La Russia ha minacciato di attaccare le spedizioni di armi occidentali in Ucraina, un avvertimento che aumenta il rischio di un confronto diretto tra Mosca e la Nato. Possibile? E dove esattamente il trasporto di armi occidentali potrebbe diventare un bersaglio dei missili russi?

Domande ancora senza risposta esaustiva, ma che aprono scenari inquietanti di una possibile escalation militare e lasciano trasparire le difficoltà russe sul terreno.

Intanto proseguono i pesanti raid russi sulle città dell'Ucraina dove da due giorni gli obiettivi nel mirino sono per la prima volta anche a ovest (forse proprio con l’intenzione di rallentare i rifornimenti delle micidiali armi occidentali) mentre le colonne corazzate di Mosca si avvicinano sempre di più alla capitale Kiev.

Secondo fonti britanniche mezzi e militari dell’armata russa sarebbero a 25 chilometri dal centro della capitale mentre l’evacuazione dei civili nei corridoi umanitari è sempre molto difficoltosa. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha annunciato per la prima volta le perdite del suo esercito: circa 1.300 soldati sono morti nei combattimenti contro i russi mentre Kiev avrebbe nelle sue mani migliaia di prigionieri russi. Zelensky ha anche detto che la Russia potrà conquistare Kiev «solo se la rade al suolo». E ha aggiunto di essere disponibile a discutere con il presidente Putin indicando Gerusalemme come possibile sede per i negoziati.

L’agenzia spaziale

A sorpresa Mosca ha reso noto che gli effetti delle sanzioni occidentali alla Russia potrebbe coinvolgere anche lo spazio. Il presidente dell’Agenzia spaziale Roscosmos ha detto che le misure economiche decise da Stati Uniti e Unione europea potrebbero provocare la caduta sulla terra della stazione internazionale Iss.

Sul fronte diplomatico la giornata ha registrato l’ennesima telefonata tra il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente russo Vladimir Putin. I due leader europei hanno chiesto l’immediato cessate il fuoco. Macron ha detto che «Putin non dà segnali di voler fermare la guerra».

Anzi, la Russia ha avvisato gli americani: «Chi trasporta armi è un bersaglio». Il Washington Post parla di un possibile invio di armamenti a Kiev ancora più avanzati rispetto ai missili anticarro Javelin, un’arma che, sebbene si diventata il simbolo del sostegno militare degli Usa agli ucraini, secondo gli analisti non è in grado di spostare l’inerzia del conflitto in corso a favore dell’Ucraina.

La linea rossa di Biden

Il presidente americano, Joe Biden, dopo aver ribadito che non invierà truppe americane in Ucraina, ha avvertito che la Russia, dovesse utilizzare armi chimiche, pagherà un «prezzo severo». Biden non ha specificato in dettaglio il significato delle sue parole adducendo motivi di riservatezza, ma è parso chiaro che l’inquilino della Casa Bianca abbia tracciato una “linea rossa” molto simile a quella tracciata da Barack Obama durante il conflitto siriano.

Anche lui, il 20 agosto 2012, aveva lanciato un avvertimento sull’uso di armi chimiche da parte di Assad. I siriani le aveva poi effettivamente usate e Obama non era intervenuto dando nuovo impulso alla presenza russa in medio oriente.

La domanda che si pongono oggi gli analisti è: come si comporterà questa volta Biden, che all’epoca era vicepresidente di Obama, se Mosca dovesse usare armi chimiche in Ucraina? Gli stessi esperti sono sempre più convinti che avesse ragione Zbigniew Brzezinski, il consigliere per la sicurezza di Jimmy Carter profondo conoscitore dell’Urss, che riteneva che «senza l’Ucraina la Russia non sarebbe un impero euroasiatico». Ecco perché è così difficile fermare le truppe di Putin e farlo desistere dai suoi disegni imperiali. Senza Ucraina, la Russia è solo una potenza regionale, con Kiev tornerebbe a essere un impero.

Il sindaco di Melitopol

Intanto il presidente ucraino Zelensky ha chiesto il rilascio del sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov, arrestato e trascinato via incappucciato venerdì da militari russi. Subito dopo la notizia del sequestro, fonti russe hanno spiegato che Fedorov era accusato di terrorismo e per questo sotto indagine.

Finirà in una prigione in Siberia? Zelensky ha riferito di aver parlato con i leader di Francia, Germania e Israele per favorire il rilascio del sindaco. Ha poi anche espresso gratitudine ai cittadini di Melitopol scesi in piazza per dimostrare contro Mosca. Secondo le fonti ucraine Fedorov si sarebbe opposto alle richieste dei militari russi che hanno preso il controllo della città.

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