Tutti insieme appassionatamente: l’inventore del Billionaire, Flavio Briatore, in società con Dimitri Kunz, gestore di hotel incidentalmente anche compagno della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, e poi Andrey Toporov, imprenditore kazako di casa in Veneto. L’obiettivo comune è rilanciare El Camineto, ristorante di gran classe, da decenni crocevia mondano di Cortina d’Ampezzo, purtroppo costretto a fare i conti con i bilanci in rosso.

La notizia ha fatto un certo scalpore tra gli habitué della Perla delle Dolomiti, politici, finanzieri e imprenditori che si preparano ad affrontare il tour de force festaiolo delle prossime vacanze natalizie. “Briatore si prende lo storico Camineto”, si è letto nei giorni scorsi. Un mese fa, però, la stampa locale aveva svelato che lo stesso Camineto era stato ceduto a Toporov, a cui fanno capo già tre importanti hotel di Cortina, Lajadira, Savoia, e Ampezzo, al momento in ristrutturazione.

Spartizione tra amici

I due annunci si sovrappongono e la storia si complica. Chi possiede che cosa? E poi: chi comanderà d’ora in poi nello storico locale? Una prima risposta arriva da un documento che porta la data del 2 di novembre, quando nello studio di un notaio di Cortina si danno appuntamento Toporov, Kunz e Francesco Menegazzo, in rappresentanza di Majestas, la holding lussemburghese di Briatore. L’inedita compagine ha fondato El Camineto, una società a responsabilità limitata che ha per oggetto sociale la vendita, l’acquisto e la gestione di “ristoranti, pizzerie, trattorie, caffè. L’azionista principale della neonata azienda è Kunz, che a una quota del 14 per cento controllata di persona ne aggiunge un’altra del 25,5 per cento intestata alla Thor, una srl fiorentina di cui è presidente. In totale, quindi, il compagno di Daniela Santanchè controlla il 39,5 per cento di El Camineto. Al kazako Toporov fa invece capo una partecipazione del 30 per cento, mentre la Majestas di Briatore ha versato il 25,5 per cento del capitale. Resta un 5 per cento che risulta di proprietà del pugliese Diego Pepe, un manager alberghiero.

Alla luce di questo documento, è quindi lecito ipotizzare che El Camineto si occuperà della gestione dell’omonimo locale, mentre la proprietà dell’immobile con vista sulle Dolomiti andrebbe a Toporov, da anni attivissimo a Cortina. Kunz avrà un ruolo centrale nell’operazione visto che di fatto è l’azionista principale della società fondata a novembre. Non solo: al fidanzato della ministra è stata affidata anche la gestione ordinaria dell’azienda, con firma disgiunta rispetto al presidente Toporov. Briatore invece compare come semplice azionista, rappresentato in consiglio dal fidato Menegazzo.

D’altronde Mr. Billionaire non ha bisogno di apparire in prima persona. L’impatto mediatico del suo nome basta e avanza per attirare clienti, come si è visto sabato scorso quando una folla di vip e presunti tali si è data appuntamento a Cortina per inaugurare la seconda vita dello storico locale. Alla festa era presente anche la ministra Santanchè, legata a Briatore da molteplici rapporti d’affari. Fino all’anno scorso, l’esponente di Fratelli d’Italia era azionista anche del Twiga, da cui ha preso il largo nell’autunno del 2022, appena entrata al governo. Pochi mesi dopo però Santanchè ha costituto un’altra società, la Ldd sas che ha siglato con lo stabilimento balneare un contratto di gestione di alcune attività, ovviamente dietro adeguato compenso. Kunz invece, sia in proprio, sia tramite la società di famiglia Thor, è ancora azionista del Twiga.

Dalla spiaggia di Forte dei Marmi, adesso il gruppo di sodali plana all’ombra delle Dolomiti. Sempre nel nome del lusso, ovviamente, e dell’ospitalità a cinque stelle. Cortina è un grande marchio del turismo Made in Italy, a cui tanto tiene la ministra. Adesso, però, è il futuro prossimo ad attirare appetiti e investimenti, in vista delle Olimpiadi invernali del 2026, che si disputeranno anche sulle piste della località veneta. Toporov si è dato molto da fare in questi ultimi anni. Ha rilevato il controllo di tre grandi alberghi cortinesi e qualche mese fa si è fatto avanti con un progetto per costruire un eliporto non lontano da dove sorgerà il villaggio olimpico. Per l’occasione si è alleato con la Save presieduta dal finanziere veneto Enrico Marchi, che gestisce gli aeroporti di Venezia, Treviso e Verona.

Oligarca in Franciacorta

Lo stesso Toporov un paio di anni fa è approdato alla presidenza della Monzio Compagnoni, una società agricola in Franciacorta dalla rinomata produzione vinicola. Nel libro soci dell’azienda compare il nome di Viktor Kharitonin, magnate kazako di nascita (come Toporov) naturalizzato russo. Kharitonin ha accumulato un patrimonio miliardario grazie a un’azienda farmaceutica, la Pharmstandard, e ha poi investito in Occidente. Tra l’altro si è comprato il circuito di Formula Uno del Nurburgring, in Germania. Di lui si racconta che sia grande amico di Roman Abramovich, già proprietario del Chelsea, la squadra di calcio, e che goda di ottime entrature al Cremlino. Sta di fatto che si è rivolto a Toporov per gestire l’azienda agricola in Franciacorta e nell’azionariato sono comparsi anche due suoi manager fidati, un altro kazako (Viktor Martin) e il tedesco Michael Lemler.

Il nome di Kharitonin non compare nell’elenco degli oligarchi sotto sanzioni in Occidente. È invece citato in una lista omologa compilata dal governo ucraino. Il rapporto con Toporov è confermato anche da un altro fatto concreto: fino a luglio dell’anno scorso nel consiglio di amministrazione della società Lajadira, a cui fanno capo gli alberghi cortinesi del magnate kazako, compariva anche Irina Kharitonina, la moglie dell’oligarca. Partendo dagli alberghi e dal consolidato rapporto con l’amico Kharitonin, adesso l’ambizioso Toporov ha preso il volo verso El Camineto. Dietro l’angolo c’è il business delle Olimpiadi a Cortina e l’imprenditore kazako può vantare tra i suoi soci il fidanzato e socio d’affari di una ministra della Repubblica. Una ministra che si occupa di turismo. Incidentalmente.

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