Il fondatore e garante del Movimento 5 stelle Beppe Grillo ha commentato con un post su Facebook la sospensione dello statuto del Movimento e dei suoi effetti decisa dal tribunale di Napoli ieri. Grillo scrive che dopo la decisione «ha acquisito reviviscenza lo Statuto approvato il 10 febbraio 2021», che presto si incontrerà con il capo politico, anche lui sospeso, Giuseppe Conte. E infine, Grillo invita «tutti a rimanere in silenzio e a non assumere iniziative azzardate prima che ci sia condivisione sulla strada da seguire».

Il post è stato immediatamente rilanciato dalla comunicazione di Conte sui suoi profili social: un modo di far immediatamente propria la linea del fondatore, che pure nel testo invita tutti a «rimanere in silenzio». Parole che si potrebbero leggere anche come un richiamo al presidente del Movimento, che ieri sera ha prima dichiarato, poi è andato in televisione a Ottoemezzo. Per oggi era in programma la partecipazione a Porta a porta, ma intorno alle 14 il presidente del Movimento hanno annunciato che non prenderà parte alla trasmissione.

Anche il sostegno all’ex premier da parte di Grillo appare meno granitico che nelle ultime settimane, quando il garante aveva sposato parecchie mosse di Conte, compresa la candidatura di Elisabetta Belloni al Quirinale. 

Chi comanda

Secondo i giuristi che hanno seguito il ricorso, dopo la decisione del tribunale di Napoli ora il boccino torna in mano al fondatore: secondo Borrè, l’unico che può prendere decisioni sul futuro del Movimento, convocare votazioni e assemblee è proprio Grillo. 

L’auspicio dei ricorsisti è che venga indetta una votazione per eleggere il comitato direttivo, l’organo esecutivo che era individuato dal precedente statuto: durante gli Stati generali del 2020, infatti, gli iscritti avevano scelto di abolire la figura del capo politico e di istituire invece una guida collegiale composta da cinque membri. 

Secondo il quesito approvato a febbraio 2021 per convalidare la modifica statutaria, il comitato direttivo «dura in carica 3 anni» e al suo interno, «a rotazione annuale, è individuato chi svolgerà le funzioni di rappresentante legale». Le deliberazioni dell’organo dovevano essere «a maggioranza dei membri». 

Sempre secondo lo statuto, il comitato è l’organo che ha tutti i necessari poteri di ordinaria amministrazione, mentre gli atti di straordinaria amministrazione sono subordinati a consenso o ratifica del Comitato di garanzia. Il comitato direttivo ha anche il potere di convocare e dirigere i lavori dell’assemblea, indire le votazioni in rete degli iscritti e mantenere l’unità dell’indirizzo politico del M5s. È previsto che si coordini con gli eletti, capigruppo e capidelegazione. 

Il comitato può essere sfiduciato con delibera assunta a maggioranza assoluta dei componenti del Comitato di garanzia o dal garante e va ratificata dal voto degli iscritti. 

A fine giugno, in pieno scontro con l’”avvocato del popolo”, Grillo aveva di colpo indetto una votazione per eleggere il comitato, ma poi non se n’era più fatto nulla perché i due avevano trovato un accordo per la stesura di un nuovo statuto scritto da Conte. Ora, quel testo rischia di non essere più valido. 

La questione da chiarire è anche su che piattaforma bisognerà effettuare le nuove votazioni: potrebbe tornare in gioco Rousseau, quella fornita dalla Casaleggio associati con cui il Movimento aveva rotto in primavera. 

«Ricordo che Grillo, in un comunicato del 29 giugno, disse che le votazioni vanno fatte su Rousseau perché è questo che prevede lo statuto che è tornato in vigore. Lui scrisse proprio questo per evitare impugnazioni. Quindi a mio avviso la nuova votazione andrà fatta sulla piattaforma Rousseau, lo dico da soggetto più che distante dall'associazione di Casaleggio» aggiunge anche l’avvocato Borrè a Radio24. 

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