Qualche invio fa ci siamo lamentati che le notizie in arrivo dalla Germania non fossero allineate con il calendario degli invii della Deutsche vita, ma oggi il karma ci ha preso fin troppo sul serio e ci ha regalato una giornata davvero sfidante. Ovviamente non potevamo lasciarvi soli nel momento in cui la politica tedesca abbandona ufficialmente il suo status di gigante stabile al centro dell’Europa. Ci perdonerete se in questo invio la politica la fa da padrone. L’italianizzazione del Bundestag – compresi franchi tiratori, riunioni d’emergenza e scenari da crisi di governo anche quando il governo non c’è – si è svolta sotto gli occhi dell’ex cancelliera Angela Merkel che, combinazione, non era più presente «per ragioni di agenda» nel momento in cui il suo rivale di sempre Friedrich Merz alla fine ha coronato il suo sogno di diventare cancelliere (anche se ben 23 anni dopo di lei). 

Gigante fragile

Perfino durante i primi anni Duemila, quando la Germania era economicamente considerata il malato d’Europa, nessuno aveva dubbi sulla sua tenuta politica. Anzi, Gerhard Schröder, cancelliere di quell’epoca, addirittura riuscì a ottenere un sostegno superiore al numero di voti che gli avrebbe dovuto garantire la sua maggioranza. 

Ma era tutta un’altra epoca: anche oggi l’economia è in frenata, ma il cancelliere che sta per prendere in mano le redini del paese è debole come non mai. Diciotto franchi tiratori che gli hanno impedito di essere eletto alla prima votazione stanno lì a dimostrarlo: non lo sostiene del tutto il suo partito, ma anche gli alleati non sembrano essere del tutto convinti del fatto che mettersi in società con Merz sia stata la cosa giusta. Vi lasciamo la cronaca di una giornata decisamente fuori dal comune al Bundestag.

La squadra del capitano

Una delle ragioni che vengono tirati in ballo dagli analisti politici per motivare l’incubo che è stato il primo giorno da cancelliere di Merz è stato proprio lo scarso affiatamento di lui e del suo alleato Klingbeil con i rispettivi gruppi parlamentari. Effettivamente entrambi hanno scelto chi schierare nel prossimo governo facendo più riferimento alla fedeltà che a competenza e popolarità, una decisione che ha scontentato parecchi in entrambi i partiti. Abbiamo approfondito sia gli “illustri sconosciuti” di Merz che il manuale Cencelli in salsa tedesca che ha scelto Klingbeil per la sua lista. 

La parabola degli estremisti

Nonostante le opinioni critiche più che legittime, sia Linke che Verdi oggi si sono mostrati responsabile nella gestione della piccola crisi che è andata in scena dopo che il primo voto su Merz è andato in bianco. Gli unici a brindare alle oggettive difficoltà del governo sul punto di nascere sono stati gli estremisti di AfD. 

Tutte le mosse che politica e società civile stanno mettendo in campo per arginare il successo delle idee ostili alla democrazia del partito di Alice Weidel sembrano infatti paradossalmente lanciare AfD sempre più in alto nei sondaggi. Vi abbiamo ricapitolato i contenuti del report dell’intelligence qui

Deutsche vita meets In contraddittorio

Anche questa settimana possiamo regalarvi un “crossover episode” con un’altra realtà di Domani, la newsletter di Giulia Merlo In contraddittorio, dedicata al mondo della giustizia. Negli ultimi giorni, infatti, Giulia si è occupata della annosa questione giuridica dei risarcimenti alle vittime del Terzo Reich in Italia durante la Seconda guerra mondiale, che ha generato un contenzioso ancora aperto e solleva interrogativi di diritto internazionale. Un quesito spinoso. 

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