Sono trascorse due settimane dall’inizio degli scontri in Sudan tra l’esercito locale e le truppe paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rfs) e i combattimenti proseguono, nonostante il cessate il fuoco di 72 ore concordato giovedì. Nella mattina di sabato nella capitale del paese, Khartoum, si sono verificati attacchi aerei e via terra, oltre a bombardamenti di artiglieria. L’esercito ha schierato contro le Rfs droni e aerei militari in diversi quartieri della capitale. I combattimenti proseguono anche nelle città limitrofe e nella regione occidentale del Darfur. 
 

Gli ultimi scontri 

Il conflitto armato continua anche nelle città di Bahri e Ombdurman – non lontane da Khartoum – dove le Forze di supporto rapido hanno accusato l’esercito di aver violato la tregua con bombardamenti. 

Dall’inizio degli scontri, lo scorso 15 aprile, in molte città del Sudan scarseggiano gli alimenti, mentre l’assistenza sanitaria è in grave difficoltà. A ciò si aggiungono i recenti saccheggi nella città di El Geneina, nel Darfur, dove i soldati hanno assaltato mercati, depositi e banche. 

Nessuna trattiva se non si fermano i bombardamenti

Il generale delle Rfs Mohamed Hamdan Dagalo ha dichiarato, in un’intervista alla Bbc, di non essere disposto a trattare con il nemico finché non cesseranno i bombardamenti.
Dagalo ritiene, infatti, responsabile il generale Abdel Fattah al Burhan per la violazione della tregua con dei continui bombardamenti. «Devono cessare le ostilità. Dopodiché, possiamo trattare», ha detto Dagalo alla Bbc. 

I due eserciti in lotta hanno prolungato la tregua per 72 ore, giovedì scorso, dopo gli sforzi diplomatici congiunti di Stati Uniti, Regno Unito, Nazioni Unite e paesi confinanti con il Sudan. 

Il generale Burhan si è, inoltre, reso disponibile per delle possibili trattative nel sud del paese. 

Ultimo volo per tornare nel Regno Unito

Il prolungamento della tregua ha permesso a molti cittadini sudanesi e internazionali di fuggire dal paese. L’ultimo volo dal Sudan per evacuare i cittadini e diplomatici inglesi è previsto nella serata di sabato. Per partire è necessario raggiungere la pista di atterraggio a nord di Khartoum. Sull’ultimo aereo saranno ammessi anche venti dottori del Servizio sanitario nazionale britannico sprovvisti di passaporto, a cui era stato precedentemente negato l’accesso. 

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