La notizia è stata accolta con favore dalle Nazioni Unite e dall’Ue. L’accordo ha posto fine a oltre due settimane di combattimenti in cui sono morte almeno 101 persone e oltre mezzo milione sono state sfollate
I governi di Thailandia e Cambogia hanno firmato un accordo di cessate il fuoco per porre fine a settimane di intensi scontri armati lungo il confine conteso che hanno portato all’uccisione di centinaia di persone. «Le parti concordano di mantenere gli attuali schieramenti di truppe senza ulteriori movimenti», si legge in una dichiarazione congiunta firmata dai ministri della Difesa, il thailandese Natthaphon Narkphanit e il cambogiano Tea Seiha. «Qualsiasi rafforzamento aumenterebbe le tensioni e influenzerebbe negativamente gli sforzi a lungo termine per risolvere la crisi», ha scritto sui suoi profili social il ministero della Difesa cambogiano.
L'8 dicembre le parti avevano ripreso gli scontri infrangendo la precedente tregua negoziata dalla Malesia, in qualità di presidente di turno dell'Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (Asean), e dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
La vicenda
Il nuovo accordo ha posto fine a 20 giorni di combattimenti che hanno causato la morte di almeno 101 persone e lo sfollamento di oltre mezzo milione di persone su entrambi i lati del confine. Tra le principali clausole previste dall'intesa, c'è la cessazione immediata di ogni forma di attacco, il mantenimento delle posizioni attuali delle truppe, senza ulteriori rinforzi, e l'impegno della Thailandia a rimpatriare 18 soldati cambogiani catturati in precedenza, nel caso il cessate il fuoco regga per 72 ore.
La notizia è stata accolta con favore dalle Nazioni Unite. A esprimersi è stato l'Alto commissario Onu per i diritti umani, Volker Turk. «Accogliamo con favore la notizia che Thailandia e Cambogia hanno ripristinato un cessate il fuoco e speriamo che questo possa favorire la costruzione della fiducia e la pace», ha scritto Turk su X dal suo ufficio, sottolineando la necessità che «le comunità e i migranti colpiti ricevano tutta l'assistenza necessaria per poter rientrare a casa in sicurezza». Messaggi positivi anche da Bruxelles che «invita entrambe le parti ad attuare l’accordo in buona fede».
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