Non è più questione di spedire in Ucraina qualche missile e le vecchie armi sovietiche conservate nei magazzini. La Nato e i suoi alleati si preparano a ricostruire l’arsenale ucraino con armi ed equipaggiamenti occidentali, così in futuro sarà più semplice inviare nel paese munizioni e parti di ricambio.

Questo percorso ha avuto un’improvvisa accelerazione nella conferenza tra i ministri della Difesa dei paesi Nato, più alcuni stati ospiti come Israele, avvenuta ieri nella base aerea americana di Ramstein in Germania, la più grande in Europa.

«Siamo qui per aiutare l’Ucraina a vincere la guerra contro l’ingiusta invasione della Russia e per accrescere le capacità di difesa dell’Ucraina per le sfide di domani», ha detto all’apertura dei lavori il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin. D’ora in poi, il gruppo di ministri si riunirà una volta al mese per coordinare le forniture.

Le armi

È da prima che iniziasse il conflitto che le forze armate ucraine ricevono armi e addestramento dai paesi Nato, ma con l’inizio dell’invasione, lo scorso 24 febbraio, quantità e qualità delle consegne sono aumentate in maniera esponenziale.

All’inizio si trattava soprattutto di "armi leggere”: fucili, mitragliatrici, missili anticarro e antiaerei – come i famigerati Javelin e Stinger. La velocità delle consegne e la rapidità con cui l’esercito ucraino ha utilizzato (con molto successo) le armi ricevute, è stata tale che le scorte si sono rapidamente esaurite e così l’industria delle armi dei paesi Nato si è dovuta ri-orientare per soddisfare le necessità delle forze armate ucraine. L’americana Raytheon, ad esempio, ha annunciato da poco che ricomincerà a produrre i missili Stinger, usciti dal suo catalogo vent’anni fa. Le cose sono più complicate con gli armamenti più pesanti, come carri armati, artiglieria, missili a lungo raggio.

Un esercito “Nato”

Gran parte dell’equipaggiamento ucraino è di fabbricazione sovietica o russa ed utilizza munizioni e pezzi di ricambio diversi da quelli prodotti nei paesi Nato. Le scorte di equipaggiamento di fabbricazione russa, nel frattempo, si stanno rapidamente esaurendo.

In risposta a questa situazione, da circa due settimane alcuni paesi Nato hanno iniziato a consegnare armi pesanti costruite sugli standard Nato e stanno iniziando ad addestrare i soldati ucraini ad utilizzarle. Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Paesi Bassi sono solo alcuni dei paesi che hanno già iniziato a fornire all’Ucraina pezzi di artiglieria nel calibro standard Nato, 155mm, mentre già oggi Lituania e Polonia addestrano militari ucraini sul proprio territorio e presto ne arriveranno anche in Germania.

Proprio il governo tedesco ha abbandonato ieri parte delle sue resistenze nell’inviare all’Ucraina questi “armamenti pesanti” e ha annunciato che fornirà alcune decine di veicoli antiaerei Gepard che, come ricorda il quotidiano Handelsblatt, hanno il vantaggio di poter essere presentati come armi difensive.

Come ha detto il segretario Austin, non è solo questione di aiutare l’Ucraina a sopravvivere a questo conflitto, ma è uno sforzo in vista delle sfide del futuro: si tratta di trasformare, nel mezzo del conflitto, l’intero apparato militare di un paese verso nuovi standard, qualcosa che nella storia militare non era mai stato tentato prima.

Di fatto, Europa e Stati Uniti hanno annunciato ieri di voler diventare l’arsenale a lungo termine delle forze armate ucraine. Resta da capire come reagirà la Russia e quanto l’attuale accordo continuerà a reggere se la minaccia militare russa dovesse attenuarsi.

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