L’addio in contrasto con la tifoseria romanista, poi la scelta obbligata di trasferirsi al Galatasaray, i prestiti non andati a buon fine all’Aston Villa e all’Atalanta e la breve parentesi Fiorentina. A Udine ha ritrovato la sua straripante forma fisica e il gol. La metamorfosi del giovane talento
Appena dieci mesi fa Nicolò Zaniolo lasciava l’Atalanta per passare alla Fiorentina e ammetteva: «Sono felice di essere tornato a casa». Sembrava la chiusura di un cerchio e allo stesso tempo l’inizio di un nuovo capitolo per il classe ’99, che aveva scelto Firenze per ritrovarsi dopo stagioni complicate. L’addio rumoroso alla Roma, la scelta obbligata di trasferirsi al Galatasaray e poi i prestiti poco positivi all’Aston Villa e all’Atalanta, dove non si era mai guadagnato la riconferma.
Per questo il posto dove era cresciuto, e che infatti chiama “casa”, non solo sembrava il luogo giusto per rilanciarsi, ma anche la sua ultima possibilità per rinascere. E invece no. In cinque mesi con la maglia viola ha giocato appena 13 partite, senza mai riuscire a incidere con un gol o con un assist. E così, mentre a fine stagione tornava di nuovo a Istanbul, il dubbio che il talento di Zaniolo fosse definitivamente smarrito diventava sempre più grande. Quel ragazzo convocato in Nazionale prima ancora di giocare in Serie A e che aveva esordito tra “i grandi” al Bernabeu contro il Real sembrava non esserci più. E ci si diceva: «Se neanche a “casa” è riuscito a ritrovarsi, forse non si ritroverà mai più».
Perché casa è il luogo del cuore per eccellenza, il primo posto a cui si pensa quando si sta male e dove si vuole tornare per riconciliarsi con il mondo. È raccontato anche nel Signore degli Anelli. L’amore per la propria casa, il desiderio di salvarla e di tornarci è ciò che spinge Frodo e Sam ad andare avanti nei momenti più bui nel lungo viaggio verso il Monte Fato. Alla fine per Sam il ritorno nella Contea significa proprio ritrovarsi e tornare felice. Non per Frodo, che riparte.
Perché non per tutti tornare a casa significa rinascere. Per chi, come Frodo e Zaniolo, ha dovuto superare così tante sfide da essere profondamente cambiato, serve qualcosa di diverso. Il primo ha portato il peso dell’anello per troppo tempo e alla fine del suo viaggio non è più lo stesso. Il secondo si è rotto due volte il crociato all’apice della sua carriera, rischiando di perdere tutto. E se il primo trova pace a Valinor, lontano da casa, il secondo rinasce a Udine.
Il rilancio
In estate Zaniolo sembra destinato a restare al Galatasaray: nessuna squadra pare intenzionata a scommettere di nuovo sul suo rilancio e l’opzione più realistica è rimanere in Turchia. Ma la voglia di stare vicino alla famiglia e di (ri)conquistare la Nazionale è troppa, e fino all’ultimo Nicolò fa di tutto per tornare in Serie A. E così, dopo mesi ad aspettare, l’occasione arriva proprio sul gong del calciomercato: l’Udinese cede Sanchez e chiude per l’ex Roma mettendo a segno l’ultimo colpo del mercato estivo di Serie A. Zaniolo viene subito investito di una responsabilità importante: vestirà la maglia numero 10, che in passato è stata indossata da Di Natale e Zico.
Per ambientarsi non ci mette molto. Entra a gara in corso nelle prime due partite, esordisce da titolare in Coppa Italia, contro il Palermo, e trova subito il primo gol. Un mese dopo, in trasferta contro la Cremonese, ritrova la rete in Serie A, dove non segnava dal 14 dicembre 2024. Resta una giornata a secco, ma subito dopo trova il gol in due partite complicate: contro la Juve e contro l’Atalanta. Oltre ai gol, a colpire è il suo atteggiamento in campo. Famoso per il suo temperamento spesso sopra le righe, a Udine sembra essere un uomo e un giocatore diverso.
Sempre concentrato, mai scomposto e determinato a far parlare solo il campo. Anche quando non trova la rete le sue prestazioni sono sempre positive: aiuta la squadra in entrambe le fasi di gioco, si sacrifica e trascina l’Udinese con le sue giocate. E anche fisicamente sembra essere tornato integro e sano. Nell’ultima sfida di campionato contro il Napoli è stato a tratti devastante. Oltre ad aver messo lo zampino sul primo gol e segnato il secondo, entrambi poi annullati dal Var, la sua prestazione è stata una dimostrazione di forza.
Se negli anni successivi agli infortuni non aveva più ritrovato lo strapotere fisico che lo contraddistingueva nei primi anni di carriera, a Udine sembra finalmente aver ritrovato questa sua caratteristica. Non a caso, The Athletic ha elogiato la sua prestazione e sottolineato come «le sue cosce lavoravano come pistoni di un motore V8. […] E, se continuerà così, un ritorno in Nazionale per gli spareggi di qualificazione ai Mondiali di marzo non è da escludere».
Pochi mesi fa sembrava impossibile anche solo pensarlo, ma oggi è difficile immaginare il contrario: a marzo manca ancora qualche mese ma, se dovesse continuare così, come può la Nazionale rinunciare a questo Zaniolo? Gattuso lo osserva, Nicolò lo sa e vuole continuare a segnare per convincerlo definitivamente. A cominciare dalla prossima partita, che sarà – guarda caso – proprio nella sua Firenze contro la Fiorentina. Per qualche ora Zaniolo ritorna a casa, ma questa volta non per ritrovarsi.
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