Liebe LeserInnen,

Ci ritroviamo dopo una settimana densa di avvenimenti: abbiamo assistito al tentato golpe dei Reichsbürger, ci siamo occupati del primo anniversario del governo Scholz e abbiamo letto una delle prime interviste in bianco e nero (cioè a domanda e risposta) della ex cancelliera Angela Merkel.

Quasi-golpe

Mercoledì scorso un intervento di oltre 3.000 agenti su tutto il territorio nazionale ha sgominato una cellula di Reichsbürger, un'organizzazione di persone - tendenzialmente di estrema destra - che non riconoscono lo stato federale e gli organismi che lo rappresentano, cercando appigli giuridici per dimostrare che al suo posto continua a esistere il Reich tedesco.

Lo scopo della cellula, che oltre a un principe, uno chef e diversi professionisti comprendeva anche una ex deputata di AfD e alcuni ex soldati delle forze scelte dell'esercito tedesco, era organizzare un golpe che avrebbe riportato al governo la monarchia con un assalto al Bundestag e l'arresto di tutti i deputati. I cospirazionisti, vicini anche ad ambienti No-vax e contrari alle restrizioni del periodo Covid, avevano iniziato a raccogliere anche armi. Al di là degli arresti, è interessante analizzare le reazioni all'episodio: mentre AfD si è chiusa in un silenzio con "piena fiducia" negli inquirenti e i media tedeschi hanno analizzato la struttura della cellula e le caratteristiche della cellula nei minimi dettagli, Matthew Karnitschnig di Politico nel suo editoriale rimprovera le autorità tedesche di un'attenzione eccessiva nei confronti di un caso che assomiglia «più a uno sketch dei Monty Python che al seguito de Il giorno dello sciacallo».

Secondo i media tedeschi il caso è ben più grave, e guai a ridurlo a un gruppuscolo di personaggi con convinzioni discutibili: lo Spiegel ha dedicato la sua ultima copertina alla cellula e si è chiesto quanto è sicuro il Bundestag, mentre DW scrive che i Reichsbürger «non sono dei pazzi innocui».

Un anno di semaforo

Abbiamo provato a fare un bilancio del primo anno di coalizione Semaforo: i temi sono tanti (forse troppi per essere riassunti in un solo articolo). Dall'Ucraina alla transizione ecologica, passando per il problema della fornitura del gas, i rapporti tra partner di coalizione e le ambizioni geopolitiche del cancelliere socialdemocratico, sembra siano passate ere geologiche da quando i tre alleati hanno firmato il loro contratto di coalizione.

Quel che resta, guardandosi alle spalle, sono passi avanti in termini di diritti e in parte anche nella giustizia sociale, ma anche una posizione geopolitica che appare a tratti egoistica e che in futuro rischia di diventare un grosso problema per Scholz.

Le parole di Merkel

Vi segnaliamo anche l'intervista di Die Zeit alla ex cancelliera. Come tutto il materiale che raccoglie un contributo diretto di Angela Merkel è un ottimo contributo per valutare gli effetti dei suoi sedici anni di governo sul paese. Tina Hildebrandt e Giovanni Di Lorenzo toccano molti temi che continuano a far discutere il paese anche dopo l'addio di Merkel alla politica, come il rapporto con Putin e la sua Russia. Alla domanda sul perché la cancelliera non sia intervenuta per mettere un freno alle ambizioni del presidente russo, che pure aveva riconosciuto già nel 2007, Merkel risponde che le era chiaro che si trattava di un conflitto congelato e il problema non era risolto, ma che proprio questa situazione ha concesso all'Ucraina tempo prezioso.

Nonostante questo, Merkel non è pronta a esercitare autocritica: «Sarebbe quasi una prova di povertà umana se ora per essere lasciata in pace e senza pensarlo davvero dicessi: toh, vero, adesso me ne accorgo anch'io, è stata una decisione sbagliata». La cancelliera mostra invece di pentirsi, anzi di "essere occupata" da un punto in particolare, cioè il fatto di non aver reagito per tempo all'aggressività crescente di Mosca, raggiungendo prima il traguardo del 2 per cento di spesa per la difesa deciso dalla Nato.

Alibi scomparso

Una parola anche sulla decisione della Corte costituzionale di Karlsruhe di dare il via libera alla ratifica del trattato del Mes. Il tribunale ha respinto il ricorso di un gruppo di deputati liberali che temevano ripercussioni negative per la Germania, così com'era successo qualche giorno prima per Next Generation EU. In questo caso secondo i togati i ricorrenti non avevano spiegato bene le loro ragioni. La decisione della Corte ha riflessi anche sull'Italia perché toglie al governo di destra l'alibi che era la base della risoluzione anti-Mes approvata la settimana scorsa alla Camera, cioè l'attesa, per ratificare le modifiche tanto avversate dal centrodestra, del via libera della Germania, unico altro paese dell'eurozona a non aver ancora proceduto.

Il valore delle radici

In occasione della presentazione del suo libro Origini alla fiera Più libri più liberi abbiamo avuto con colloquio con Saša Stanišić sul significato delle politico delle proprie origini e del passato di ciascuno: «Delle origini si abusa anche per opprimere le minoranze, diffondere stupidaggini sul darwinismo sociale e aumentare in maniera generica il valore di “radici” che in realtà sono solo delle coincidenze» dice l'autore bosniaco-tedesco.

Novantesimi di grido

Cogliamo l'occasione per segnalare ai nostri lettori romani il concerto con cui il Goethe Institut della capitale festeggia il novantesimo compleanno di Edgar Reitz, il prossimo 15 dicembre alle 20. Il regista parteciperà alla serata in suo onore all'auditorium dell'istituto. Il concerto con le musiche di “L'altra Heimat – Cronaca di un sogno” sarà eseguito dal compositore stesso della colonna sonora, il jazzista Michael Riessler.

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