Proseguono i colloqui tra i leader internazionali per arrivare alla pace in Ucraina. Secondo quanto riferito da Bloomberg il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha chiamato il premier Viktor Orbán durante il vertice con i leader europei alla Casa Bianca avvenuto il 18 agosto. Al leader ungherese avrebbe chiesto di togliere ogni ostacolo all’adesione dell’Ucraina nell’Ue. Da parte sua, invece, Orbán ha espresso la sua disponibilità a ospitare a Budapest il trilaterale con Zelensky e Putin. Su Facebook il premier ha poi risposto alla richiesta di Trump. «L'adesione dell'Ucraina all'Unione Europea non offre alcuna garanzia di sicurezza», ha scritto Orbán, fedele alleato del presidente russo. «Pertanto, collegare l'adesione alle garanzie di sicurezza è inutile e pericoloso».

Per i negoziati si sta muovendo anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan che ha sentito telefonicamente Vladimir Putin, al quale ha garantito la sua disponibilità a sostenere nel suo paese un processo che coinvolga «tutte le parti» a favore della pace in Ucraina. Durante una conversazione telefonica «il presidente Erdogan ha assicurato che seguirà da vicino l'evoluzione del processo di pace e che la Turchia sostiene gli approcci volti a stabilire una pace duratura con la partecipazione di tutte le parti», ha fatto sapere la presidenza di Ankara.

Il presidente Erdogan è stato il mediatore principale che nella prima fase del conflitto. In Turchia si sono tenuti diversi round di negoziati che hanno portato allo scambio di prigionieri allo sblocco delle esportazioni del grano ucraino attraverso il Mar Nero.

Tuttavia, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, l’incontro fra Putin e Zelensky non ci sarà «velocemente» né «facilmente». Anche le ultime dichiarazioni del ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, vanno in questa direzione. «Quando si tratta di incontri ad alto livello, è necessario prepararli con la massima cura in tutte le fasi precedenti, in modo che questi incontri non comportino un peggioramento della situazione, ma mettano davvero fine ai negoziati che siamo pronti a continuare», ha detto. 

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