Il 3 e il 4 ottobre, a Trieste si voterà per le elezioni comunali in cui sarà scelto il nuovo sindaco della città. Tra i sei capoluoghi di regione al voto alle amministrative, Trieste è l’unica in cui il sindaco uscente è di centrodestra. Si tratta di Roberto Dipiazza, un veterano della politica cittadina che ha già governato la città per 15 anni. I sondaggi riservati che circolano tra i partiti lo danno per stra favorito. 

A sfidare il più longevo sindaco nella storia di Trieste si candidano Francesco Russo, del Pd, Alessandra Richetti, del Movimento 5 Stelle, e Riccardo Laterza, ricercatore universitario candidato dalla lista civica di sinistra Adesso Trieste.

Il sindaco uscente

Roberto Dipiazza, 68 anni, è un imprenditore titolare di una piccola catena di supermercati. Iscritto a Forza Italia dal 1996, Dipiazza inizia la sua carriera come sindaco del comune di Muggia. Nel 2001 si candida per la prima volta a Trieste con l’appoggio di importanti personaggi politici cittadini, come Roberto Menia, di Alleanza Nazionale, e Giulio Camber, eletto in Parlamento dal 1987 al 2013 e ancora oggi una delle figure politiche più importanti del centrodestra regionale.

Il suo passaggio da Muggia a Trieste è un successo. Commerciante in una città di commercianti, Dipiazza convince i triestini, vince e governa la città per dieci anni. Poi, dopo una pausa in cui Trieste viene governata da un sindaco di centrosinistra, Dipiazza viene rieletto nel 2016.

La coalizione che lo ha sostenuto in questi anni ha quasi sempre compreso l’intero spettro della destra triestina, compresa quella più estrema, che in città mantiene una storica presenza, legata anche alle vicende della guerra.

Gli estremisti, però, di solito non sono un elemento centrale della coalizione e possono essere scaricati in caso di esagerazioni. Nel 2016, ad esempio, nella coalizione di Dipiazza viene eletto Fabio Tuiach, ex pugile con opinioni estreme e controverse. Tuiach è stato espulso dalla maggioranza dopo aver dichiarato che il femminicidio «è un’invenzione della sinistra».

Il vicesindaco di Dipiazza è il leghista Paolo Polidori, destinato alla riconferma se Dipiazza dovesse riuscire a vincere. Polidori ha avuto un breve momento di notorietà nazionale quando venne fatto circolare un video dove lo si vedeva buttare in un cassonetto le coperte di alcuni senzatetto che dormivano in città.

Gli sfidanti

Contro il centrodestra, il campo del centrosinistra triestino si presenta diviso in tre. Partito democratico, Italia Viva e liste civiche sosterranno Francesco Russo, 52 anni, docente di storia all’università di Udine, ex iscritto alla giovanile della Democrazia Cristiana, è stato uno dei primi segretari del Pd triestino e poi senatore tra il 2013 e il 2018.

Oggi è vicepresidente del Consiglio regionale. Veterano della politica cittadina, Russo è considerato da molti il candidato destinato a perdere nel migliore dei modi contro l’imbattibile Dipiazza.

In città lo sforzo di creare una coalizione di centrosinistra il più ampia possibile non è riuscito del tutto. Tanto la sinistra civica, quanto il Movimento 5 Stelle, presentano infatti un loro candidato. Il ricercatore Riccardo Laterza, 28, sarà il candidato di Adesso Trieste, un progetto sostenuto da Sinistra Italiana che si è formato attraverso assemblee di quartiere.

Il Movimento 5 Stelle sostiene invece la presidente di circoscrizione Alessandra Richetti. Alle ultime elezioni comunali, il Movimento ha ottenuto il 19 per cento dei voti: un risultato di tutto rispetto. Difficilmente oggi ripeterà quell’exploit, ma potrebbe comunque essere una forza con cui fare i conti se il Pd Russo dovesse arrivare al ballottaggio con Dipiazza.

La campagna

A Trieste si dice che «agosto comincia a giugno» e in queste settimane la città appare già avvolta nel torpore estivo. Ma anche se difficilmente la campagna elettorale entrerà nel vivo prima di settembre, i temi più divisivi di queste elezioni sono già chiari a tutti.

Prima della pandemia, la città aveva avuto un momento di rinascita dovuto soprattutto al porto. Storicamente uno dei più importanti dell’Adriatico, per numerosi decenni è stato in uno stato di crescente decadenza. Ultimamente però è tornato in attività, non solo per l’approdo sempre più frequente di navi cargo, ma anche per il ritorno delle navi da crociera cariche di turisti.

L’amministrazione uscente probabilmente beneficerà di questo ritorno di popolarità della città (anche se interrotto dal Covid), ma ha pochi risultati concreti da mostrare per celebrarla. La riqualificazione dell’area del porto vecchio procede lentamente e soltanto un paio di palazzi sono stati restaurati. Il tram dell’Opicina, il quartiere di Trieste che si trova sull’altopiano del Carso, continua a essere bloccato da cinque anni e la piscina per disabili Acquamarina, dove il tetto è crollato alcuni anni fa, è ancora in attesa di ristrutturazione.

Per quanto riguarda i progetti futuri, Dipiazza probabilmente tornerà a insistere sul suo progetto di un’ovovia che colleghi la città a Opicina (anche se la tragedia di Stresa potrebbe rendere il progetto meno allettante).

Infine, resta da vedere quanto sarà popolare il tema dell’immigrazione. Trieste è una città di confine e uno dei punti di sbocco della rotta balcanica percorsa dai migranti partiti dalla Turchia e diretti in Europa. Per quanto ormai resa quasi impossibile da percorrere dagli interventi dei vari governi lungo il suo percorso, tutt’ora un piccolo numero di persone riesce ad attraversare il confine con la Slovenia e ad entrare in città. 

Sondaggi

Non sono stati realizzati sondaggi pubblici sulla situazione a Trieste, ma numerosi politici e giornalisti locali fanno riferimento a sondaggi realizzati privatamente che mostrerebbero un forte vantaggio di Dipiazza già al primo turno.

Le data

Le elezioni si svolgeranno il 3 e 4 ottobre.

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