Il 2022 si è aperto con la firma da parte di Citynews, l’azienda editoriale che da ormai più di due anni è in cima alle classifiche dei media con maggiore audience digitale stando ai dati Ads, di un contratto che «giornalistico non è», dice il segretario generale della Federazione nazionale della stampa, Raffaele Lorusso.

Fondata a Napoli, con oltre 50 portali di informazione locale e almeno un centinaio di dipendenti, il successo di Citynews è il frutto di una intuizione semplicissima ma anche efficiente: una forte struttura centrale di gestione pubblicitaria, addobbata col tempo da numerose redazioni locali.

Hanno riempito uno spazio dove i quotidiani locali tradizionali non arrivavano o non volevano arrivare. Hanno proposto notizie sul web in tempo reale, pensate per chi cerca l’informazione sui motori di ricerca. Le conferenze stampa importanti, dice Alberto Puliafito che ci ha lavorato, erano quelle della questura: con i nomi di indagati o di morti da far tracciare sùbito a Google. All’inizio i rapporti con i politici importavano poco. Fino all’autunno 2019, Citynews ha potuto applicare il contratto sottoscritto nel 2018 dalla Federazione della stampa e l’Uspi, l’unione stampa periodica italiana, riservato oltre che ai periodici locali, a testate non profit online anche di rilievo nazionale.

È il caso di Open di Enrico Mentana che è una onlus e di testate online che pubblicano soprattutto «notizie di interesse locale». Deroga per deroga, anche Fanpage ha applicato il contratto Uspi. Un bel vantaggio: secondo i calcoli di Daniela Stigliano, ex membro della giunta del sindacato nazionale della stampa, un redattore assunto da oltre due anni costa all’azienda poco più di 50 mila euro l’anno, quello Uspi poco meno di 26mila euro. All’epoca però quel contratto era stato presentato come la strada per migliaia di lavoratori che puntovano ad essere finalmente regolarizzati.

Nelle interlocuzioni tra sindacato e Citynews però c’erano in ballo oltre 30 assunzioni che non si sono mai realizzate. Alla fine la Fnsi ha deciso di disdire il contratto Uspi a cui avevano aderito decine e decine di aziende: «Non ha dato i risultati sperati e in alcuni casi è stato applicato ad aziende fuori dal perimetro contrattuale».

Per cercare di coprire il perimetro della stampa digitale locale, Fnsi ha sottoscritto quest’estate un nuovo contratto per regolamentare il lavoro giornalistico «nelle testate dei periodici di informazione a diffusione locale e nelle testate online prevalentemente locali» con la Associazione nazionale stampa online e la Federazione italiana stampa cattolica.

Di nuovo è un contratto a sconto rispetto a quello dei giornalisti della carta stampata, non prevede che il direttore presenti una linea editoriale e per condizioni assomiglia molto a quello applicato ai giornalisti delle tv e delle radio locali. Per stare ai confronti di prima, il costo per lavoratore può essere stimato in circa 35mila euro l’anno.

Citynews, che dallo scontro è uscita anche con una condanna per comportamento antisindacale, ha deciso di andare per la sua strada, applicando un nuovo contratto sottoscritto dalla stampa periodica con la confederazione dei lavoratori autonomi, creando un unicum nel panorama delle aziende editoriali di grossa dimensione.

Per Open e Fanpage, invece, all’orizzonte c’è un accordo per approdare al nuovo contratto che sulla carta è sempre per le testate di interesse locale: Open si adeguerà gradualmente entro il 2023. Fanpage, che in base ai dati Ads è il secondo sito italiano più visitato, sta trattando una intesa simile per 35 giornalisti assunti con la federazione regionale campana, secondo quanto riferisce la Fnsi.

 

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