Agnellini di pochi mesi e spesso non ancora svezzati lasciati senza cibo o acqua per giorni o addirittura settimane. Animali soffocati dal caldo o esposti al freddo, costretti a convivere con le carcasse di quelli che non ce l'hanno fatta. E’ quanto si vede nelle immagini raccolte dal team di Animal Equality con Enoa e Animal Welfare Foundation che documentano il trasporto di animali vivi da Polonia, Ungheria e Romania fino ai macelli del centro Italia.

«Ogni anno, in prossimità delle festività natalizie, si muovono su strada più di mezzo milione di agnelli che affrontano l’inferno di viaggi infiniti ed estenuanti fino ai macelli italiani, senza alcuna cura e considerazione», spiega Animal Equality che dal 2013, ha pubblicato otto inchieste sul trasporto di animali vivi e denunciato illeciti sul benessere animale.

Verso il macello

Dal 15 al 21 dicembre, il team investigativo ha seguito e documentato 24 ore su 24, il tragitto che percorrono gli agnelli stipati sui camion. Si parte dagli allevamenti dell'est Europa per arrivare ai macelli italiani, un viaggio che per normativa europea, non dovrebbe durare più di 8 ore, ma che nella realtà, costringe gli animali a percorrere fino a 2 mila chilometri per giorni e giorni.

Secondo Animal Equality, sono più di 3 milioni gli ovini trasportati e di questi, più di due milioni vengono macellati all’arrivo. L’Italia da sola ne importa circa il 40 per cento.

«In genere, i paesi di provenienza sono Romania, Ungheria e Polonia, ci sono poi Francia, Bulgaria e Spagna. L’84 per cento di questi animali muore prima di raggiungere i 6 mesi di età», dice ancora l'organizzazione internazionale.

La rotta che dall'Europa dell'Est porta in Italia è battuta da camion con cassoni a quattro piani carichi di agnelli, ammassati. Cuccioli che belano e si agitano per il forte stress, in un ambiente con aria acida e forte odore di ammoniaca per via della lettiera sporca e umida, impregnata di urina e deiezioni, una condizione che può causare infezioni alle vie respiratorie degli animali.

Durante l'investigazione, il team ha intercettato anche un camion trasportatore di vitelli probabilmente non svezzati che muggivano disperatamente intenti nel cosiddetto “tongue rolling”, l'impulso di leccare le sbarre quando si è affamati e incapaci di abbeverarsi da soli.

Anche un secondo e terzo camion trasportatore di agnelli sono stati segnalati alle autorità da Animal Equality. I controlli hanno rivelato criticità come quella sulla temperatura interna ai veicoli che per normativa dovrebbe essere tra i 5 e i 30 gradi. «Nell'abitacolo ce n'erano appena 6, pari al minimo consentito».

Mentre era in corso l’ispezione - spiega ancora il team investigativo - gli agnelli leccavano il soffitto dei piani metallici e le sbarre di contenimento, indice di carenza di alimentazione corretta: «Nonostante la sete poi non erano in grado di abbeverarsi da soli, questo perché probabilmente eravamo di fronte ad animali non svezzati».

Da regolamento europeo, il nutrimento a base di latte non può essere somministrato sul camion, ma attraverso regolari soste, ma in questo caso durante gli accertamenti delle autorità è risultato che il veicolo non era idoneo al trasporto di animali così giovani.

«Come documentato dall’inchiesta che abbiamo realizzato, ancora una volta il trasporto degli animali vivi si dimostra un supplizio che provoca solo dolore e sofferenza sottoponendo inutilmente gli animali a un viaggio devastante prima di una fine ancora più tragica», afferma la direttrice di Animal Equality Italia, Alice Trombetta.

L’industria della carne

Animal Equality non ha rilasciato i nomi delle aziende trasportatrici né quelli dei macelli di destinazione, Domani ha chiesto un commento ad Assocarni, l'associazione nazionale Industria commercio carni e bestiame.

«Dalle immagini che ho potuto visionare non mi pare di ravvisare delle violazioni della normativa vigente. Tuttavia, qualora vi fossero, desidero ricordare che il benessere degli animali in tutte le fasi è una priorità per la nostra associazione e che le norme europee sul trasporto degli animali sono le più rigide al mondo – spiega François Tomei, direttore generale Assocarni –  Il trasporto degli animali, effettuato secondo i rigidi parametri europei, consente di arginare le importazioni di carni dai paesi terzi nei quali non vigono le medesime norme di benessere degli animali applicate in Europa».

La legge

«Il regolamento europeo numero 1 del 2005 dice che gli animali devono essere trasportati in modo da non causare loro inutili sofferenze. Ma quando gli agnelli da latte - non svezzati - vengono trasportati, si sa già che non saranno in grado di mangiare da soli e che questo causerà loro sofferenza inutilmente», spiega Tea Dronjic, project manager di Animal Welfare Foundation e veterinaria.

Le indagini riscontrano ciclicamente camion non idonei al trasporto, sovraffollamento (anche 850 agnelli in un solo veicolo), animali che non hanno spazio sufficiente né per sdraiarsi né per stare in posizione eretta senza toccare il piano superiore.

«Se vogliamo mettere fine alle sofferenze di questi animali è necessario non soltanto garantire il rispetto delle normative sul trasporto ma soprattutto cambiare i nostri stili di vita. Perché alla base della sofferenza animale ci sono sempre l’industria e il commercio della carne», aggiunge Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa.

Grazie alle battaglie di molte organizzazioni, nel 2020 il Parlamento europeo ha approvato l'istituzione di una Commissione d'inchiesta sul trasporto di animali vivi che riconoscendo la scarsa attuazione del regolamento, ha posto nuovi emendamenti che saranno votati in plenaria a gennaio 2022.

Una prima revisione (votata dalla Commissione il 2 dicembre) lascia però dei dubbi a Eurogroup for Animals che, insieme ad altre organizzazioni, da anni chiede che il trasporto di animali vivi venga fermato.

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