Gli italiani si trovano più a loro agio con le nuove tecnologie rispetto a francesi, tedeschi e americani. La digitalizzazione è stata, per loro, un processo che ha dato una spinta propulsiva alle imprese, non solo grandi ma anche alle piccole. 

L’innovazione tecnologica ha mutato il modo di informarsi, di viaggiare, di fare la spesa, ma ha anche aumentato le disuguaglianze sociali tra paesi ricchi e poveri, tra anziani e giovani, tra manager e lavoratori.

È quanto emerge dalla ricerca realizzata da Ipsos per Innova Camera di Roma, su un campione di 4mila soggetti intervistati in Italia, Germania, Francia, Usa e Roma. Gli italiani sentono di possedere più competenze digitali di americani, francesi e tedeschi. Il voto medio che si danno è 6,7, contro il 6,2 dei cittadini degli altri paesi.

L’esistenza quotidiana, grazie alla tecnologia, per i connazionali è diventata più facile e intensa, ma anche più stressante e isolata. Negli altri paesi le valutazioni sono simili, pur con alcune accentuazioni.

Per gli americani oltre alla semplificazione esistenziale la tecnologia ha reso la vita anche più asfissiante, noiosa e isolata. Per i francesi la tecnologia ha portato dosi di leggerezza, ma anche di stress e ha reso l’esistenza più povera. I tedeschi puntano il dito su isolamento, impoverimento esistenziale e stress.

Confusi o felici

Tra le sensazioni suscitate dalla tecnologia ci sono emozioni contrastanti. Per gli italiani dipendenza (39 per cento) e fiducia (37) vanno di pari passo.

La tecnologia nel nostro paese suscita generalmente sentimenti positivi, come serenità (29), attesa (24) e facilità (22). Negli Usa i sentimenti dominanti sono fiducia e felicità (42 per cento), mentre tra i francesi predominano dipendenza (43) e incertezza (25).

Tra i tedeschi troviamo il maggior numero di persone che avvertono un senso di spaesamento (21), mentre negli Usa incontriamo il dato più elevato di ansietà (20).

In meglio e in peggio

Nel saldo tra gli aspetti della vita quotidiana che la tecnologia ha migliorato o peggiorato, per i cittadini dei vari paesi, il saldo è molto positivo sull’informarsi, sul sapere e la conoscenza, sul fare shopping e sulla gestione dei propri trasporti e della mobilità (quest’ultimo tema non coinvolge i romani).

Per i tedeschi ha migliorato anche il fare affari, mentre per i francesi e americani anche il divertirsi. Per tutti il bilancio è negativo sulla riservatezza dei propri dati. I romani e i francesi segnalano anche un peggioramento delle relazioni con i figli (-17 per cento i primi e -15 i secondi), mentre i francesi segnalano peggioramenti per la sicurezza (-31) e dei livelli di benessere (-13).

Gli effetti sociali

Più pernicioso il quadro degli effetti sociali. Per italiani, romani, tedeschi e francesi l’innovazione tecnologica ha aumentato il divario tra paesi ricchi e poveri, tra giovani e anziani e tra ceto medio e ceti popolari. Divari maggiori tra le persone per il livello di istruzione sono segnalate in Germania (63 per cento), mentre l’ampliamento della forbice tra manager e lavoratori è in evidenza in Italia (47).

La tecnologia, infine, per gli americani, ha acuito le distanze tra uomini e donne (40). Dal punto di vista della relazione tra inclusione e esclusione sociale, in tutti i paesi viene segnalato che le innovazioni hanno aumentato i tassi di esclusione sociale.

Un’opinione espressa dal 74 per cento di francesi, seguiti da romani e italiani (64 i primi, 60 i secondi). Più bassi, ma sempre oltre la metà della popolazione, i dati in Usa e Germania (rispettivamente 56 e 54). Decisamente più positive sono le valutazioni sull’impatto che l’innovazione tecnologica ha avuto per le imprese.

Per l’88 per cento degli italiani ha aiutato in modo deciso l’attività imprenditoriale e produttiva, agevolando la crescita non solo delle grandi imprese, ma anche delle piccole aziende (29 per cento). I maggiori sostenitori dell’impatto positivo della tecnologia sulle imprese sono gli americani (92 per cento), mentre i tedeschi sono i più cauti (73).

Luce e ombre

I settori che hanno saputo avvantaggiarsi maggiormente della trasformazione digitale sono banche, società informatiche, assicurazioni, imprese turistico e alberghiero, grande distribuzione organizzata. Per gli americani l’innovazione digitale ha portato vantaggi anche ai commercianti al dettaglio (51 per cento).

Le innovazioni tecnologiche percepite come più costruttive sono IoT, robotica collaborativa (per tutti, esclusa la Germania), Big Data & Analytics (eccetto la Francia), manifattura additiva. L’intelligenza artificiale e il Machine learning sono avvertite come più distruttive (eccetto in Italia).

Luci e ombre di una rivoluzione in corso, ma complessivamente gli italiani appaiono meno spaventati e resistenti ai mutamenti tecnologici di quanto risultato francesi e tedeschi, ma anche più incantati da esse rispetto agli americani.

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