La legge di Bilancio include varie misure che toccano famiglie e imprese: la prima casa esce dal calcolo dell’Isee, sale l’importo del bonus mamme e si estende il congedo parentale. Cambia per la terza volta la norma sugli affitti brevi, con la cedolare secca che resta al 21 per cento. Le mosse di Fratelli d’Italia per riaprire i condoni edilizi
In questa scheda aggiorneremo le novità della manovra 2026 per famiglie e imprese fino alla sua approvazione in Parlamento:
- Il governo ha cambiato idea sull’aumento della cedolare secca per chi affitta a scopi turistici: sarà del 21 per cento fino al secondo immobile affittato, che si passi o meno attraverso un intermediario.
- È stato giudicato inammissibile per assenza di coperture adeguate l’emendamento della Lega che riscriveva il piano casa, dando priorità «ai giovani, alle giovani coppie, ai separati e agli anziani».
- Lega e Forza Italia hanno presentato emendamenti per abbassare dal 26 al 12,5 per cento l’aliquota per chi decide di rivalutare l’oro da investimento in suo possesso.
- FdI ha presentato modifiche per riaprire i termini del condono edilizio del 2003 in Campania e per ridurre le sanzioni previste dal decreto Salva casa.
Una manovra «seria ed equilibrata» per la premier Giorgia Meloni, una manovra «piccola e selettiva» per i tanti scontenti. È molto divisiva la legge di Bilancio 2026, varata dal Consiglio dei ministri a metà ottobre e ora all’esame del Senato: 154 articoli in tutto che prevedono interventi per 18,4 miliardi di euro, coperti da minori spese e maggiori entrate, tra cui spiccano i 5 miliardi ottenuti con la rimodulazione del Pnrr e i 4,3 miliardi in arrivo da banche e assicurazioni.
I nodi ancora irrisolti sono stati affrontati nel vertice di maggioranza del 26 novembre – presenti Meloni, i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: tra i temi discussi la cedolare secca sugli affitti brevi, l’estensione dell’iperammortamento voluta da Confindustria e la soglia di esclusione della prima casa dall’Isee. Intanto, la tagliola dell’ammissibilità ha messo fuori gioco 105 dei 414 emendamenti “segnalati” dai gruppi in commissione Bilancio al Senato (per problemi di copertura o perché inammissibili per materia).
Nel complesso è una legge prudente e limitata, senza nulla a sostegno della crescita e nessuna riforma per favorire gli investimenti. Una manovra fatta quasi in pareggio di bilancio, con un minimo aumento del deficit, e che propone tante misure indirizzate a singoli target. Ma di preciso quali sono le norme volute dal governo? In questo articolo, che sarà aggiornato durante l’iter parlamentare, passiamo in rassegna i provvedimenti a sostegno di famiglie e imprese.
Fuori dall’Isee
Dal 2026 cambia il calcolo dell’Isee, importante parametro per selezionare i beneficiari dei bonus sociali: dall’Indicatore della situazione economica equivalente sarà esclusa la prima casa fino a un valore catastale di 91.500 euro, che in termini di mercato corrisponde a circa 300-400mila euro. Nella logica del governo è un modo per evitare che l’abitazione di residenza concorra a determinare la ricchezza delle famiglie, favorendo un numero maggiore di nuclei nell’assegnazione degli incentivi. Ovviamente con un aumento dei costi per lo Stato.
Inoltre saranno modificate le scale di equivalenza, andando a toccare i coefficienti per il calcolo delle detrazioni, con il coefficiente più favorevole che sarà applicato anche alle famiglie con un solo figlio. «Abbiamo sempre detto che la prima casa è sacra e applichiamo questo principio», ha detto il segretario di Forza Italia Antonio Tajani, in linea con un vecchio cavallo di battaglia di Silvio Berlusconi. Per il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, la misura è invece «un secchiello con cui il governo pensa di affrontare lo tsunami che colpisce milioni di italiani».
Carissima casa
È poi previsto il rinnovo di alcuni bonus casa. Il bonus ristrutturazioni resta del 50 per cento per la prima casa e del 36 per cento dalla seconda in poi (con un importo massimo detraibile di 96mila euro). Slitterà quindi al 2027 la riduzione degli sconti, con il passaggio al 36 per cento per la prima abitazione e al 30 per la seconda. È stato invece giudicato inammissibile l’emendamento della Lega che riscriveva il piano casa, dando priorità ai giovani, alle giovani coppie, ai separati e agli anziani. Il piano da 877 milioni in cinque anni è stato bocciato «per assenza di coperture adeguate».
In tema di affitti brevi, la maggioranza ha siglato un’intesa che annulla l’aumento dal 21 al 26 per cento della cedolare secca per chi affitta un immobile a scopi turistici: «Il 26 per cento potrebbe scattare solo a partire dal terzo immobile», ha detto il capogruppo azzurro al Senato, Maurizio Gasparri. Da ottobre ad oggi, la norma è stata rivista più volte, con una prima versione (osteggiata da Forza Italia e Lega) che prevedeva un aumento generalizzato al 26 per cento e un’altra versione che ne limitava la portata a chi si affida a portali telematici come Airbnb.
A far discutere è anche la sanatoria voluta da Fratelli d’Italia, che intende riaprire i termini del condono del 2003 per la Campania, regione che all’epoca non aderì. Tra gli emendamenti “segnalati” dal partito della premier c’è poi una norma che interviene sul decreto Salva casa, semplificando l’accertamento di conformità necessario per sanare le difformità edilizie. Inoltre, sul fronte delle sanzioni per le irregolarità più gravi, FdI a punta ad alleggerire il tetto massimo da 10.328 a 2.068 euro.
Per le mamme e i papà
In ottica di supporto alla natalità e all’occupazione femminile, nel 2026 salirà l’importo del bonus mamme, che dagli attuali 40 euro mensili passerà a 60 euro. A beneficiarne sono le madri con contratto di lavoro, sia a tempo determinato che indeterminato, e le lavoratrici autonome con un reddito inferiore ai 40mila euro. Per ottenerlo bisogna avere almeno due figli: il bonus è valido fino al compimento del decimo anno del più piccolo, mentre dai tre figli in su è valido fino al suo 18esimo compleanno.
Viene poi confermata l’estensione del congedo parentale facoltativo, con tre mesi di retribuzione al 30 per cento dello stipendio fino ai 14 anni del figlio, e introdotto un fondo con una dotazione di 20 milioni all’anno a favore dei genitori separati che hanno difficoltà con la casa. Lo ha annunciato lo stesso Salvini, che ha ricordato «i troppi padri divorziati costretti a dormire in macchina, alla Caritas o a tornare dai genitori».
Di carta in carta
Tra le certezze della manovra c’è il rinnovo per due anni della social card Dedicata a te, introdotta dalla legge di Bilancio 2023 e che sarà rifinanziata con 500 milioni. Al posto del bonus cultura si introduce poi una “carta valore”, per l’acquisto di libri e musica, oltre che per andare a teatro o al cinema: il beneficio, finanziato con 180 milioni, spetterà a chi ha meno di 20 anni e completerà gli studi superiori nel 2026. Di segno opposto è invece l’aumento del prezzo delle sigarette, che potrebbero costare fino a 1,50 euro in più a pacchetto nei prossimi tre anni.
Per finanziare le modifiche in manovra e far emergere parte del patrimonio non dichiarato, Lega e Forza Italia puntano anche su una “tassa sull’oro”: un’aliquota agevolata del 12,5 per cento (anziché del 26 per cento) per chi decida, entro il 30 giugno 2026, di rivalutare l’oro da investimento in suo possesso. Chi possiede lingotti, placchette o monete senza documentazione comprovante il relativo costo potrà così regolarizzare la sua posizione versando un’imposta più bassa di quella attuale.
Incentivi per le imprese
Ci sono poi le misure per le imprese. A questo proposito il governo prevede una riedizione del superammortamento, introdotto dal governo Renzi come parte di Industria 4.0: le aziende potranno ammortizzare al 180 per cento gli investimenti in innovazione e al 220 per cento le spese per la transizione ecologica. A ciò si aggiunge un credito di imposta per le imprese che si trovano nelle Zone economiche speciali. Senza troppe sorprese, vai poi segnalato l’ennesimo rinvio di plastic e sugar tax, che saranno congelate per tutto il prossimo anno.
Banche e assicurazioni
Ma come sarà finanziato il grosso della legge di Bilancio? Dei 18,4 miliardi totali, quasi 4,3 dovrebbero arrivare da una serie di tasse sugli utili di banche e assicurazioni, che negli ultimi anni hanno visto crescere a dismisura i loro profitti. Ricalcando la soluzione trovata due anni fa, sarà applicata un’imposta del 27,5 per cento sugli utili posti a riserva dagli istituti di credito: in pratica le banche, se vorranno distribuire dividendi agli azionisti, dovranno versare tale imposta anziché quella attuale del 40 per cento.
Si tratta di un intervento su base volontaria in vigore nei prossimi tre anni, con tutte le incognite del caso: in molti hanno osservato che agli istituti difficilmente converrà distribuire le riserve del 2023 e pagare le aliquote richieste. Più concreto – nonché strutturale – appare l’aumento dell’addizionale Irap, che per le grandi banche passerebbe dal 4,65 al 7,15 per cento (+2,5 punti) e per le assicurazioni dal 5,9 al 7,9 per cento (+2 punti). Non c’è alcuna garanzia, comunque, che i maggiori costi a loro carico non saranno trasferiti ai clienti.
A insistere per tassare le banche era soprattutto Salvini, per cui qualche guadagno in meno «non è un esproprio proletario». Del tutto contrario era invece Tajani, secondo cui la tassa sugli extraprofitti «è roba da Unione Sovietica». Alla fine si è raggiunto un compromesso che salva la faccia a entrambi: lo Stato dovrebbe ottenere il «doveroso contributo» auspicato dalla Lega senza tassare gli extraprofitti, come chiedeva Forza Italia.
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