Una manovra «seria ed equilibrata» per la premier Giorgia Meloni, una manovra «piccola e selettiva» per i tanti scontenti. È molto divisiva la legge di Bilancio 2026, varata dal Consiglio dei ministri il 17 ottobre e che in settimana sarà trasmessa al Senato: 137 articoli in tutto che prevedono interventi per 18,4 miliardi di euro, coperti da minori spese e maggiori entrate, tra cui spiccano i 5 miliardi ottenuti con la rimodulazione del Pnrr e i 4,3 miliardi in arrivo da banche e assicurazioni.

Nel complesso è una legge prudente e limitata, senza nulla a sostegno della crescita e nessuna riforma per favorire gli investimenti. Una manovra fatta quasi in pareggio di bilancio, con un minimo aumento del deficit, e che propone tante misure indirizzate a singoli target. Ma di preciso quali sono le norme volute dal governo? In questo articolo, che sarà aggiornato durante l’iter parlamentare, passiamo in rassegna i provvedimenti a tema pensioni.

Tre mesi in più

Per quanto riguarda l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita, stabilito dalla legge Fornero, la manovra opta per un blocco dell’aumento di tre mesi inizialmente previsto per il 2027: l’allungamento dell’età della pensione avverrà gradualmente, con l’articolo 43 della bozza che parla di un solo mese in più dal 2027 e di altri due mesi dal 2028. Si lascia così aperta la possibilità per qualche ulteriore intervento da mettere in campo il prossimo anno.

A conti fatti, ciò significa che nel 2027 si andrà in pensione di vecchiaia a 67 anni e un mese e in pensione anticipata con 42 anni e 11 mesi di contributi; nel 2028 serviranno invece 67 anni e tre mesi per la pensione di vecchiaia e 43 anni e un mese di contributi per la pensione anticipata (con le donne che possono ritirarsi un anno prima). L’impatto di spesa previsto è di 460 milioni nel 2026 e di oltre 1,8 miliardi l’anno successivo, per poi scendere a meno di 2 miliardi nel 2028.

L’aumento non riguarderà i lavoratori impiegati in attività usuranti e gravose (operai edili e in catena di montaggio, ferrovieri, ma anche alcune categorie impegnate di notte), per i quali si prevede una sterilizzazione selettiva. Sono invece inclusi tutti gli altri beneficiari dell’Ape sociale e i precoci non gravosi che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni. L’articolo 42 del testo stabilisce che dall’incremento dei requisiti non si salverà nemmeno chi fa parte dell’esercito e chi opera in polizia o nei vigili del fuoco.

Proroghe (mancate)

La legge di Bilancio rinnova per un altro anno l’Ape sociale, l’assegno ponte che accompagna alla pensione disoccupati di lungo corso, caregiver, invalidi civili e lavoratori impiegati in lavori usuranti e gravosi. Lo stanziamento previsto è di 1,2 miliardi fino al 2031, di cui 170 milioni per il 2026. A ciò si aggiunge la conferma del bonus Giorgetti (l’ex bonus Maroni) per i dipendenti che restano attivi anche una volta raggiunti i requisiti per la pensione anticipata: a loro spetta un aumento dello stipendio del 9,19 per cento grazie a parte dei contributi Inps girati in busta paga.

Ci sono poi misure cancellate per mancanza di risorse. È il caso di Quota 103, il provvedimento che permetteva – tramite un ricalcolo dell’assegno – di lasciare il lavoro a 62 anni con 41 di contributi. Analogo destino è toccato a Opzione donna, che prevedeva l’uscita anticipata per le donne con almeno 61 anni d’età e 35 di contributi a patto di calcolare l’importo con il metodo contributivo. Il mancato rinnovo è stato criticato da Cgil e Uil, anche se va notato che la platea dei beneficiari si è molto ristretta nel tempo, con poche migliaia di domande presentate ogni anno.

A basso reddito

Dalle pieghe della legge emerge poi un piccolo aumento delle pensioni per «i soggetti in condizioni disagiate»: dal 1° gennaio prossimo l’importo degli assegni sarà incrementato di 20 euro al mese, ma solo a chi ha un’età pari o superiore a 70 anni. La norma riguarderà solo l’assegno sociale, la prestazione assistenziale per chi non ha versato contributi, che attualmente riceve un importo di 538 euro al mese. In realtà, però, i 20 euro annunciati dal governo comprendono l’aumento di 8 euro già in vigore nel 2025, riducendo a soli 12 euro il beneficio per gli anziani poveri.

Tempi più rapidi

All’articolo 44 della bozza c’è anche l’accelerazione delle procedure per il versamento del Tfs (Trattamento di fine servizio), la liquidazione dei dipendenti pubblici che vanno in pensione, finora pagato in grande ritardo rispetto al Tfr (Trattamento di fine rapporto) dei lavoratori privati: dal 2027 verrà erogato dopo nove mesi anziché i dodici attuali. Infine, ai fondi pensione sarà permesso di investire – con dei limiti da fissare – in settori strategici per il paese, dalle infrastrutture all’energia fino agli immobili.

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