- L’incontro a Mosca tra Macron e Putin, e quello a Washington tra Scholz e Biden, riguardano la crisi ucraina e sono entrambi la diretta conseguenza della «politica della mano tesa» con la Russia. Macron la persegue, Scholz la espia.
- Macron insiste sul «dialogo» con Mosca pur sapendo che la politique de la main tendue può trasformarsi in una sberla in faccia. Spera di emulare il colpo diplomatico di un suo predecessore e portare il suo protagonismo in dote alle presidenziali. Ma questo gioco può rivelarsi un’arma a doppio taglio.
- Berlino è la campionessa, del dialogo. La «ambiguità strategica», come Scholz stesso la definisce, incrina i rapporti con la Casa Bianca fino a richiedere un incontro chiarificatore.
L’incontro a Mosca tra i presidenti Emmanuel Macron e Vladimir Putin, e quello a Washington tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente Joe Biden, riguardano la crisi ucraina e sono entrambi la diretta conseguenza della «politica della mano tesa» con la Russia. Macron la persegue con ostinazione, pur sapendo che la politique de la main tendue può trasformarsi in una sberla in faccia. Scholz invece la espia: la sua «ambiguità strategica», come lui stesso la definisce, incrina i rappor



