- I recenti algoritmi che lavorano con deep learning e big data stanno diventando sempre più bravi a fare sempre più cose.
- Vogliamo che la macchina supporti i nostri pensieri e i nostri comportamenti, ma quando ritroviamo nella macchina i nostri pensieri e i nostri comportamenti non ci sentiamo affatto a nostro agio.
- Se la macchina sa comunicare autonomamente come un essere intelligente, si pensa, deve essere anch’essa intelligente, per quanto magari in modo diverso dagli esseri umani. Ma è davvero opportuno continuare a perseguire questa analogia?
I recenti algoritmi che lavorano con deep learning e big data stanno diventando sempre più bravi a fare sempre più cose: generano informazioni in modo rapidissimo e preciso, stanno imparando a guidare le macchine in maniera più sicura e affidabile degli autisti umani, sanno rispondere alle nostre domande, fare conversazione, comporre musica, leggere libri e scrivere testi interessanti, appropriati e – se occorre – anche divertenti. Nell’osservare questi progressi, però, difficilmente siamo del



