- Quando presero il potere i militari argentini si trovarono a gestire la manifestazione, assegnata prima del golpe. Sulle prime prevalse il fastidio, a causa dell’attenzione mediatica che sarebbe andata a concentrarsi sul paese
- Il regime provò poi a convertire la manifestazione in uno strumento di propaganda, per proiettare all’estero l’immagine di un paese “normale”, con grande mobilitazione delle ambasciate all’estero
- Il governo si avvalse anche di appoggi Usa (sia sul piano diplomatico che della comunicazione). Ma gli sforzi furono efficaci solo in patria, dove i media era controllati e complici.
Oggi parleremmo di sportwashing. Cioè di uso dello sport e della sua carica simbolica positiva a beneficio di un’operazione di ripulitura dell'immagine da parte di regimi politici non democratici o di soggetti dell'economia globale irrispettosi delle elementari regole ambientali e sindacali. Ma nel 1978 il concetto di sportwashing non esisteva. Sicché bisogna ricorrere a un vocabolario più tradizionale per etichettare l'operazione comunicativa imbastita dalla dittatura dei generali argentini



