Economia

L’altro lato del rialzo dei tassi è il rosso nei bilanci delle banche centrali

The euro sign is seen in front of the European Central Bank, ECB, in Frankfurt, central Germany, Tuesday, Nov. 6, 2007. The euro reached yet another record high against the dollar Tuesday, keeping up its rise amid expectations of more interest rate cuts in the United States. (AP Photo/Bernd Kammerer)
The euro sign is seen in front of the European Central Bank, ECB, in Frankfurt, central Germany, Tuesday, Nov. 6, 2007. The euro reached yet another record high against the dollar Tuesday, keeping up its rise amid expectations of more interest rate cuts in the United States. (AP Photo/Bernd Kammerer)
  • Un test di credibilità per via di enormi perdite attende gli istituti di emissione, dalla Bce alla Federal Reserve, sotto shock per l’inflazione e il conseguente rialzo dei tassi.
  • Nell’area euro la Deutsche Bundesbank, la Nederlandsche Bank e la Banca del Belgio sono state le prime a prevedere una posizione patrimoniale negativa (la Banca d’Olanda con un rosso di 9 miliardi).
  • In parallelo, per mantenere la fiducia dei mercati e dei cittadini, deve essere fatta piena luce sul retaggio del Quantitative easing (Qe), specialmente in Europa.

Tra le conseguenze della politica monetaria, alzare i tassi per combattere l’inflazione – oggi ai massimi di quaranta anni – c’è il calo dei prezzi di tutte le attività finanziarie, soprattutto bond e obbligazioni. Per la Bce ciò si è tradotto in una forte svalutazione dei titoli in portafoglio, acquistati a suon di centinaia di miliardi nell’ambito dei programmi di quantitative easing dal 2015 in poi. Potrebbe sembrare una questione tecnica ma non lo è: che la Bce abbia accumulato uno spropo

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