Liebe LeserInnen,

Questa settimana è stata turbolenta per la politica tedesca, ma anche in Austria il caso Kurz ha visto svolte drammatiche e inaspettate. Parliamo delle discussioni sul gas in Europa, del dibattito sul porto di Amburgo (e perché la sua possibile vendita riguarda anche il resto d'Europa) e della maretta che continua a esserci tra la storica coppia Parigi-Berlino.

Non accenna a finire lo scontro europeo sul gas, su cui i paesi dell'Unione continuano a non riuscire a trovare un accordo. Il price cap, anche temporaneo, continua a sbattere contro le riserve di Germania e Olanda. Secondo Zacharias Zacharakis, potrebbe essere questa l'occasione in cui il cancelliere Olaf Scholz riprende la tradizione di Angela Merkel di non farsi amici in Europa, soprattutto nei paesi mediterranei. Il giornalista della Zeit si chiede: perché lo scatto solitario?

Anche in patria iniziano ad esserci critiche. Secondo i commentatori, il sostegno governativo fornirebbe soltanto una soluzione temporanea, mentre l'economia avrebbe bisogno di un intervento strutturale.

Nuovi pacchetti

A rincarare la dose sulle tensioni europee potrebbe arrivare presto un'ulteriore iniziativa del governo di Berlino. Il ministro dell'Economia e del Clima Robert Habeck ha proposto ai governatori dei Land di discutere anche un nuovo pacchetto di aiuti per quanto riguarda le bollette della corrente elettrica. Il ministro ha fatto sapere di voler intervenire per aiutare famiglie e imprese già da gennaio.

La speranza del governo è quella di riuscire a implementare anche il tetto nazionale al prezzo del gas per inizio gennaio, in modo da iniziare a sostenere la popolazione il prima possibile. Ma soprattutto tra socialdemocratici e Verdi è forte la richiesta di un ulteriore aiuto da elargire nei primi mesi del 2023. La strategia è quella di pensare a un solo intervento che tenga insieme gas ed elettricità.

Ci eravamo tanto amati

Questa settimana abbiamo guardato da vicino il rapporto tra Parigi e Berlino per analizzare per quale motivo il rapporto tra i due partner storici dell'Unione europea è in stallo. Emmanuel Macron e Olaf Scholz hanno fatto saltare il tradizionale incontro dei due governi previsto dall'accordo di Aquisgrana, un appuntamento che non era saltato nemmeno durante il Covid, quando i due esecutivi si erano confrontati via videoconferenza.

E allora, perché Parigi e Berlino si guardano in cagnesco? Le ragioni vanno cercate negli approcci diametralmente opposti su energia e difesa, in cui i due paesi stanno percorrendo strade diverse e si accusano vicendevolmente di dispetti. Al di là del price cap al prezzo del gas, Parigi e Berlino sono in disaccordo sul futuro dell'approvvigionamento energetico: mentre i francesi vorrebbero continuare a sviluppare il nucleare, in Germania si punta a un percorso che porti alle energie verdi. Ma tra i temi più scottanti c'è anche la difesa, ambito nel quale Parigi potrebbe rivolgersi a Roma in questi mesi, per continuare a portare avanti insieme il progetto comune di una difesa antiaerea.

Ma anche in questo caso, Berlino è fuori dai giochi, dopo che Scholz ha scelto di puntare su uno scudo che faccia riferimento a tecnologie americane e israeliane. Insomma, il motivo del rinvio non sono (soltanto) le ferie d'autunno che i ministri tedeschi vorrebbero passare con i loro figli.

Il porto dei desideri

Restiamo sulla politica, ma in ambito più internazionale. Abbiamo preparato un approfondimento sulla vicenda della possibile vendita del porto di Amburgo al gigante cinese Cosco: quella che appare come una trattativa commerciale molto locale e di scarso interesse per chi non gestisce un'azienda di container in realtà è un esempio tangibile degli effetti della geopolitica sulle nostre vite.

Il cancelliere vuole dare il via libera all'acquisto di una parte di uno dei quattro terminal, ma l'opposizione e i partner di governo si oppongono fermamente. Il porto, sostengono, è un'infrastruttura strategica, e dare a un'azienda cinese espone Germania ed Europa a una possibile manipolazione da parte del governo di Pechino. Eppure, Berlino si sta appena riprendendo da una dipendenza economica deleteria come quella dal gas russo. Perché Scholz insiste sulla vendita?

Ich bin dann mal Kurz weg 

Mentre in Germania il governo attuale rischia per i suoi legami pericolosi con partner ambigui, in Austria è in corsa la rielaborazione della vicenda di Sebastian Kurz, il wunderkind della politica viennese che in pochissimo tempo aveva scalato il partito, il governo ed era stato poi costretto a dimettersi dopo uno scandalo. Kurz e i suoi fedelissimi avrebbero lavorato per migliorare la reputazione del loro partito, impiegando sondaggi d'opinione manipolati finanziati in parte con fondi pubblici.

La svolta della settimana arriva da un tecnico del ministero delle Finanze che aveva collaborato strettamente con Kurz e che ora sostiene di avere le prove che il cancelliere fosse consapevole delle pratiche illegali e del fatto che il finanziamento dei sondaggi avvenisse con i soldi dei contribuenti. Secondo l'ex cancelliere, invece, Thomas Schmid starebbe solo cercando di rifarsi una verginità politica a sue spese, assumendo il ruolo di testimone chiave nelle indagini a suo carico. Trovate tutti i dettagli qui.

Identità da scoprire

La scorsa settimana è stato assegnato il Buchpreis, il corrispondente del premio Strega dell'editoria tedesca. A essere premiato è stato Blutbuch, di Kim de l'Horizon, un autore queer che alla premiazione ha deciso di tagliarsi i capelli per solidarizzare con le manifestanti iraniane. La storia che de l'Horizon racconta una storia familiare sulla ricerca d'identità e della propria storia di una persona non binaria.

Il protagonista assomiglia all'autore, che ha pubblicato il romanzo dopo averci lavorato per undici anni. Secondo de l'Horizon, anche il suo modo di scrivere è "non binario" e trapassa diversi piani, da quello dell'identità sessuale a quello del conflitto generazionale.

Vi aspettiamo la prossima settimana con le vostre idee e spunti per La Deutsche Vita. L'indirizzo è sempre lisa.digiuseppe@editorialedomani.it.

Grazie e a presto!
Lisa Di Giuseppe

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