Liebe LeserInnen,
Il weekend è stato dominato dalle notizie sulla manifestazione per la pace organizzata da Sahra Wagenknecht e Alice Schwarzer. L'attenzione mediatica per l'evento che ha raccolto tutti coloro che guardano con scetticismo alla consegna di armi all'Ucraina e non considerano soltanto Vladimir Putin responsabile del conflitto è stata alta, per alcuni anche troppo, considerato il numero di persone effettivamente presenti a Berlino.

In questo numero della newsletter vi aggiorniamo anche sullo stato dell'arte delle relazioni tra Roma e Berlino con il racconto di un piccolo paradosso: mentre Meloni e i partiti di maggioranza in passato si sono scagliati con forza contro la Germania, oggi i loro ministri sono molto più pragmatici, soprattutto in termini economici. Torniamo a occuparci anche degli attivisti di Letzte Generation e chiudiamo con un passaggio su un importante evento della storia del Novecento.

La destra ruba il pacifismo

L'evento del fine settimana è stata la manifestazione organizzata da Sahra Wagenknecht e Alice Schwarzer per protestare contro guerra e fornitura di armi. Alla fine sono scese in piazza più di diecimila persone, ma l'evento è diventato un caso perché le due organizzatrici, la controversa ex capa della Linke e la femminista che ultimamente è stata spesso criticata per le sue posizioni ostili alle persone trans, non si sono contrapposte alla partecipazione alla loro manifestazione di membri di movimenti di estrema destra. Un fatto che ha messo in estrema difficoltà anche l'ex partito di Wagenknecht, diviso tra chi ha preso parte alla manifestazione e chi critica i colleghi che sono scesi in piazza.

La segretaria del partito, Janine Wissler, aveva chiesto già prima della manifestazione a Wagenknecht di prendere le distanze dai radicali. Anche Spd e Verdi hanno espresso critiche alla manifestazione, pur rallegrandosi del fatto che la manifestazione alla fine ha attirato meno persone di quanto ci si aspettasse.
La politica e l'intellettuale avevano prima pubblicato un manifesto in cui chiedono che il cancelliere incoraggi le trattative tra Ucraina e Russia per raggiungere "un compromesso con Putin che non sarà una capitolazione della democrazia" che eviti una "guerra mondiale" e un "conflitto nucleare". L'obiettivo è quello di "bloccare l'escalation delle forniture di armi" e tornare alle trattative diplomatiche, ma senza specificare come possano funzionare.

Alla fine alla manifestazione di sabato hanno partecipato, oltre ai pacifisti, anche membri di AfD, estremisti di destra e il negazionista dell'olocausto Nikolai Nerling. La comunità di estrema destra ha cercato di prendere possesso dell'iniziativa fin dalla pubblicazione del manifesto di pace, ma in mancanza di una presa di distanza da parte delle organizzatrici ha potuto partecipare senza problemi alla marcia. Dal palco, Wagenknecht ha auspicato che l'occidente proponga a Putin una proposta su cui trattare invece di continuare a fornire armi in una "guerra di logoramento".

Allergia politica e collaborazione economica

Questa settimana ci siamo anche occupati della realtà dei fatti per quanto riguarda i rapporti economici tra Germania e Italia. A prescindere dalla propaganda politica della destra - che pure si è ammorbidita rispetto ai tempi in cui Giorgia Meloni si diceva "allergica" alla Germania - gli scambi commerciali vanno a gonfie vele. I dati della Camera di commercio Italo-germanica rivelano che il valore di import ed export continua a crescere e che la Germania resta il primo partner commerciale di Roma.

Lo sanno bene i ministri del governo Meloni: Matteo Salvini e Adolfo Urso non hanno perso tempo per incontrare i loro omologhi tedeschi, con il ministro delle Imprese pronto a inserire una strategia industriale comune anche nel Piano d'azione, il trattato diplomatico su cui le cancellerie stanno trattando ormai da mesi. Abbiamo fatto un quadro della situazione.

La trattativa green

Lo Spiegel racconta le trattative che hanno aperto gli attivisti del clima di Letzte Generation con le amministrazioni locali per porre fine alle loro proteste. L'organizzazione propone di concludere le operazioni di incollamento e blocchi stradali in cambio del rispetto di alcune condizioni, come la reintroduzione del biglietto per i mezzi pubblici da 9 euro al mese, un limite di velocità in autostrada e l'organizzazione di un'assemblea pubblica per decidere come raggiungere lo stop alle emissioni entro il 2030. La loro nuova strategia ha già ottenuto un primo risultato: il sindaco di Hannover, Belit Onay dei Verdi, ha incontrato gli attivisti e ha assicurato loro sostegno alla richiesta dell'organizzazione di istituire un'assemblea popolare di cittadini estratti a sorte supportando il progetto con una lettera indirizzata ai gruppi parlamentari del Bundestag.

Ma non dappertutto gli attivisti incontrano il favore della politica. Dal gruppo parlamentare dei liberali della Fdp arriva addirittura un'accusa di "ricatto" nei confronti dell'accordo tra gli attivisti e il sindaco. Anche secondo i conservatori della Cdu/Csu, le decisioni politiche non vanno affidate ad assemblee popolari, ma ai rappresentanti eletti dal popolo. Più aperti i parlamentari della Spd, che però per bocca del vicecapogruppo Matthias Miersch sottolinea come la politica non si debba rendere ricattabile.

Ambizioni indiane

Vi segnaliamo anche l'efficace analisi di Natalie Mayroth, che sulla taz individua con grande chiarezza l'obiettivo principale del viaggio in India del cancelliere nell'ultimo fine settimana. Olaf Scholz vuole contemporaneamente rafforzare i legami politici e commerciali con il gigante asiatico come alternativa a Pechino e sciogliere la dipendenza di Nuova Delhi dalla Russia. Per il momento la Germania è primo partner commerciale europeo dell'India, ma il valore degli scambi è ancora lontano da quello che Berlino intrattiene con la Cina.

Ma la visita di Scholz potrebbe sbloccare un salto di qualità: Narendra Modi spera in investimenti che creano nuovi posti di lavoro, mentre il cancelliere punta con un regime di immigrazione particolare per i "talenti indiani" a compensare la mancanza di professionisti in Germania. Oltre al versante economico, la cui importanza per Berlino era testimoniata dalla presenza di una delegazione commerciale, Scholz ha tentato di coltivare anche i legami geopolitici.

Per mandare un segnale in direzione Pechino, il cancelliere ha in mente una joint venture per la realizzazione di sottomarini, un asset che potrebbe mettere in discussione l'egemonia della Cina sul mare cinese meridionale. Con l'obiettivo ultimo - ma ancora molto, molto lontano - di portare l'India nell'alveo dell'alleanza occidentale contro la Russia.

Riarmo o no

A quasi un anno dall'annuncio della Zeitenwende da parte di Scholz, che comportava anche lo stanziamento del Sondervermögen, il fondo da 100 miliardi di euro per il miglioramento delle condizioni della Difesa tedesca, Tagesschau pubblica un bilancio.

I progetti già proposti negli ultimi mesi del 2022 hanno già assorbito quasi un terzo dei fondi stanziati, ma i soldi non sono ancora stati spesi: il tempo passa e l'inflazione rischia di impattare negativamente sul potere d'acquisto del tesoretto stanziato. Il neoministro della Difesa Boris Pistorius ha già chiesto nuovi finanziamenti annui da 50 miliardi per sostenere gli acquisti di nuovi sistemi militari e la loro manutenzione.

Resta il problema dell'ente che organizza le forniture, uno degli organismi più famigerati della Bundesrepublik, che Pistorius si è proposto di riformare. Per il momento però la struttura rallenta l'ammodernamento e non è detto che le richieste del ministro mettano d'accordo tutta la maggioranza. Resta aperta anche la discussione sulla reintroduzione della leva militare, una possibilità che però i liberali respingono, privilegiando invece un rafforzamento della riserva della Bundeswehr, soprattutto in settori specifici come la protezione dai cyberattacchi. La proposta di reintrodurre il servizio militare era arrivata nelle ultime settimane proprio da Pistorius, ma attualmente la prospettiva sembra molto lontana e raccoglie poco sostegno in parlamento.

Storia e fantasia

Cade oggi l'anniversario dell'incendio del Reichstag. Novant'anni fa, appena un meso dopo la nomina di Adolf Hitler a cancelliere, il parlamento tedesco fu divorato da un incendio doloso. Fu immediatamente arrestato Marinus van der Lubbe, che fino alla sua esecuzione ha fermamente sostenuto di aver agito in solitaria, una tesi che apparse fin da subito poco credibile a chi considerava mandante dell'azione di van der Lubbe i nazisti. Quel che è certo è che l'incendio è stato il pretesto con cui le leggi della costituzione di Weimar furono di fatto sospese per consentire a polizia e SA di arrestare impunemente gli oppositori della Nsdap. Su Domani, Fabiano Massimi firma un racconto storico su quella notte.

Il racconto di Massimi si svolge nella fantasia, come anche i mondi digitali di Roblox. La piattaforma è una delle più diffuse per i videogiochi, soprattutto tra i bambini. Il problema che approfondisce la Zeit è proprio nella natura di autogestione di Roblox, che permette agli utenti di costruire ambienti in cui muovere i personaggi dei videogame. Il controllo è scarso, e il risultato immediato tende a essere una realtà in cui vengono creati anche mondi ispirati al Terzo Reich o ai campi di concentramento, oltre che scene come quella dove si è svolta la strage di Hanau o quella di Buffalo. Contenuti che spesso restano nascosti, visto che i mondi vanno cercati attivamente dai giocatori, e quindi difficilmente vengono cancellati dalla piattaforma.

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