- Ragioni interne inducono il leader turco a riappacificarsi per rimandare a casa i profughi. C’è da considerare il futuro dei 4 milioni di siriani in Turchia: visto che la politica di assimilazione è fallita, occorre un accordo per il loro rientro in patria.
- La mediazione russa sta lavorando perché i due si intendano, rendendo Mosca pivot nell’area. È interesse russo che i due ex nemici trovino una composizione dei rispettivi interessi, consolidando così il ruolo di Mosca in medio oriente.
- Gli americani per ora proteggono i curdi, gli unici non sotto il controllo di Damasco.
Forse il terremoto accelererà la ripresa di amicizia tra Ankara e Damasco o forse no ma certamente fungerà da game changer della prossima fase. Nella regione di Idlib, a nordovest della Siria, nell’area protetta dalle truppe turche, i vari gruppi jihadisti sono in fermento: i leader turco e siriano potrebbero incontrarsi presto per suggellare la loro ritrovata amicizia. Il tentativo di Ankara di normalizzare i suoi rapporti con Damasco rimane un percorso ad ostacoli. L’inversione a u diplom



