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L’entusiasmo della Rivoluzione si è esaurito. La Tunisia ora è un paese disilluso e impoverito

  • Dopo il clamoroso flop elettorale di dicembre il presidente Saied deve fare i conti con prezzi alle stelle, scarsità di beni primari e inflazione galoppante.
  • A rischio l’accordo con il Fmi per un pacchetto di circa 2 miliardi di dollari di prestito nel 2023.
  • E le auto-immolazioni di emulatori di Mohamed Bouazizi non sono mai cessate.

Sono lontanissimi i tempi in cui, sull’onda dell’entusiasmo della Rivoluzione dei gelsomini e della cacciata del presidente Ben Ali, il fermento politico in Tunisia portava il 70 per cento degli aventi diritto al voto. Il  23 ottobre 2011 si eleggeva l’Assemblea costituente e, grazie a una campagna di convincimento fatta da migliaia di attivisti in tutto il paese nell’estate precedente, quattro milioni di tunisini, molti dei quali non avevano mai votato, erano andati felici alle urne. Flop

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