Il ritorno a casa di O’ Ney aveva riportato la speranza per il ritorno ai massimi livelli di competitività del club brasiliano e dello stesso campione. Un doppio rilancio che aveva entusiasmato i tifosi di tutto il mondo. Eppure, nuovamente, qualcosa è andato storto. Ora - dopo l’ennesimo infortunio - la possibilità che il club passi nella mani del fondo arabo che lo aveva scaricato
Questa è una classica storia brasiliana, di quelle dal viso luccicante e il corpo decadente. Un paese che, al posto di provare a risolvere l'enorme problema della povertà, preferisce colorare le sue favelas per trasformarle in attrazioni turistiche non poteva che raccontare una vicenda che pareva tanto romantica ma che alla fine sta risultando un po' difettosa.
Un campione, anzi il campione più grande degli ultimi vent'anni del calcio verdeoro, Neymar, che torna nel club della sua vita, il Santos. I bianconeri, infatti, sono famosi in tutto il mondo per aver cresciuto il primo e il secondo marcatore della storia del Brasile, Neymar e Pelé, due da inserire nell'Olimpo del pallone.
E pensare che Neymar rinunciasse ai 160 milioni di euro che gli garantivano gli arabi dell'Al-Hilal per prenderne “appena” un paio, pur di tornare a casa, era davvero una carezza all'anima di un movimento sempre più avido di denaro.
Il dimenticabile passaggio in Arabia
La scelta di Neymar nello scorso gennaio aveva sorpreso tutti, soprattutto per la riduzione del 99% dello stipendio. Eppure se un club arabo, che di solito non fa beneficenza, è disposto a rescindere un contratto così imponente più di un motivo ci sarà.
Il primo dubbio era legato alle sue condizioni fisiche. L'attaccante infatti non mette insieme 40 presenze in una stagione dal 2017, i tempi di Barcellona. In questi otto anni si è infortunato praticamente ovunque: coscia, metatarso, legamenti del ginocchio, caviglia, adduttore. La lista è davvero lunghissima, specie se si contano anche le ricadute.
Continuare a ricoprire di soldi un giocatore che nel 2024 ha disputato appena 44 minuti non era affare, neanche per gente dal portafoglio illimitato. Oltre all'ingaggio, poi, a disposizione di Neymar c'erano dei benefit non da poco, tra ville super lusso con personale di servizio, un parco macchine da autodromo e il jet privato.
Il grande investimento della Saudi Pro League non stava rendendo, chiuso in una gabbia dorata e così distante, come atteggiamento, dal rivale cittadino Cristiano Ronaldo, immerso fin dall'inizio nella nuova avventura nell'altra squadra di Riad, l'Al-Nassr, e testimonial perfetto per l'operazione simpatia del regno saudita.
Il ritorno a casa in lacrime
Anche a Neymar conveniva tornare in patria. Voleva puntare al Mondiale 2026 e sapeva che nessuno in Europa si sarebbe fidato del suo fisico. Inoltre la prospettiva di aiutare il Santos in uno dei periodi più complicati della sua esistenza lo attraeva parecchio.
La società si stava risolvendo dopo la prima storica retrocessione del 2023. Un autentico “fracasso” che da quelle parti significa fallimento. Ma nello stadio di Vila Belmiro e il quartiere intorno, appena promosso, non vedevano l'ora di abbracciare il ragazzo di casa con una festa in grande stile con giochi di luce e fuochi d'artificio ad accompagnare 22mila innamorati pazzi di O'Ney. Lui, per tutta la risposta, ha pianto a dirotto, ha parlato a cuore aperto ai tifosi e si è messo a cantare con loro.
Immagini commoventi che però stridono, a guardare dove si trova il Santos adesso: in fondo alla classifica del Brasilerão, al quartultimo posto, con appena quattro punti di vantaggio sulla zona retrocessione. In undici mesi Neymar ha raccolto appena 25 presenze, di cui molte non da titolare, saltando 17 partite tra Brasilerão, campionato Paulista, e Copa do Brasil per un infortunio alla coscia che si trascina da quando è arrivato.
Gol e assist pochini, dieci in totale, di cui sei nel campionato Paulista contro avversari di livello modesto. Ora è stato costretto a fermarsi di nuovo per la lesione al menisco sinistro. A tre giornate dalla fine del campionato, significa stagione terminata.
In tutto questo Neymar non si è fatto mancare tensioni e scontri con stampa e compagni. Quegli stessi fan che ora non lo idolatrano come prima. A giugno doveva rinnovare il primo contratto di sei mesi. La trattativa è stata infinita. Probabilmente si aspettava un adeguamento economico che però il club non poteva dargli.
Da tempo, infatti, i fondi in cassa scarseggiano. Il debito netto sarebbe superiore a 150 milioni di euro e un'altra retrocessione potrebbe danneggiare ulteriormente le finanze. Il consiglio sta quindi valutando di trasformare il Santos in una società per azioni e vendere fino al 90% del capitale della nuova struttura a un investitore privato.
La possibile vendita
Il club è valutato 2,2 miliardi di reais, circa 346 milioni di euro. Sebbene non sia ancora stato ufficialmente in vendita, c'è già un grosso interesse internazionale. Il Chelsea, tramite la sua società madre BlueCo, avrebbe esplorato la possibilità di acquisto, così come Qatar Sports Investments (QSI), proprietaria del Psg, e il fondo sovrano dell'Arabia Saudita, il Public investment fund (PIF) che controlla tutti i top club locali, compreso l'Al-Hilal.
Sarebbe un bel paradosso per Neymar. I datori di lavoro che lo hanno scaricato potrebbero diventare i suoi nuovi capi. Purtroppo per lui, la sopravvivenza del Santos non passa più dalle sue giocate.
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