- Se Berlino vorrà raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi e rispettare la Legge sulla Difesa dell’Ambiente, in vigore dal 2019, sarà necessario far si che entro il 2030 l’80 per cento dell’energia tedesca provenga da fonti rinnovabili.
- Negli ultimi anni è stato fatto pochissimo per eliminare gli incentivi economici alle fonti energetiche fossili, e anzi sono stati aggiunte restrizioni alla costruzione di parchi fotovoltaici ed eolici. Ed è proprio in questo senso che va il progetto di Habeck. Buona parte degli obiettivi citati riguardano un taglio delle regole imposte agli operatori di pale eoliche, che in numerosi Länder sono costretti a tenersi alla larga dai centri abitati.
- Ma l’ambizione di Habeck non nasconde l’immenso rischio insito nell’inefficiente amministrazione tedesca, soprattutto nella burocrazia bizantina e nella babele delle competenze di Stato e Länder.
Robert Habeck, leader dei Verdi e neoministro dello Sviluppo economico del governo Scholz, è spesso accusato di adottare toni inutilmente teatrali. Non è stato così la settimana scorsa, quando il dottore in filosofia ha annunciato un «piano immediato» per la transizione energetica. Habeck si è presentato in conferenza stampa con un semplice diagramma a barre, la rappresentazione delle attuali emissioni di Co2 tedesche e delle riduzioni che andranno intraprese. Se Berlino vorrà raggiungere gli



