- Domenica scorsa, a margine del G20, il ministro degli esteri Wang Yi ha incontrato in un albergo romano il segretario di stato Antony Blinken, un faccia a faccia teso di un’ora: i due non si sono né stretti la mano, né scambiati il colpo di gomito anti-covid.
- Soldati taiwanesi addestrati dagli Usa anche a Guam, duecento sorvoli militari di Pechino contro Taipei. Wang a Blinken: così distruggiamo i nostri rapporti.
- Insomma, gli ingredienti per una “tempesta perfetta” ci sono tutti, nonostante né Pechino né Washington – concentrate su agende e grossi problemi interni – desiderino un conflitto e l’esercito taiwanese sia impreparato a sostenerlo.
Alla guerra commerciale-tecnologica, al braccio di ferro su Hong Kong e sulla regione del Xinjiang, e agli altri dossier che hanno fatto calare tra Pechino e Washington un gelo carico di risentimento si è aggiunto, ed è finito in primo piano, quello che sarebbe stato saggio tenere il più a lungo possibile sotto naftalina: Taiwan. Domenica scorsa, a margine del G20, il ministro degli esteri Wang Yi ha incontrato in un albergo romano il segretario di stato Antony Blinken, un faccia a faccia te



