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La settimana passata è stata tutta nel segno del Leopardo: nel senso del panzer, ovviamente, anche se il gioco di parole è merito dello Spiegel, che ha intitolato il suo ritratto del nuovo ministro della Difesa Boris Pistorius proprio "l'anno del leopardo". The year of the cat, per citare Al Stewart. Il salto di qualità è arrivato però soltanto oggi, quando la ministra degli Esteri Annalena Baerbock ha fatto capire che non ci sarà opposizione alla consegna dei panzer tedeschi all'Ucraina da parte di paesi terzi. Anche in termini di politica interna si è mosso qualcosa, soprattutto in Baviera, dove Markus Söder resta un sorvegliato speciale nel campo conservatore.

La stella verde

L'ultima parola nel difficile dibattito sul tank Leopard, che Olaf Scholz si rifiuta da settimane di fornire all'Ucraina, arriva da Baerbock: via libera alle cessioni da parte di paesi terzi, che comunque avevano bisogno dell'autorizzazione della Germania, paese produttore. Si tratta di una rassicurazione pesante che cambia gli equilibri internazionali, qui vi spieghiamo perché.

Usato sicuro

Scholz ha scelto come successore di Christine Lambrecht Oscar Pistorius. La sua decisione ha spiazzato molte persone, il ministro dell'Interno della Bassa Sassonia non era nella rosa dei nomi che circolavano nelle ore precedenti alla sua nomina.

Con Pistorius, Scholz ha cercato alleati nel governo: cresciuto nel potente clan di Gerhard Schröder, Pistorius è considerato emanazione diretta del cancelliere e potrà fiancheggiarlo con la spinosa questione dei panzer: per lui, sarà l'anno del Leopardo, come titola lo Spiegel.

Ambizioni geopolitiche

Vale la pena dare un'occhiata a uno dei progetti che stanno più a cuore alla coalizione semaforo, in particolare a Spd e Verdi, la Nationale Sicherheitsstrategie. Il progetto è ambizioso, si tratta di rivedere la strategia geopolitica tedesca. A partire dalla creazione di un nuovo ente, un Consiglio di sicurezza nazionale, per l'appunto, sull'esempio del National Security Council americano.

Sembra un'ambizione personale, ma la realizzazione della strategia, che oltre alla creazione del nuovo organismo prevede la ridistribuzione dei finanziamenti e di alcune competenze per quanto riguarda la gestione delle catastrofi, rende tangibili le tensioni invisibili che corrono nella maggioranza. Il conflitto è tra il cancelliere Scholz e la ministra degli Esteri Baerbock, che anche in altre occasioni ha percorso strade differenti da quelle indicate dal capo del governo.

Lo Spiegel riferisce che Baerbock ambisce a presentare la nuova strategia alla conferenza sulla Sicurezza di Monaco, appuntamento di riferimento per la geopolitica internazionale, ma la cancelleria si sta mettendo di traverso, prendendo tempo: l'impressione è che Scholz voglia lottare per guadagnare un controllo maggiore del nuovo organismo.

#Söderisst

Markus Söder inizia a prendere le misure per la campagna elettorale regionale che l'aspetta. Ne è prova la riunione di partito della settimana scorsa, da dove sono filtrate le prime proposte su cui ha intenzione di puntare il governatore della Csu e uomo forte di Monaco il prossimo autunno, quando si deciderà il suo secondo mandato, praticamente sicuro, e il suo futuro politico e le eventuali ambizioni berlinesi.

Secondo diversi media, Söder sta prendendo anche in considerazione la possibilità di restare in carica addirittura tre mandati di fila, una scelta che sarebbe in netto contrasto con quanto ha promesso finora. Il governatore uscente gode di ottimi sondaggi: il 56 per cento dei bavaresi approva il suo operato, ma nel dubbio Söder alla convention ha fatto parecchie promesse: innanzitutto, vuole creare 6.000 nuovi posti di lavoro per gli insegnanti e altri 2.000 per ulteriori figure di sostegno scolastiche. L'istruzione è il cuore del suo programma, Söder vorrebbe infatti anche riuscire a proporre un'offerta di tempo pieno per tutte le scuole elementari.

Il governatore vuole anche fare concorrenza ai Verdi, che lo insidiano soprattutto a Monaco: la sua proposta è un abbonamento mensile ai mezzi pubblici da 29 euro per studenti universitari e apprendisti. Resta da vedere se le sue promesse (e le sue abitudini alimentari, che condivide con piacere con l'hashtag #söderisst) continueranno a restare regionali o avranno presto anche ambizioni nazionali.

Anne will nicht mehr

Buttiamo un occhio anche al panorama mediatico. Anne Will, ex anchorwoman del telegiornale della tv pubblica e storica conduttrice del talk show che porta il suo nome, ha annunciato il suo addio a fine anno. La sua trasmissione è durata sedici anni, o come lo definisce Peter Dausend sulla Zeit, un Merkelium. La conduttrice è stata apprezzata da una parte del pubblico per la sua sobrietà e per lo stile calmo e ordinato che ha sempre imposto anche ai suoi ospiti, a rischio di proporre un prodotto a tratti molto serio.

Alcuni la paragona alla protagonista di Super Nanny, il format anglosassone poi esportato in tanti altri paesi, a causa del suo stile quasi professorale ed educativo, altri ammettono che comunque ne sentiranno la mancanza, a differenza di quel che dichiara il 75 per cento dei tedeschi. Anche se, come scrive Dausend, "le persone che il giovedì sera non perdevano occasione di far sapere che non si infliggevano più i talk show, il lunedì mattina erano sempre perfettamente informati di cosa era stato detto nella trasmissione".

Meme nascente

Chiudiamo con una nota dedicata a un astro nascente del mondo dei meme. A regalarcelo è stato lo scontro tra attivisti e forze nascenti nei pressi di Lützerath, dove è stata fermata anche Greta Thunberg: l'eroe in questione è il monaco (il German Mud Wizard, come lo ha già ribattezzato il web) che ha raggiunto lo status di campione degli attivisti provocando i poliziotti presenti e spingendoli più volte nel fango, dove diversi di loro sono rimasti bloccati.

La sua identità è ancora ignota e probabilmente lo resterà, ma non è la prima volta che il monaco partecipa ad azioni per il clima: è già astato avvistato a inizio 2018, quando protestava contro lo sgombero di un campeggio di manifestanti nella Francia occidentale. Il manifestante si è anche guadagnato un richiamo dal padre superiore dei francescani tedeschi , che ha criticato duramente l'iniziativa del "monaco".

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