In Gran Bretagna imposte più alte per gli stranieri, che così prendono casa in l’Italia. La decisione del governo Meloni, che ha raddoppiato la flat tax per chi proviene dall’estero, avrà effetti ridotti sul flusso di nuovi arrivi, prevedono gli esperti
Giancarlo Giorgetti, come spesso gli capita, ha pianto miseria a nome dell’Italia. La flat tax per i milionari d’oltrefrontiera? «Con i nostri problemi di bilancio non possiamo certo permetterci di rincorrere Stati dai conti pubblici ben più floridi», ha detto in sostanza il ministro dell’Economia la settimana scorsa.
Tutto finito, allora? Macché. C’è stata una stretta, è vero: il governo ha aumentato da 100 mila a 250 mila euro la flat tax per questa particolare categoria di migranti. Il giro di vite varato per decreto il 7 di agosto avrà però effetti contenuti, prevedono avvocati e fiscalisti che curano gli interessi degli stranieri con redditi a sei zeri.
Esca fiscale
Tanto per cominciare, chi ha già trasferito la residenza nel nostro Paese continuerà a pagare 100 mila euro l’anno di tasse sui redditi prodotti all’estero, tutti e di qualunque entità. La nuova imposta riveduta e corretta a 250 mila euro vale solo d’ora in poi, ma difficilmente sarà sufficiente a scoraggiare la maggior parte degli imprenditori e dei professionisti della finanza che ha scelto l’Italia come nuova casa.
Dal 2017, quando venne introdotta la flat tax, sono oltre 4 mila i ricchi stranieri che si sono infilati nel varco aperto dal governo italiano e il ritmo degli arrivi è molto aumentato negli ultimi mesi. Facile immaginare, allora, che proprio l’incremento nel numero delle richieste di residenza abbia convinto Roma a spostare vero l’alto l’asticella del prelievo. Un modo come un altro per cavalcare l’onda del mercato, nella convinzione che l’incasso per l’erario non sarebbe comunque diminuito.
Effetto Londra
Il fatto è, spiegano gli esperti, che il numero dei milionari pronti al trasloco è in continuo aumento. Il fenomeno si spiega in buona parte con la decisione del governo conservatore di Londra, che a marzo ha rivisto il regime cosiddetto dei “non dom” che consente ai residenti stranieri di non pagare imposte per 15 anni sui redditi e sui guadagni di Borsa prodotti all’estero.
In base alle nuove norme, le agevolazioni agli stranieri valgono per un solo quadriennio. La situazione è cambiata ancora dopo la vittoria elettorale dei Laburisti, che hanno preannunciato provvedimenti per colpire con tasse supplementari i trust che custodiscono i patrimoni dei milionari stranieri.
Insomma, a Londra il clima è cambiato quanto basta per convincere migliaia di ricchi a fare le valigie alla ricerca di un nuovo rifugio al riparo dalle tasse. E l’Italia, a quanto pare, è ai primi posti nella graduatoria delle mete preferite.
Meta privilegiata
Secondo una ricerca della società di consulenza Henley & partners citata dal Financial Times, il nostro Paese si trova al sesto posto in questa particolare classifica che vede al primo posto gli Emirati Arabi, cioè in pratica Dubai, seguiti dagli Stati Uniti e Singapore.
All’estremo opposto, quello degli Stati che hanno visto il maggior numero di partenze, troviamo il Regno Unito superato solo dalla Cina. Se a Londra e dintorni è stata la revisione dei privilegi ai “non dom” a innescare l’esodo, nel gigante asiatico la fuga dei milionari viene spiegata con la nuova linea politica della “prosperità comune” dettata dal presidente Xi Jinping che chiama i più ricchi a contribuire maggiormente alla crescita dell’economia.
Dubai, Singapore e gli Stati Uniti sono le destinazioni preferite di chi ha lasciato il paese del Dragone. Le partenze da Londra, segnalano le statistiche, hanno invece avuto come principale destinazione proprio l’Italia. E di certo, a determinare la scelta, hanno contribuito anche fattori diversi dalle imposte di favore, come il buon cibo, il clima e i paesaggi che i milionari possono godersi scavalcando i molti problemi, a cominciare dalla burocrazia, che normalmente affliggono i cittadini. Insomma, meglio vivere a Milano e passare i week end a Cortina, Forte dei Marmi o Portofino, piuttosto che rinchiudersi in un grattacielo di Dubai o Singapore.
Declino svizzero
Parte del successo dell’Italia si spiega anche con il declino della Svizzera come polo d’attrazione dei ricchi del pianeta. Un declino relativo, s’intende, dato che, come conferma la ricerca sulla ricchezza nel mondo appena pubblicata dalla banca Ubs, la Confederazione resta il paese nel mondo dove è più alta la concentrazione di milionari.
Negli ultimi anni, però, anche la normativa elvetica sulla tassazione degli stranieri è stata più volte messa in discussione. Negli anni scorsi in diversi cantoni si tenuti referendum per cambiare il sistema che garantiva una tassazione di favore ai nuovi residenti ad alto reddito, che possono pagare un’imposta forfait fissata che viene negoziata con le autorità fiscali. A Zurigo, per esempio, sono state introdotte norme più restrittive e periodicamente nell’opinione pubblica si riapre il dibattito sull’argomento.
Lo stesso è accaduto in altri paesi europei che nel recente passato avevano modellato le loro norme fiscali con l’obiettivo di attirare cittadini stranieri. Ha fatto marcia indietro, per esempio, il Portogallo dove si erano trasferiti migliaia di pensionati italiani che hanno approfittato di abbondanti sconti d’imposta. Almeno fino a quando, l’anno scorso, Lisbona non ha cambiato rotta, cancellando il regalo ai nuovi residenti. Cose che capitano quando i governi si accorgono che la perdita di gettito provocata dalle agevolazioni fiscali, non è compensata dai maggiori consumi alimentati dai nuovi arrivati con un’alta capacità di spesa.
Carissima Milano
E in Italia? A quanto pare al ministero dell’economia sono convinti che valga ancora la pena fare ponti d’oro agli stranieri che si portano in dote conti in banca a sei zeri e possono permettersi a un tenore di vita elevato, con acquisti di lusso, cioè gioielli, case, barche e quant’altro fa da sfondo a un’esistenza agiata. C’è però anche un’altra faccia della medaglia.
A Milano, dove è approdata la maggior parte dei ricchi in fuga da Londra, per lo più professionisti legati all’alta finanza, il mercato immobiliare ha fatto segnare un incremento dei prezzi nettamente superiore rispetto a quello delle altre grandi città italiane: il 43 per cento il cinque anni, contro l’8,8 per cento medio dei maggiori centri urbani, secondo le rilevazioni, che risalgono al 2023, del centro studi delle agenzie Tecnocasa. I milionari stranieri in cerca di un’abitazione e pronti a spendere somme elevate hanno innescato la crescita delle quotazioni immobiliari delle residenze di maggior pregio. E fatalmente questo rialzo ha trascinato anche il resto del mercato.
L’onda lunga dei rincari sembra destinata a proseguire, se è vero che l’abolizione del regime britannico dei “non dom” convincerà molti altri milionari a spostarsi verso la capitale italiana della finanza. I prezzi quindi, e anche gli affitti, rischiano di aumentare ancora. A farne le spese, come ormai succede da tempo, saranno molti milanesi che non potranno più permettersi di vivere nella loro città.
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