Il primo atto ufficiale delle nomine del governo Meloni è arrivato oggi, con la presentazione della lista per il rinnovo dei vertici di banca Monte dei Paschi di Siena. Come previsto il governo ha deciso di confermare Luigi Lovaglio, l’amministratore che dopo aver portato in porto l’aumento di capitale, ha avviato un piano di ristrutturazione monstre con più di 4mila uscite accompagnate (e finanziate).

Se era rischioso in questo momento cambiare la casella dell’amministratore delegato, gli appetiti politici si sono concentrati sulla casella della presidenza. Il governo ha scelto Nicola Maione, attuale consigliere della banca come presidente, mettendo fine alla pratica di scegliere almeno una donna per i nomi al vertice, una prassi spesso utilizzata come una foglia di fico, ma che comunque dimostrava un’attenzione alla parità di genere. Nella lista presentata per il consiglio di amministrazione della banca, di cui il ministero del Tesoro è padrone con il 64 per cento del capitale, figurano cinque donne su dodici. 

Quota Lega

Giorgia Meloni che nelle trattive con gli alleati sta spingendo per avere qualche presidente donna, ha preferito comunque cedere ai desiderata della Lega, che in Toscana ha un bacino elettorale importante e che comanda nella città che fu della sinistra. A maggior ragione se significa poter rivendicare in trattative ben più difficili, su Enel soprattutto, di aver già concesso qualcosa a Matteo Salvini. 

Maione che è stato coautore di libri con Guido Alpa, mentore del leader del M5s Giuseppe Conte, era stato scelto come presidente dell’Enav nel 2018, in pieno governo M5s – Lega. 

L’ex presidente Patrizia Grieco si è dimessa dal ruolo 48 ore prima di essere dimessa, anche perchè era appena stata nominata nel cda di Anima Holding. E ha incassato oggi con qualche giorno di ritardo i ringraziamenti formali del ministero dell’Economia. Sul nome di Lovaglio, mai realmente messo in discussione, in mattinata era arrivata anche l’investitura esplicita del viceministro Maurizio Leo che aveva dichiarato che l’ad di Mps «ha fatto bene quindi ha la fiducia del governo». Il problema per la banca più che trovare un amministratore delegato, è trovare un compratore o più compratori. 

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