La tragedia della morte di Sebastian Galassi sta tutta in quel messaggio automatico inviato dall’algoritmo di Glovo, la piattaforma di delivery per cui stava lavorando quando ha avuto un incidente stradale che gli è costato la vita: «Per mantenere una piattaforma sana ed equa – scrive Glovo al “Gentile Sebastian” ormai già deceduto – talvolta è necessario prendere dei provvedimenti quando uno di questi utenti non si comporta in modo corretto. Siamo spiacenti di doverti informare che il tuo account è stato disattivato per il mancato rispetto dei Termini e condizioni».

Sebastian aveva 26 anni, studiava grafica e web design, giocava a calcio al Lion King, era fidanzato di Valentina e la sera e nei weekend lavorava come rider come quel maledetto sabato primo ottobre quando il suo scooter SH si è scontrato con una Land Rover in circostanze tutte da chiarire e ha ricevuto quel messaggio Mirella Bilenchi a un quotidiano locale.

mercoledì i ciclo-fattorini di Firenze si fermano per 24 ore, sciopero proclamato da Filcams-Filt-Nidil Cgil, per protestare contro l’insicurezza e la precarietà del lavoro dei riders. La morte di Sebastian è solo l’ultima di una serie come ricorda su Facebook il sindaco di Firenze Dario Nardella che cita «Willy a Livorno, Roman Emiliano sul Terragno, Romulo a Montecatini».

«Le aziende come Glovo, Deliveroo Uber eats fanno i milioni sulle nostre vite – dice Andrea Pratovecchi rappresentante rider per la Nidil Cgil – ed è una scelta politica perché Just Eat (l’unica che applica a 4mila rider un contratto di subordinazione stipulato con Cgil, Cisl e Uil, ndr) applica un contratto da dipendenti da più di un anno e non sta certo fallendo».Nidil ha un tavolo aperto con Assodelivery, l’associazione datoriale delle piattaforme di distribuzione del cibo, sulla sicurezza da almeno due anni ma senza risultati.

Lavoro a cottimo

«Da una parte la crescita delle consegne a casa, non ha portato a un cambiamento della viabilità,, soprattutto per quanto riguarda le biciclette – spiega Maurilio Pirone ex rider e ora ricercatore all’Università di Bologna proprio sul sistema economico delle piattaforme – Dall’altra parte c’è il contratto che le multinazionali di Assodelivery (Glovo, Uber Eats e Deliveroo) hanno stipulato con l’ Ugl che accenna a una paga oraria di 10 euro che, frazionata a consegna e gestita dall’algoritmo, diventa in pratica lavoro a cottimo. Questo ti spinge a correre e a fare meno attenzione alla strada».

E le consegne sono più numerose quando ci sono condizioni metereologiche avverse «quando piove, grandina o ci sono 45 gradi», dice Pratovecchi. «Io stesso ho avuto un incidente una sera in cui pioveva: pedalavo in un viale senza pista ciclabile, un’auto è entrata di lato mi ha tagliato la strada e mi sono schiantato sulla macchina. Tra l’altro l’autista è fuggito». Andrea è stato fortunato, ha avuto solo un polso slogato, due settimane di riposo che con il suo contratto a collaborazione sono state risarcite dall’Inail, cosa che fino al 2020 tra l’altro per i lavoratori a partita Iva non era possibile.

Il problema però resta. «Il contratto farsa di Assodelivery è cottimo - ribadisce Angelo Junio Avelli rider e rappresentante di Deliverance, uno dei primi sindacati autonomi dei fattorini a Milano –con tariffe a consegna che tendono al ribasso. Il mese scorso abbiamo organizzato uno sciopero con i rider pakistani, che a Milano sono una forza. Il giorno dopo le tariffe erano già più alte».

Pericolo costante, niente malattia per buste paga che si aggirano attorno agli 800 euro al mese. Il punto resta lo spacciare un lavoro subordinato come lavoro autonomo, chiamare fattorini rider e il lavoro Gig economy. Ed è su questo che stanno lavorando sindacati insieme ai parlamentari europei del gruppo Left per portare a casa una direttiva europea che definisca quando il lavoro delle piattaforme diventa un lavoro da dipendenti.

Battaglia in Ue

«La battaglia adesso si fa sugli indici che definiscono il lavoro subordinato. Si parla di due indici su cinque, ma le multinazionali del delivery vorrebbero che ne fossero necessari di più per annacquare la possibilità di definire lavoro autonomo o subordinato – spiega Avelli che con Deliverance partecipa ai tavoli a Bruxelles – il nostro indice è uno solo se le modalità di svolgimento della prestazione d’opera sono decise da altri, anche se non sono persone fisiche ma un algoritmo o una piattaforma, è lavoro subordinato». Solo con un contratto si potrà calmierare la pericolosità del lavoro e evitare le morti come quelle di Sebastian. ©Riproduzione riservata

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