Il presidente americano ha parlato con il premier israeliano Netanyahu e nella conferenza stampa successiva ha annunciato i loro piani per la Striscia di Gaza. Unanime la contrarietà dei paesi arabi e dell’area mediorientale. Un coro di no si è levato anche dall’Europa
«Gli Stati Uniti controlleranno la Striscia, anche con le truppe, se serve» ha detto Donald Trump, assicurando che Washington si prenderà in carico la ricostruzione di Gaza e la trasformerà nella «Costa Azzurra del Medio Oriente». Insieme al premier israeliano Benjamin Netanyahu il presidente americano ha tenuto una conferenza stampa dopo il loro incontro, assicurando di voler continuare a espellere i palestinesi che vi abitano visto che ci sarebbero «molti posti» dove potrebbero vivere.
Trump ha anche sbloccato aiuti militari per Tel Aviv: «Ho messo fine all'embargo della passata amministrazione all'invio di armi per oltre un miliardo di dollari a Israele», guadagnandosi il titolo di «miglior amico mai avuto alla Casa Bianca» che gli ha prontamente attribuito Netanyahu.
Ma lo stesso Trump ha sollevato dubbi sulla tenuta del cessate il fuoco: «Non sono in grado di dire se il cessate il fuoco reggerà. Abbiamo fatto, penso, un lavoro magistrale. Non siamo stati aiutati molto dall'amministrazione Biden, ma posso dirvi che noi abbiamo fatto liberare un po’ di ostaggi, e altri ne libereremo ma abbiamo a che fare con gente complessa». Nonostante le incertezze, il medio oriente rimarrebbe tra le priorità di Trump, che annuncia di voler visitare Gaza e altri luoghi e spingere ancora sul futuro accordo tra Israele e Arabia Saudita: «Penso che la pace tra Israele e Arabia Saudita non sia solo fattibile, penso che si realizzerà».
Immediate le reazioni di diversi paesi occidentali e arabi al piano presentato da Trump che non è stato accolto con favore da nessuno se non dall’ala estremista del governo Netanyahu. La Francia, Spagna, Germania e Regno Unito hanno annunciato di non accettare la deportazione dei palestinesi dalla Striscia e neanche che questa finisca sotto il controllo di uno stato terzo. Arabia Saudita, Egitto e Giordania hanno rispedito al mittente il piano, ma Trump rimane ottimista su un loro coinvolgimento futuro.
PUNTI CHIAVE
10:55
Hamas: Il piano di Trump è razzista
Il Qatar afferma che è troppo presto per parlare di sfollamento palestinese
Il Qatar, mediatore chiave nei colloqui per il cessate il fuoco a Gaza, impegnato nella seconda fase dell'accordo, ha affermato che "è troppo presto per parlare della questione dei palestinesi e degli sfollati", così il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar a Fox News, riporta Reuters. "Sappiamo che c'è molto trauma da parte palestinese quando si tratta di sfollamento. Tuttavia, ancora una volta, è troppo presto per parlarne, perché non sappiamo come finirà questa guerra", ha detto Majed Al-Ansari.
Il re di Giordania respinge ogni tentativo di annettere terre e di sfollare i palestinesi
Anche il re di Giordania Abdullah II, che incontrerà il presidente Donald Trump l'11 febbraio alla Casa Bianca, ha respinto "qualsiasi tentativo" di prendere il controllo dei territori palestinesi e di sfollare la sua popolazione, in riferimento alla proposta lanciata da Donald Trump su Gaza. Il sovrano giordano, incontrando il presidente palestinese Abu Mazen, ha sollecitato sforzi "per fermare le attività di insediamento e respingere qualsiasi tentativo di annettere terre e sfollare i palestinesi a Gaza e in Cisgiordania, sottolineando la necessità che i palestinesi si stabiliscano sulla loro terra", si legge in una nota. Al momento la Giordania ha accolto circa due milioni di rifugiati palestinesi.
Starmer: “I palestinesi devono poter tornare a Gaza”
Il primo ministro del Regno Unito, Keir Starmer, ha affermato che ai palestinesi "deve essere consentito di tornare nelle loro case a Gaza" e "devono poter ricostruire e noi dobbiamo essere al loro fianco in questa ricostruzione, sul cammino verso una soluzione a due Stati", ha dichiarato Starmer rispondendo in Parlamento sul progetto del presidente americano Donald Trump per il futuro della Striscia di Gaza.
Unhr: "il piano di Trump violerebbe il diritto umanitario internazionale"
"Qualsiasi trasferimento forzato o deportazione di persone dai territori occupati viola il diritto internazionale", lo ha affermato l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Unhr), in riferimento al piano di Donald Trump secondo cui gli Stati Uniti avrebbero preso il controllo della Striscia di Gaza e avrebbero reinsediato forzatamente la popolazione palestinese altrove. "È fondamentale che si passi alla fase successiva del cessate il fuoco, per liberare tutti gli ostaggi e i prigionieri detenuti arbitrariamente, porre fine alla guerra e ricostruire Gaza, nel pieno rispetto del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei diritti umani", ha detto l'UNHR in una dichiarazione alla Reuters. "Qualsiasi trasferimento forzato o deportazione di persone dai territori occupati è severamente proibito", ha aggiunto.
Per la Germania l'espulsione da Gaza sarebbe inaccettabile
La ministra degli esteri tedesca, Annalena Baerbock, ha detto che "la Striscia di Gaza appartiene ai palestinesi e che la loro espulsione sarebbe inaccettabile e contraria al diritto internazionale", lo riporta Reuters. "La popolazione civile di Gaza non deve essere espulsa e Gaza non deve essere occupata o ripopolata in modo permanente", ha affermato Baerbock in una dichiarazione. "È chiaro che Gaza, come la Cisgiordania e Gerusalemme Est, appartiene ai palestinesi. Esse costituiscono la base per un futuro stato palestinese", ha aggiunto. Il piano del presidente statunitense Donald Trump sull'enclave palestinese "porterebbe a nuove sofferenze e nuovo odio", ha affermato Baerbock auspicando che non ci sia "alcuna soluzione che passi sopra la testa dei palestinesi".
Per il Regno Unito è necessario garantire un futuro ai palestinesi nella loro patria
Il ministro degli Esteri del Regno Unito, David Lammy, ha affermato dopo le dichiarazioni del presidente americano Donald Trump sull'enclave palestinese, che si dovrebbe garantire ai palestinesi un futuro nella loro patria. "Siamo sempre stati chiari nella nostra convinzione che dobbiamo vedere due stati. Dobbiamo vedere i palestinesi vivere e prosperare nelle loro terre d'origine a Gaza e in Cisgiordania", ha detto Lammy in una conferenza stampa durante un viaggio a Kiev.
Hamas condanna il piano di Trump: "getterà benzina sul fuoco"
Hamas: il piano di Trump per Gaza getterà benzina sul fuoco
Il piano per Gaza proposto dal presidente americano Donald Trump "getterà benzina sul fuoco". Lo ha affermato Hamas, all'indomani della conferenza stampa di Trump con il premier israeliano Benjamin Netanyahu a Washington, durante la quale ha annunciato che gli Usa prenderanno il controllo della Striscia e i palestinesi verranno sfollati per sempre nei Paesi vicini. Hamas ha detto che la proposta che mira all'occupazione della Striscia di Gaza da parte degli Stati Uniti è "aggressiva nei confronti del nostro popolo e della nostra causa, non contribuirà alla stabilità della regione e non farà altro che alimentare le fiamme della violenza in Medio Oriente".
Spagna: “Gaza appartiene ai palestinesi e lì devono restare”
Anche la Spagna è contro il piano di Trump. "I palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza devono restare nell'enclave", così il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares. "Voglio essere chiaro: Gaza appartiene ai palestinesi e alle persone che ci vivono", ha affermato il capo della diplomazia spagnola, ribadendo la ferma opposizione di Madrid a qualsiasi piano di spostamento forzato della popolazione palestinese e ribadendo il sostegno a una soluzione a due Stati. "I palestinesi devono sapere che la Spagna li sosterrà", ha proseguito Albares.
Anche la Francia contro il piano di Trump
"Il futuro della Striscia di Gaza non deve essere visto nella prospettiva del controllo da parte di uno Stato terzo, ma nel quadro di un futuro Stato palestinese, sotto l'egida dell'Autorità Nazionale Palestinese". È quanto si legge in un comunicato diffuso dal ministero degli Esteri francese dopo le dichiarazioni del presidente americano Donald Trump sull'enclave palestinese. "La Francia ribadisce la sua opposizione a qualsiasi spostamento forzato della popolazione palestinese di Gaza, che costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale, un attentato alle legittime aspirazioni dei palestinesi, ma anche un ostacolo importante alla soluzione dei due Stati e un grande fattore di destabilizzazione per i nostri stretti partner Egitto e Giordania, nonché per l'intera regione", recita il comunicato
Smotrich: "Lavoro per seppellire l'idea di uno stato palestinese"
Il ministro delle Finanze israeliano e leader di estrema destra, Bezalel Smotrich, ha promesso di fare di tutto per "seppellire definitivamente" l'idea di uno Stato palestinese. "Il piano presentato ieri dal presidente Trump e' la vera risposta al 7 ottobre", ha affermato il capo di Sionismo Religioso. "Ora lavoreremo per seppellire definitivamente la pericolosa idea di uno Stato palestinese", ha aggiunto.
Wsj: Il piano di Trump per Gaza è stato tenuto segreto
La proposta del presidente americano Donald Trump per Gaza è stata tenuta segreta all'interno di un circolo molto ristretto di persone vicine al capo della Casa Bianca. Lo ha riferito il Wall Street Journal, citando due fonti dell'amministrazione americana secondo i quali l'idea di prendere il controllo della Striscia e sfollare per sempre i palestinesi è nata di recente ed è stata gestita tramite assistenti e alleati negli ultimi giorni.
Hamas: Il piano di Trump è razzista
"Il vero obiettivo dell'occupazione è quello di costringere i palestinesi a lasciare Gaza: si tratta di un piano razzista": questa la posizione espressa in una nota da Abdul Latif Al-Qanou, portavoce di Hamas, al piano del presidente statunitense Donald Trump di ricollocare la popolazione della Striscia di Gaza e prendere il controllo permanente di quel territorio. Al-Qanou ha contestato la comunità internazionale, che, "invece di punire Israele per il genocidio e lo sfollamento commessi a Gaza, lo ha premiato". Il movimento, ha concluso, "continuerà a resistere" per opporsi sia allo sfollamento, che per difendere il diritto dei palestinesi a restare nella loro terra
La Turchia ha definito inaccettabile il piano di Trump
Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha definito "inaccettabile" il piano del presidente americano Donald Trump di sfollare la popolazione della Striscia di Gaza. "L'espulsione è una situazione che né la regione né noi possiamo accettare", ha detto Fidan, sottolineando che la Turchia "è contraria a ogni iniziativa che voglia escludere la popolazione di Gaza". "Vediamo che il mondo si sta muovendo verso la legge della giungla, dove nessuno tiene in considerazione i bisogni degli altri e viene applicato la filosofia di 'lo faccio perché sono forte'", ha aggiunto Fidan, citato dall'agenzia di stampa Anadolu.
Cina a Trump: "Contrari al trasferimento dei palestinesi"
La Cina "si oppone al trasferimento forzato che ha per obiettivo la popolazione di Gaza". Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian sulla proposta del presidente americano Donald Trump relativa alla presa del controllo da parte degli Usa della Striscia di Gaza. Pechino spera che "tutte le parti prendano in considerazione il cessate il fuoco e la governance post-conflitto come un'opportunità per riportare la questione palestinese sulla strada giusta dell'accordo politico basato sulla soluzione dei due Stati", ha aggiunto Lin, nel corso del briefing quotidiano.
Hamas chiede la fine dell'occupazione della Striscia
"La nostra gente nella Striscia di Gaza non permetterà che questi piani vengano approvati, ciò che è richiesto è porre fine all'occupazione e all'aggressione contro la nostra gente, non espellerla dalla sua terra". Così ha reagito il portavoce di Hamas Sami Abu Zuhri alle dichiarazioni del presidente americano Donald Trump sull'intenzione di prendere il controllo della Striscia e trasferire per sempre i palestinesi che vi abitano.
Per Izzat al Rishq, alto esponente del gruppo palestinese, "la dichiarazione di Trump sul 'controllo di Gaza' mostra confusione e profonda ignoranza riguardo alla Palestina e alla regione". "Gaza non è una terra condivisa e nessuna delle due parti può decidere di controllarla. Fa parte della nostra terra palestinese occupata, e ogni soluzione dovrà basarsi sulla fine dell'occupazione e sul mantenimento dei diritti del popolo palestinese", ha aggiunto al Rishq, assicurando che "il popolo palestinese e le sue forze, sostenute dal popolo arabo e musulmano e dal mondo libero, fermeranno qualsiasi piano di sradicamento e spostamento".
Grande entusiasmo per il piano Trump tra i ministri israeliani
Il piano Trump di prendere il controllo di Gaza e trasferire per sempre i palestinesi è stato accolto come un "miracolo" dai ministri del governo israeliano.
"Ecco cosa succede quando due leader coraggiosi si incontrano", ha scritto su X il ministro dei Trasporti Miri Regev, mentre il presidente della Knesset Amir Ohana ha parlato de "l'alba di un nuovo giorno". Entusiasta il ministro della Cultura e dello Sport, Miki Zohar: "Abbiamo un grande primo ministro e uno straordinario presidente americano! Grazie a Dio per questo miracolo che ha compiuto per il popolo di Israele". Per il ministro delle Finanze e leader dell'estrema destra, Bezalel Smotrich, "insieme, renderemo il mondo di nuovo grande
L'Arabia Saudita ribadisce la necessità di uno stato palestinese
L'Arabia Saudita ha annunciato che non formalizzerà i legami con Israele a meno che non venga creato uno Stato palestinese, dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che la normalizzazione con il regno del Golfo avverrà. "L'Arabia Saudita continuerà i suoi instancabili sforzi per creare uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme Est come capitale e non stabilirà relazioni diplomatiche con Israele senza questo", ha affermato il ministero degli Esteri saudita in una dichiarazione su X.
Hamas pronta a dialogare con Trump
Hamas è pronta a stabilire contatti e ad avere colloqui con l'amministrazione Trump. Lo ha dichiarato Musa Abu Marzouk, vicepresidente dell'ufficio politico di Hamas. "Sì, è vero. Siamo aperti al contatto e al dialogo con l'amministrazione Trump. In passato, non abbiamo sollevato obiezioni ai contatti con l'amministrazione Biden, Trump o qualsiasi altra amministrazione statunitense, e siamo aperti ai colloqui con tutte le parti internazionali", ha detto Abu Marzouk.
© Riproduzione riservata