Il governo ha annunciato un piano di privatizzazioni che punta a incassare almeno 20 miliardi in tre anni. Tra le ipotesi al vaglio c’è anche la vendita di una quota di Ferrovie dello Stato. Una scelta che pare inopportuna per alcuni solidi motivi. Molto meglio puntare sull’alienazione di servizi per cui esistono mercati concorrenziali e ridotti obiettivi sociali
La manovra appena approvata in Consiglio dei ministri presenta un quadro dei conti pubblici che lascia poco spazio all’ottimismo e il governo è costretto a fare cassa per tenere a freno un debito pubblico che di fatto, secondo le previsioni dell’esecutivo, resterà stabile nei prossimi due anni. Per questo è stato annunciato un piano di vendite di attività di Stato che dovrebbe fruttare almeno 20 miliardi entro la fine del 2026. La fretta di reperire risorse non è però lo scenario più propizi



