Un funzionario russo che in un’intervista aveva minacciato conseguenze «irreversibili» se l’Italia avesse adottato un atteggiamento troppo duro sulle sanzioni, quattro anni fa era stato nominato cavaliere della Repubblica italiana.

Aleksey Vladimirovich Paramonov, direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri della Russia, ha ricevuto l’onorificenza nel giugno 2019, dopo che gli era stata assegnata nel dicembre dell’anno prima dal presidente della Repubblica Mattarella, su indicazione della presidenza della Repubblica, all’epoca guidata da Giuseppe Conte.

Dopo la pubblicazione di questo articolo, il sottosegretario agli Esteri Benedetto della Vedova, Più Europa, e Italia Viva, hanno chiesto il ritiro dell’onorificienza. 

Paramonov è uno dei “pesci” più piccoli a cui i vari governi e capi di stato italiano hanno assegnato onorificienze. Tra gli altri, ne hanno ricevute lo stesso Vladimir Putin, il suo portavoce Dimitry Peskov e gli amministratori di giganti statali come Gazprom e Rosfnet.

L’incidente

In un’intervista pubblicata ieri dall’agenzia di stampa Ria Novosti, Paramonov aveva attaccato duramente l’Italia. «Le sanzioni non sono una nostra scelta – aveva detto Paranomov – Non vorremmo che la logica del ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire, che ha dichiarato la “totale guerra finanziaria ed economica” alla Russia, trovasse seguaci in Italia e provocasse una serie di corrispondenti conseguenze irreversibili».

L’intervista proseguiva poi con un attacco diretto al ministro Guerini, definito da Paramonov «uno dei principali “falchi” e ispiratori della campagna antirussa nel governo italiano». A Paranomov hanno risposto i ministri chiamati in causa e il presidente del Consiglio Mario Draghi. Il ministro Guerini, ha detto Draghi, «è vittima di attacchi da parte del governo russo. Il paragone tra l’invasione dell’Ucraina e la crisi pandemica in Italia è particolarmente odioso e inaccettabile».

Il personaggio

Paranomov parla italiano e ha lavorato a lungo con il nostro paese. In occasione del conferimento del cavalierato, l’ambasciatore a Mosca Pasquale Terracciano lo aveva definito: «un diplomatico fine e appassionato, un punto di riferimento autorevole per me e tutti i funzionari dell’ambasciata d’Italia a Mosca con il quale affrontare qualsiasi problematica, anche la più spinosa, sempre con spirito costruttivo e nell’ottica del costante approfondimento dei rapporti italo-russi».

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