagna oltre 150mila sterline all’anno (circa 171mila euro) e fissata al 45 per cento.

La cancellazione della misura era costata le dimissioni al precedente ministro, Kwasi Kwarteng, sostituto da Hunt la scorsa settimana. Il nuovo cancelliere ha impiegato pochi giorni prima di cancellare quasi tutto il resto del piano.

Sparisce così la riduzione di un punto dell’aliquota del 20 per cento, l’eliminazione dell’aumento di imposte per le società, che passerà così dal 19 al 25 per cento, il tetto al prezzo del gas per due anni, ridotto a sei mesi, il congelamento degli aumenti automatici delle accise sugli alcolici e infine la proposta di scontare l’Iva per lo shopping dei non residenti.

La decisione è stata spiegata con il «peggioramento della situazione economica globale, con l’aumento dei tassi di interesse in tutto il mondo causato dal ritorno delle politiche monetarie a una situazione di normalità». Hunt anche lasciato intendere che presto saranno annunciati tagli di spese, una misura particolarmente impopolare che rischia di causare nuove tensioni. Il Regno Unito ha bisogno di circa 60 miliardi di sterline per riportare il suo bilancio su una traiettoria sostenibile.

Le reazioni

Per il momento i mercati hanno accolto positivamente l’annuncio. Il piano originale di Truss era finanziato completamente a deficit, nella speranza che i tagli alle tasse di ripagassero da soli producendo crescita economica. Il Regno Unito, però, ha già oggi un bilancio molto squilibrato e ridurre ulteriormente le entrate ha spaventato gli investitori, che hanno iniziato a vendere asset britannici, determinando così un crollo della sterlina.

Nel Regno Unito, l’annuncio ha prodotto stupore negli osservatori e commenti critici sul governo e sulle capacità di Truss di sopravvivere a questa ennesima figuraccia. Per il caporedattore economia della Bbc, Faisal Islam, quella di oggi potrebbe essere «la più grande inversione a U nella storia del paese».

La prima ministra scozzese ha ribadito la sua intenzione di ottenere l’indipendenza, perché «è palese che il Regno Unito non offre né stabilità né una forte economia. 

Numerosi conservatori iniziano a parlare off the record della possibilità di costringere Truss alle dimissioni, mentre almeno quattro parlamentari del partito ne hanno parlato apertamente.

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