È iniziato oggi il vertice di due giorni a San Pietroburgo tra il presidente russo, Vladimir Putin, e le delegazioni di 49 paesi africani. Si tratta del secondo summit di questo genere, ma questo ha avuto di gran lunga un’affluenza minore: secondo il Cremlino, questo sarebbe dovuto alle grossolane pressioni occidentali esercitate sulle nazioni africane per evitarne la partecipazione. 

Chiaramente l’obbiettivo principale di Putin, attraverso questa serie di incontri, consiste nel consolidare nuove alleanze, visto che le 54 nazioni africane rappresentano il blocco più ampio nelle votazioni delle Nazioni unite. È anche il più frammentato al momento del voto sulle diverse risoluzioni critiche dell’assemblea generale nei confronti della Russia per quanto accaduto in Ucraina.

Nel corso dei primi incontri, il leader russo ha promesso all’Unione africana che la Russia si sarebbe impegnata a donare nei confronti del continente migliaia di tonnellate di grano riuscendo perfettamente a sostituire le importazioni ucraine.

La manovra risente anche della sovreccedenza in cui si trova la Russia per la produzione di cereali dovuta alle sanzioni occidentali e alla recente uscita dall’accordo sul grano. 

È una mossa che serve ad estendere l’influenza russa in Africa tenendo conto che la Russia era stata aspramente criticata per la sua uscita dall’accordo proprio perché avrebbe così comportato la sofferenza dei paesi più poveri.

Difatti, il segretario principale per gli affari esteri keniano, Korir Sing’Oei, aveva definito la mossa russa «una pugnalata alle spalle». In un editoriale pubblicato lunedì, il presidente russo ha invece identificato l’occidente come responsabile per quanto riguarda il fallimento delle consegne di grano ai più poveri. 

Si prevede che oggetto di discussione non sarà semplicemente la crisi alimentare, ma anche la guerra in Ucraina, oltre alle conseguenze dell’ammutinamento del gruppo Wagner. Negli ultimi anni, Wagner è stata una componente essenziale nei tentativi russi di espandersi in Africa: le truppe sono presenti in diversi paesi come Libia, Mali e Sudan. 

Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, e il leader di Wagner, Yevgeny Prigozhin, hanno entrambi lasciato pensare che il gruppo avrebbe continuato ad operare nel continente non specificando sotto il controllo di chi.

Circa l’incontro, infine, si è anche pronunciata la Commissione Europea dichiarando che :«L'Ue è il primo partner dell'Africa in fatto di investimenti e sicurezza, e come è accaduto nei precedenti summit la Russia probabilmente non è capace di provvedere ad una significativa e sostanziale assistenza e cooperazione.»

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