Trump-Putin, vertice sull’Ucraina vicino. Ma lo zar non vuole Zelensky

Vladimir Putin e Donald Trump si incontreranno, forse già la prossima settimana, per discutere il futuro della guerra in Ucraina. Il presidente russo ha detto che l’incontro potrebbe avvenire negli Emirati Arabi Uniti. Al momento però le conferme arrivano solo dal Cremlino, mentre la Casa Bianca appare ancora incerta sulla strategia da seguire. Trump ha parlato della possibilità di organizzare un incontro trilaterale, con la partecipazione di Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino. Zelensky ha detto di essere a favore dell’incontro, ma Putin ha risposto che le condizioni per incontrare il suo omologo ucraino «sono ancora lontane». Secondo fonti della Casa Bianca, che hanno parlato con il New York Post, giornale molto caro al presidente, se Putin si rifiuterà di incontrare Zelensky, l’intero vertice potrebbe saltare. «Ci arrivano miliardi»: sui dazi Trump vessa gli alleati e salva la Cina Scenari incerti Per il processo di pace in Ucraina, iniziato poche settimane dopo l’insediamento di Trump alla Casa Bianca e proseguito zoppicante per gli ultimi mesi, questo incontro potrebbe costituire il passo avanti più significativo compiuto finora. Ma nessuno dei partecipanti si sente troppo ottimista, compreso il presidente americano, che ha invitato alla cautela. «Non la chiamerei una svolta, è una cosa a cui stiamo lavorando da molto tempo», ha detto mercoledì, dopo aver ventilato per la prima volta la possibilità di un vertice faccia a faccia con il leader russo. Se le cose, però, proseguiranno come sembra volere il Cremlino, cioè senza la presenza di ucraini all’incontro, il vertice rischia di trasformarsi in un boomerang per Kiev: un incontro sull’Ucraina, ma senza gli ucraini. Per il momento, Zelensky e gli alleati europei, anche loro esclusi dall’incontro, sono costretti a fare buon viso a cattivo gioco. Nel pomeriggio di ieri, si sono consultati tra loro con un giro di videoconferenze. Zelensky ha parlato, tra gli altri, con il presidente francese, Emmanuel Macron, con il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, e con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Ma – a parte esprimere il loro sostegno all’Ucraina – gli europei hanno potuto fare ben poco. Sul possibile incontro Trump-Putin, nessuno di loro si è ancora espresso apertamente. Autarchia, blocchi contrapposti e potere: l’Europa alla prova del nuovo mondo Secondo il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, Kiev e i leader europei potranno partecipare a un vertice con Usa e Russia solo quando le posizione delle varie parti «saranno portate abbastanza vicino», un’affermazione che sembra implicitamente ammettere che i contendenti sono ancora lontani da un accordo. La promessa di un incontro tra i due leader arriva sullo sfondo dell’ultimatum lanciato da Trump, che aveva minacciato nuove sanzioni alla Russia e ai suoi alleati se un accordo non fosse stato raggiunto entro la giornata di oggi. Il vertice sembra quindi aver raggiunto già un risultato, ancora prima di iniziare: salvo sorprese nella giornata di oggi, le nuove sanzioni saranno posticipate ancora una volta. La proposta A favorire i passi avanti verso un incontro sarebbe stata la visita a Mosca, avvenuta mercoledì, dell’inviato di Trump per la Russia, Steve Witkoff. Circolano pochissimi dettagli sul contenuto degli incontri tenuti da Witkoff, ma diversi media riportano che l’inviato Usa avrebbe presentato al Cremlino una nuova proposta di pace. L’ultimatum è già dimenticato, Putin “disinnesca” Trump Secondo la testata polacca Onet, la proposta prevederebbe una tregua invece della pace vera e propria, il congelamento dell’attuale linea di fronte, il riconoscimento di fatto dei territori occupati dalla Russia, rinviando la questione della legittimità della loro occupazione di 49 o 99 anni, la rimozione di gran parte delle sanzioni alla Russia e la promessa di tornare alla “cooperazione energetica”, cioè l’acquisto di idrocarburi russi, nel prossimo futuro. La proposta non include alcune delle principali richieste del Cremlino, come l’impegno della Nato a non accettare l’Ucraina, la riduzione delle forze armate di Kiev e il ritiro delle sue truppe dai confini amministrativi delle quattro regioni annesse dalla Russia, comprese le parti non ancora occupate. Stando a Onet, la proposta avrebbe avuto l’avvallo dei leader europei. La prospettiva di un futuro riconoscimento dell’occupazione russa è certamente un grosso problema per Kiev, così come l’assenza di qualsiasi esplicita garanzia militare contro future aggressioni russe, ma per il resto la proposta è una delle migliori tra quelle circolate in questi ultimi mesi. Sul testo, però, non sono ancora arrivati commenti da Kiev. Resta da capire se Mosca sarebbe disposta a una svolta di 180 gradi rispetto alle sue precedenti richieste. Fermato dai giornalisti per i corridoio del Cremlino, il negoziatore russo, Yuri Ushakov, ha assicurato che nella posizione di Mosca «nulla è cambiato», ma ha poi aggiunto, in modo enigmatico, che dagli Usa è arrivata una proposta «che abbiamo ritenuto accettabile». Resta da capire se parlasse della proposta di incontro, oppure di quella di pace.