Il 16 dicembre la Camera ha approvato un emendamento alla legge di delegazione europea per fermare l’abbattimento selettivo di pulcini maschi nell’industria delle uova italiana. All’inizio del 2022 il testo della legge dovrebbe passare al Senato e, se venisse approvato, entro la fine del 2026 non sarebbe più concessa la pratica in vigore negli allevamenti di uccidere alla nascita i pulcini di sesso maschile. 

Nell’industria delle uova i pulcini maschi sono infatti considerati “scarti”, perché non utili alla produzione di uova e non utilizzabili per l’industria della carne, in quanto specie diverse dai più comuni polli broiler utilizzati dall’industria alimentare. Per questo motivo ogni anno, in Italia, vengono uccisi tra i 25 e i 40 milioni di pulcini maschi, triturati vivi o soffocati entro le 24 ore dalla schiusa delle uova, senza l’utilizzo di tecniche di stordimento.

La notizia del voto alla Camera è stata accolta come una vittoria dalle associazioni animaliste, tra cui Animal Equality, che si era fatta promotrice di una campagna che nel 2020 aveva raccolto oltre 100mila firme.

«La Camera dei deputati ha compiuto una scelta di responsabilità e rispetto nei confronti di animali, esseri senzienti, che non possono più essere solo considerati scarti industriali – è stato il commento di Alice Trombetta, direttrice esecutiva di Animal Equality Italia –. L’uccisione selettiva dei pulcini maschi che avviene ogni giorno nell’industria delle uova non può essere ancora considerata la normalità, e il parlamento ha scelto di sostenere la nostra proposta che segue le linee dettate anche dell’Unione europea in materia di benessere animale».

L’emendamento, presentato da Francesca Galizia, capogruppo del Movimento 5 stelle in commissione Politiche Ue, prevede tempi di adeguamento alla normativa per l'aggiornamento delle procedure di lavoro e dello stato tecnologico delle imprese del settore dell'allevamento delle galline ovaiole, supportando inoltre l'introduzione e l’incentivazione di tecnologie per il sessaggio degli embrioni in-ovo, uno strumento che è in grado di identificare il sesso del pulcino ancora prima della schiusa.

Grazie al lavoro di Animal Equality, che ha ottenuto l’appoggio di Coop e Assoavi, il primo macchinario per il sessaggio in-ovo è già attivo in Italia. Secondo le stime dell’associazione, questo consentirà di risparmiare oltre 600mila pulcini maschi già alla fine del 2021, e oltre 5 milioni nel 2022.

Il trasporto di animali vivi 

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Sono ancora molte però le pratiche degradanti in uso nell’industria animale. Tra tutte, Animal Equality si sta battendo in particolare contro il trasporto di animali vivi, una consuetudine che si aggrava soprattutto nel periodo che precede le festività natalizie. «Milioni di animali sono già in viaggio – si legge sul sito dell’associazione – stipati in spazi inadeguati, lasciati senza cibo o acqua per giorni o addirittura settimane. Questo per rispondere alla domanda di carne che si impenna durante le feste».

«È il caso degli agnelli – continua Animal Equality – 900mila solo nel 2019, che il nostro paese esporta ogni anno verso Romania, Ungheria, Polonia, Francia, Bulgaria e Spagna». Per quanto riguarda l’Unione europea, l’associazione stima che siano circa 2 milioni gli ovini e bovini che ogni anno vengono trasportati via nave verso Turchia, Medioriente e Nord Africa. 

La proposta dell’Ue

Dopo anni di inchieste e petizioni, a giugno 2020 il Parlamento europeo ha approvato l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sul trasporto di animali vivi, con 605 dei 689 deputati favorevoli. Lo scopo è esaminare le responsabilità degli stati membri nell’attuazione e applicazione del Regolamento CE del 2005 sulla protezione degli animali vivi durante il loro trasporto.

A inizio dicembre si è tenuto il primo voto della Commissione, che ha approvato un emendamento che ha riconosciuto la scarsa attuazione dell’attuale regolamento sui trasporti, soprattutto nei casi di trasporto extra-Ue, e la mancanza di regole specifiche sul tema. Ma per le associazioni non è sufficiente.

«La Commissione ha scelto una linea ancora cauta – spiega Animal Equality –espressa dalla decisione di sostituire al trasporto di animali vivi quello di carne e carcasse solo “quando possibile”. Inoltre, il testo non si esprime in modo chiaro sulla necessità di stabilire un tempo massimo di viaggio di 8 ore, ignorando di fatto le richieste e le aspettative dei cittadini europei».

«Inoltre – continua Animal Equality – pur ritenendo che il trasporto di animali non svezzati debba essere evitato, gli agnelli non svezzati rimangono sostanzialmente esclusi dalla Commissione, che ha chiesto di vietare soltanto il trasporto di vitelli non svezzati di età inferiore alle 4 settimane di vita.

In vista del voto finale del parlamento europeo, previsto per gennaio 2022, l’associazione ha chiesto quindi all’Unione europea di essere più ambiziosa, puntando a una chiare sostituzione del trasporto di animali vivi con quello di carne e carcasse, e introducendo metodi come il trasporto di embrioni per l’esportazione di animali.

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