Secondo le autorità della Striscia di Gaza giovedì sera sono morte almeno 20 persone e oltre 100 sono state ferite mentre aspettavano la distribuzione degli aiuti alimentari, colpite dall’esercito israeliano, che però nega di essere responsabile dell’attacco. Gli Stati Uniti hanno accolto con favore la nomina del nuovo primo ministro dell’Autorità palestinese, Mohammed Mustafa, nominato dal presidente Mahmoud Abbas. Nonostante la rinnovata spinta per raggiungere una tregua a Gaza, dopo l’inizio del Ramadan, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha definito le richieste di cessate il fuoco di Hamas «irrealistiche». 

PUNTI CHIAVE

18:20

Hamas fa una controproposta sugli ostaggi

14:39

Netanyahu approva un piano d'azione a Rafah e respinge la proposta di Hamas

13:39

Conclusa senza scontri la preghiera del venerdì sul monte del Tempio

18:20

Hamas fa una controproposta sugli ostaggi

"Per quanto riguarda gli ostaggi, sì, c'è stata una controproposta avanzata da Hamas. Ovviamente non posso entrare nei dettagli di ciò che ciò comporta. Ma quello che posso dirvi è che stiamo lavorando intensamente con il Qatar e con l'Egitto, per colmare i divari rimanenti e per cercare di raggiungere un accordo". Così ha detto il segretario di stato americano Antony Blinken in conferenza stampa con il ministro degli esteri austriaco.

15:21

L'Ue vicina ad approvare sanzioni contro i coloni israeliani

L’Unione europea è vicina ad approvare un accordo sulle sanzioni contro i coloni israeliani in Cisgiordania, dopo che l’Ungheria ha dichiarato il suo assenso. Mentre gran parte dell'attenzione internazionale si è concentrata sul conflitto nei territori della Striscia di Gaza, i funzionari europei hanno espresso preoccupazione anche per la crescente violenza contro i palestinesi della Cisgiordania occupata. Tuttavia, fino ad adesso i 27 paesi membri dell’Ue avevano faticato a trovare un accordo sulle sanzioni contro i responsabili.

Alcuni membri vicini a Israele, come Germania e Austria, si erano detti pronti ad approvare sanzioni contro i coloni violenti, dopo che ne erano state imposte altre ad Hamas. L’Ungheria invece, fedele alleata del governo israeliano, è stata il paese che più si è opposto alle sanzioni contro i coloni. Secondo quanto detto dai diplomatici, ora Budapest avrebbe cambiato la sua posizione, dichiarando che non bloccherà eventuali sanzioni rivolte ai coloni violenti imposte attraverso il sistema dell'Unione europea.

Non è stato specificato cosa comporteranno le sanzioni, ma i funzionari hanno affermato che includerebbero divieti di viaggio verso i paesi dell’Unione europea.

14:39

Netanyahu approva un piano d'azione a Rafah e respinge la proposta di Hamas

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha approvato un piano operativo dell'Idf a Rafah, nel sud di Gaza.  Lo ha reso noto l'ufficio del primo ministro, che ha aggiunto che l'esercito si sta preparando all'operazione e all'evacuazione della popolazione dalla zona.

Netanyahu ha inoltre respinto l’ultima proposta avanzata da Hamas per il rilascio di ostaggi in cambio di prigionieri palestinesi e una tregua, affermando che le sue richieste «sono ancora assurde». Ha però aggiunto che invierà alcuni delegati israeliani in Qatar per cercare di arrivare a un accordo che possa portare a una tregua, dopo che il gabinetto di sicurezza politica avrà approvato la posizione di Israele.

13:39

Conclusa senza scontri la preghiera del venerdì sul monte del Tempio

La polizia israeliana ha affermato che circa 50mila fedeli musulmani hanno preso parte alla prima preghiera del venerdì del Ramadan sul Monte del Tempio e che le preghiere si sono concluse senza incidenti. Per il Waqf, organismo giordano che gestisce il luogo sacro islamico, sono stati almeno 80 mila a raggiungere il sito sacro. 

Più di 3mila agenti di polizia e soldati della polizia di frontiera sono stati dispiegati nella Città Vecchia di Gerusalemme prima delle preghiere, nel timore che potessero scoppiare disordini dopo l'invito di Hamas ai fedeli palestinesi a marciare sulla moschea di al Aqsa. La polizia ha però affermato che la preghiera si è svolta senza scontri.

13:32

Scholz in visita in Giordania e in Israele

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz partirà questo fine settimana per il suo secondo viaggio in Medio Oriente dall'attacco di Hamas del 7 ottobre.

Sabato arriverà in Giordania, dove avrà un incontro con il re Abdullah II, prima di recarsi domenica in Israele, dove sono previsti colloqui con il primo ministro Netanyahu e il capo dello Stato, Isaac Herzog. In Israele, il cancelliere dovrebbe nuovamente «mettere in guardia contro un'offensiva israeliana a Rafah» e chiedere «un miglioramento degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza», oltre a rinnovare gli appelli ad Hamas affinché liberi gli ostaggi israeliani.

Berlino prevede di far partecipare la propria forza aerea ai lanci di aiuti a Gaza avviati dalla Giordania, anche se il portavoce Steffen Hebestreit ha affermato oggi che le consegne via mare o via aerea sono «una soluzione di ripiego» e che gli aiuti dovrebbero essere inviati a Gaza via terra.

12:38

Aumenta la tensione nel primo venerdì di Ramadan

Nel primo venerdì Ramadan, molti palestinesi che hanno tentato di entrare alla moschea di al Aqsa raccontano di essere stati allontanati dall'esercito israeliano. «Sono stato mandato via diverse volte. Ogni volta controllano i nostri documenti come se fossimo terroristi», ha detto ai giornalisti di al Jazeera uno dei tanti fedeli costretto a rimanere lontano dal luogo sacro. 

Le autorità israeliane, secondo le misure di sicurezza adottate, dovrebbero permettere l'ingresso alla Spianata delle moschee agli uomini sopra i 55 anni, alle donne sopra i 50 e ai bambini fino a dieci anni. Tutti devono però essere provvisti del permesso rilasciato dalle autorità israeliane. 

Il ministero degli Esteri palestinese ha accusato Netanyahu di aver «ingannato il mondo» quando ha affermato che non sarebbero state imposte ulteriori misure per limitare l’accesso alla moschea di Al-Aqsa durante il Ramadan rispetto agli anni precedenti. In una dichiarazione rilasciata su X, il ministero accusa il primo ministro israeliano di aver concesso al ministro della Sicurezza nazionale di estrema destra Itamar Ben-Gvir la libertà di attuare restrizioni, inclusa l’erezione di barricate per impedire l’ingresso di fedeli palestinesi.

Mustafa Barghouti, segretario generale dell’Iniziativa Nazionale Palestinese, ha parlato di una porzione di comunità autorizzata a entrare nel luogo sacro «molto piccola», a causa del complesso processo che bisogna affrontare per guadagnarsi l'ingresso. «Prima di tutto devono ottenere dagli israeliani una speciale carta di sicurezza magnetica, la cui acquisizione richiede molto tempo. Non tutti possono ottenerlo e molte persone ne sono private», ha detto il funzionario palestinese. «Devono anche ottenere un permesso speciale direttamente dagli israeliani. Queste complicazioni impediscono l'accesso a molte persone».

Secondo Barghouti le limitazioni provocheranno presto disordini. «La tensione all'interno della moschea è molto alta a causa delle restrizioni israeliane, dei pestaggi e delle provocazioni. Mi aspetto che ci saranno problemi a causa di tutte queste provocazioni», ha concluso.

L'agenzia di stampa Wafa ha pubblicato su X il video di uno dei numerosi posti di blocco militari istituiti dalle autorità israeliane per controllare i palestinesi che vogliono entrare nella Città vecchia di Gerusalemme:

 

12:13

Israele nega il coinvolgimento: a sparare contro i civili in attesa di aiuti sono stati palestinesi armati 

L'Idf ha dichiarato che a sparare contro i civili che la scorsa notte erano in piazza Kuwait a Gaza City, in attesa dei camion di aiuti, sono stati uomini palestinesi armati. Secondo l'esercito le truppe non avrebbero aperto il fuoco in nessuna fase dell'incidente.

Lo ha fatto sapere il portavoce militare al termine delle sue indagini sui fatti accaduti ieri nel nord della Striscia. Secondo la ricostruzione, prima che il convoglio di 31 camion diretto al nord di Gaza arrivasse nel corridoio stabilito dall'Idf, dei palestinesi armati avrebbero aperto il fuoco sui civili radunati in attesa del loro arrivo. «Mentre i camion degli aiuti entravano [nel corridoio], gli uomini armati palestinesi continuavano a sparare mentre la folla di abitanti di Gaza cominciava a saccheggiare i camion», ha detto il portavece, aggiungendo di aver identificato anche diversi civili che erano stati investiti dai camion.

Nell'incidente, secondo quanto riportato dai funzionari sanitari di Hamas, sono morte almeno 21 persone sono e più di 150 sono state ferite.

«Un esame dei nostri sistemi operativi e delle truppe dell'Idf [sul terreno] ha rilevato che nessun bombardamento di carri armati, attacchi aerei o colpi di arma da fuoco è stato effettuato contro la folla di Gaza nell'area del convoglio umanitario», dicono i militari, negando il coinvolgimento israeliano. L'Idf ha poi aggiunto di star continuando a indagare sull'incidente.

«Mentre l’Idf continua il suo impegno umanitario per fornire cibo e aiuti umanitari ai civili della Striscia di Gaza, i terroristi di Hamas continuano a danneggiare i civili di Gaza in cerca di cibo. e Hamas ne incolpa Israele», hanno affermato i militari in un comunicato. «Di conseguenza, il primo venerdì del mese di Ramadan, è stata creata una campagna diffamatoria con l’obiettivo di diffondere disinformazione infondata allo scopo di istigare alla violenza in altri ambiti», hanno concluso.

11:16

La Danimarca riprende i finanziamenti all'Unrwa

Il ministero degli Esteri danese ha annunciato che il paese ha versato il contributo previsto all’Unrwa. «Il contributo di 105 milioni di corone danesi sosterrà principalmente gli sforzi dell'Unrwa per mitigare la terribile situazione umanitaria a Gaza».

L'erogazione fa seguito all’avvio di una serie di misure necessarie da parte delle Nazioni Unite e alla decisione di paesi come Svezia e Canada, nonché della stessa Unione europea, di continuare a finanziare l'Unrwa. «Il sostegno arriva in un momento in cui la situazione umanitaria è disastrosa e contribuirà a sostenere l’operazione umanitaria salvavita», ha affermato Dan Jørgensen, ministro danese per la cooperazione allo sviluppo e la politica climatica globale. «Attualmente non esiste alternativa all’Unrwa a Gaza. A lungo termine sarà assolutamente fondamentale che vengano avviate importanti misure di riforma all’interno dell’organizzazione», ha concluso.

Anche Lars Løkke Rasmussen, ministro degli affari esteri danese, ha affermato che l'agenzia Onu svolge un «ruolo indispensabile in questo momento» a Gaza . «Probabilmente è troppo sperare che tutti i punti deboli dell’organizzazione siano scomparsi, ma la leadership ha avviato una serie di misure per ripristinare la fiducia. Pertanto, in linea con una serie di paesi che la pensano allo stesso modo, abbiamo deciso di erogare il nostro contributo previsto», ha aggiunto.

10:52

Le famiglie degli ostaggi manifestano davanti al quartier generale dell'Idf a Tel Aviv

Le famiglie degli ostaggi trattenuti a Gaza si sono radunate davanti al quartier generale militare dell'Idf a Tel Aviv, dove oggi si riunirà il gabinetto di guerra, per chiedere al governo di accettare un accordo con Hamas. «È giunto il momento di riportarli a casa», cantano i manifestanti, mentre bloccano Begin Road.

Il gabinetto si riunirà proprio per valutare una risposta all'ultima proposta di accordo presentata da Hamas, che includerebbe la liberazione degli ostaggi in cambio di una tregua e del rilascio di alcuni prigionieri palestinesi.

 

09:58

L'Egitto continua a lavorare per cercare di raggiungere una tregua a Gaza

Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha dichiarato che il paese è ancora impegnato per cercare di raggiungere un cessate il fuoco a Gaza, aumentare l'ingresso degli aiuti nella Striscia e consentire agli sfollati del sud di spostarsi verso nord, vista la pericolosità di una prossima operazione a Rafah. 

«Abbiamo avvertito di ciò che sta accadendo, che il mancato arrivo degli aiuti avrebbe portato alla carestia», ha detto al Sisi, che nella giornata di ieri aveva esortato Israele ad aprire altri valichi per favorire l'ingresso di aiuti alimentari a Gaza.

Trovare l'accordo per un cessate il fuoco che permetterebbe la consegna di maggiori aiuti in sicurezza è necessario per «frenare l’impatto di questa carestia sulle persone e anche consentire alle persone del centro e del sud di spostarsi verso nord, con un forte avvertimento contro le incursioni a Rafah», ha aggiunto il presidente.

09:20

Sicurezza rafforzata a Gerusalemme per il primo venerdì di Ramadan. La Open Arms verso Gaza

La polizia israeliana ha rafforzato la sicurezza a Gerusalemme in vista delle preghiere del primo venerdì del mese sacro musulmano del Ramadan. Migliaia di fedeli sono attesi per le preghiere di mezzogiorno di venerdì presso il complesso sacro noto ai musulmani come Nobile Santuario, cioè la moschea di Al-Aqsa alla Spianata delle moschee, e chiamato dagli ebrei Monte del Tempio. Quest'anno il Ramadan giunge senza che sia stato raggiunto un accordo per un cessate il fuoco nella guerra fra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, che va avanti da 5 mesi.

Secondo i dati di MarineTraffic, la nave Open Arms partita martedì da Cipro con 200 tonnellate di cibo a bordo diretta a Gaza si trova a meno di 10 chilometri dalla costa e alcuni testimoni palestinesi hanno riferito alla Cnn di aver visto il mercantile bianco in avvicinamento dalla parte settentrionale della Striscia.

08:17

Gli Usa accolgono con favore il nuovo primo ministro palestinese

Il Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti ha accolto con favore il nuovo primo ministro dell'Autorità palestinese, Mohammed Mustafa, nominato dal presidente Mahmoud Abbas. La Casa Bianca ha invitato il nuovo premier a realizzare «riforme credibili e di vasta portata». 

La pressione per una riforma dell'organo di governo dei territori palestinesi occupati, è crescente: secondo l'agenzia palestinese Wafa, il nuovo primo ministro ha il compito di guidare gli aiuti e la ricostruzione di Gaza, oltre che riformare le istituzioni dell'Autorità palestinese. Mustafa è uno stretto consigliere economico, membro di lunga data ai vertici dell'autorità palestinese. 

08:13

La disperata corsa a ostacoli per portare gli aiuti a Gaza

Dopo più di cinque mesi di guerra, attenuare la spaventosa crisi umanitaria causata dalla guerra e dall’impossibilità di far entrare adeguati aiuti umanitari nella Striscia è diventata una corsa contro il tempo, piena di ostacoli di ogni tipo. Già prima della guerra, gli aiuti umanitari erano determinanti per la sussistenza degli abitanti di Gaza.

In media, circa 500 camion carichi di beni di prima necessità entravano quotidianamente a Gaza. La prima settimana di marzo, ne sono entrati in media solo 164 al giorno. «Il problema è un mix di logistica e sicurezza», spiega a Domani Tommaso Della Longa, portavoce della Federazione Internazionale della Croce Rossa. Per raggiungere il valico di Rafah, sul lato egiziano a sud della Striscia, per esempio, i camion di aiuti devono attraversare la zona del Sinai, che significa varie ore di guida, poi superare controlli molto stringenti al confine, che implicano anche il carico e scarico degli aiuti, spesso a mano.

Una volta entrati a Gaza, il problema logistico continua, perché la guerra ha distrutto molte infrastrutture, comprese le strade. Qui, poi si aggiunge la questione sicurezza per il trasporto e la distribuzione del cibo. «Non esiste operazione umanitaria senza sicurezza. Il tema qui è la protezione e il rispetto degli operatori umanitari come ovviamente dei civili», dice Della Longa. (Giovanni Legorano)

07:55

Il capo dell'Unwra ringrazia l'Australia

Philippe Lazzarini, direttore dellUnrwa, ha ringraziato l'Australia per aver riattivato i finanziamenti all'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. «Il vostro sostegno testimonia il vostro impegno nei confronti dei principi umanitari e della difficile situazione dei rifugiati palestinesi durante una crisi senza precedenti», ha scritto su X. I finanziamenti, 6 milioni di dollari, erano stati sospesi a gennaio a seguito delle accuse da parte di Israele, che accusava il personale dell'Unrwa di aver partecipato agli attacchi di Hamas del 7 ottobre. 

Dal 1949 l'agenzia fornisce assistenza umanitaria ai palestinesi, a Gaza, in Cisgiordania e nei paesi vicini, come Siria, Giordania e Libano. Assicura cibo, acqua e servizi sociali, come istruzione e sanità. All'agenzia sono iscritti 5,9 milioni di palestinesi.

«Il migliore parere attualmente disponibile da parte delle agenzie e degli avvocati del governo australiano è che l'Unrwa non è un'organizzazione terroristica e che le salvaguardie aggiuntive esistenti proteggono sufficientemente i finanziamenti dei contribuenti australiani», ha detto Penny Wong, il ministro degli Esteri australiano, citato dall'Abc. 

Wong ha poi precisato che Canberra sta definendo un nuovo accordo con l'agenzia dell'Onu, «fondamentale nel fornire questa assistenza alle persone che sono sull'orlo della fame».

07:25

Netanyahu: le richieste di Hamas sono «irrealistiche»

La segreteria del Primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dichiarato su X che Hamas «continua a sostenere richieste irrealistiche» per un cessate il fuoco. I negoziati hanno avuto una nuova spinta con l'obiettivo di trovare un accordo durante il Ramadan, iniziato questa settimana. Di fronte alla proposta di Israele di un cessate il fuoco di sei settimane, in cambio del rilascio di alcuni ostaggi, Hamas ha risposto che l'intesa può essere raggiunta solo con un cessate il fuoco permanente e il ritiro completo delle truppe israeliane dalla Striscia. Hamas ha inoltre proposto ai mediatori e agli Stati Uniti il rilascio degli ostaggi israeliani in cambio della libertà dei prigionieri palestinesi, di cui un centinaio stanno scontando l'ergastolo.

 

07:15

Almeno 20 morti e oltre 100 feriti in attesa degli aiuti

Secondo il ministero della Sanità di Gaza, sono state uccise almeno 20 persone e ferite più di 100 in attesa degli aiuti umanitari. È accaduto nei pressi della rotonda del Kuwait, un luogo nel nord di Gaza City dove spesso la folla si raduna per aspettare gli aiuti alimentari. Le autorità della Striscia denunciano la responsabilità delle forze di occupazione israeliane che avrebbero «preso di mira un raduno di civili in attesa di aiuti umanitari». L'Idf ha risposto che si tratterebbe di notizie «false» e che valuterà «l’incidente con l’accuratezza che merita». 

Alcuni dei feriti sono stati portati all'ospedale Al Shifa, ma le autorità fanno sapere che «le équipe mediche non sono in grado di gestire l’entità e il tipo di feriti che arrivano negli ospedali nel nord di Gaza a causa delle scarse risorse mediche e umane».

 

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