I ministri degli Esteri di Ucraina, Francia, Regno Unito e Germania si sono incontrati a Parigi per discutere di garanzie di sicurezza per Kiev e, soprattutto, dei dettagli della futura “forza di rassicurazione” militare che Parigi e Londra sono pronte a guidare nel Paese dopo l’eventuale cessate il fuoco.

Il piano è ancora lontano dall’essere concreto e, persino tra gli alleati dell’Ucraina, non mancano quelli che lo criticano duramente.

Mosca nervosa

Ma il crescente attivismo europeo in sostegno all’Ucraina irrita Mosca. Il primo segnale è arrivato dall’ex presidente russo – oggi vicepresidente del Consiglio di Sicurezza nazionale – Dmitri Medvedev, che ha commentato il vertice con macabro sarcasmo: «Discutono di quante bare saranno disposti ad accettare dopo che avranno schierato le truppe della coalizione dei volenterosi».

Ma nel giorno del vertice di Parigi è un vero e proprio sbarramento di dichiarazioni quello che Mosca dirige contro l’Europa, percepita come sempre più coinvolta nel sostegno all’Ucraina. Dal ministero degli Esteri russo, la portavoce Maria Zakharova prende di mira la Germania. L’utilizzo di missili tedeschi Taurus contro la Russia — ha detto, riferendosi all’arma che il futuro cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha promesso di consegnare a Kiev — sarà considerato «una partecipazione della Germania alle ostilità, con tutte le conseguenze del caso».

E infine è arrivato anche il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, quello che tra i tre è più vicino a Putin. «Il processo di pace è difficile», ha ammesso, riferendosi agli scarsi progressi del dialogo con la Casa Bianca. Ma parte della colpa è delle capitali europee, che «sono improvvisamente diventate guerrafondaie e ora vogliono che le ostilità continuino».

Un sentimento che, secondo il settimanale Economist, circola anche nello staff del presidente Trump, dove l’Europa sarebbe accusata di prolungare il conflitto con il suo continuo sostegno a Kiev.

Il voto all’Onu

Nel frattempo, Washington continua a segnalare la sua volontà di trattare Mosca con i guanti. Per la seconda volta, la delegazione Usa alle Nazioni Unite ha votato contro una risoluzione che conteneva una condanna all’aggressione russa, schierandosi insieme a Russia, Iran e Corea del Nord. Il documento «ripete affermazioni sulla guerra tra Russia e Ucraina che gli Stati Uniti ritengono inutili per promuovere la causa della pace», ha commentato l’ambasciatore americano all’Onu, Jonathan Shrier.

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, torna ad attaccare lo staff di Trump. Dopo aver criticato il vicepresidente J.D. Vance, una delle figure più antiucraine dello staff di Trump, ha accusato l’inviato speciale Steve Witkoff di aver adottato «la strategia negoziale dei russi. Penso che sia molto pericoloso – ha aggiunto Zelensky – perché sta diffondendo, consapevolmente o inconsapevolmente, narrazioni russe».

E proprio Witkoff, insieme al resto della squadra americana che segue il negoziato con la Russia e l’Ucraina — il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato per l’Ucraina, Keith Kellog — ha incontrato il presidente francese Emmanuel Macron a Parigi. Sul tavolo della discussione, il supporto americano al contingente militare europeo in Ucraina che i leader della “coalizione dei volenterosi” ritengono necessario per procedere con il piano. Supporto però che, per il momento, la Casa Bianca non è incline a fornire.

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