- Marielle Franco «rappresentava un’idea di politica di trasformazione. Assassinarono un corpo che il Brasile considera di scarto: perché è un corpo di donna, nera, di umili origini, socialista, lesbica, femminista. Fu un femminicidio politico»
- Così Monica Benicio, militante brasiliana per i diritti umani e architetta, ricorda la moglie assassinata cinque anni fa a Rio de Janeiro. E sottolinea che i mandanti non sono ancora stati identificati
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Questo articolo si trova sull’ultimo numero di POLITICA – il mensile a cura di Marco Damilano. Per leggerlo abbonati o compra una copia in edicola
Monica Benicio è una militante brasiliana per i diritti umani, lesbica e femminista. Di professione architetta urbanista, attualmente è consigliera nel comune di Rio de Janeiro, centrando la sua attività sulla promozione e difesa dei diritti delle donne e sul dibattito urbanistico con particolare attenzione all’inclusione sociale. È la vedova di Marielle Franco, uccisa il 14 marzo del 2018, in un quartiere del centro di Rio, un assassinio su commissione presumibilmente riferito alle milizie vi



