La giornata di mobilitazione in diverse città italiane. Il comparto chiede riapertura delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto da un anno. Schlein esprime solidarietà: «Il governo sceglie di punire chi protesta»
«Senza contratto, il Paese si blocca». È questo lo slogan che ha accompagnato la giornata di mobilitazione nazionale dei metalmeccanici, scesi in piazza oggi in diverse città italiane per chiedere la riapertura delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl), scaduto ormai da un anno.
A Bologna, Napoli, Torino, Mestre e in altre località, migliaia di lavoratori hanno incrociato le braccia per 8 ore, portando a 40 le ore totali di sciopero negli ultimi mesi, in una protesta che unisce Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil contro l’intransigenza di Federmeccanica, Assistal e Unionmeccanica-Confapi.
La protesta a Bologna
A Bologna, circa 10mila metalmeccanici provenienti da tutta l’Emilia-Romagna si sono radunati al Parco Nord per un corteo regionale organizzato dai sindacati. Tuttavia, la manifestazione ha preso una piega inattesa quando i lavoratori hanno occupato la tangenziale all’altezza dell’ingresso 7, in direzione San Lazzaro di Savena, bloccando la circolazione stradale.
La questura ha comunicato che i manifestanti saranno denunciati penalmente, richiamando il recente decreto Sicurezza, che inasprisce le pene per i blocchi stradali. «Per scongiurare situazioni di pericolo, i reparti di polizia hanno evitato respingimenti con l’uso della forza», ha precisato l’autorità. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, nel corso di un convegno a Bologna, ha espresso piena solidarietà ai metalmeccanici, criticando il governo: «Siamo di fronte a un esecutivo che, incapace di dare risposte su temi economici e sociali, sceglie di punire chi protesta. Il decreto Sicurezza dimostra la volontà di colpire chi reclama diritti». Schlein ha definito la situazione «una tecnica vecchia per distogliere l’attenzione dai problemi reali del Paese».
Contratto fermo al palo
La vertenza per il rinnovo del Ccnl, che riguarda circa 2 milioni di lavoratori e un settore chiave che produce l’8% del Pil e il 50% dell’export nazionale, è in stallo da mesi. Le trattative, iniziate il 30 maggio 2024, si sono interrotte il 12 novembre dopo che Federmeccanica e Assistal hanno presentato una controproposta giudicata «inaccettabile» dai sindacati.
La piattaforma unitaria di Fim, Fiom e Uilm chiede un aumento salariale di 280 euro lordi sui minimi contrattuali, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, misure per la stabilizzazione dei precari, maggiori tutele per la salute e la sicurezza e il rafforzamento del welfare aziendale.
Dall’altra parte, Federmeccanica propone un modello basato su sostenibilità e competitività, con aumenti dei flexible benefit fino a 400 euro e una rendita per la non autosufficienza, ma senza incrementi fissi dei salari, legandoli esclusivamente all’inflazione (Ipca nei). I sindacati considerano questa proposta un passo indietro rispetto agli accordi del 2021, accusando le controparti di voler “azzerare” le conquiste salariali e normative. “Federmeccanica non vuole discutere la nostra piattaforma, negando il diritto al rinnovo del contratto”, ha dichiarato Ferdinando Uliano, segretario generale Fim-Cisl, durante la manifestazione bolognese.
Le piazze d’Italia
A Napoli, migliaia di lavoratori hanno sfilato da piazza Mancini a piazza Matteotti, dove il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma, ha ribadito: «Le fabbriche sono vuote, le piazze piene. Vogliamo aumenti salariali, stabilizzazione dei precari e più sicurezza. La trattativa è ferma perché Federmeccanica non si presenta al tavolo».
De Palma ha sottolineato l’importanza del contratto per rilanciare l’industria e il potere d’acquisto, in un contesto in cui i salari reali italiani sono tra i pochi in calo nel G7 dal 1990. A Mestre, Rocco Palombella, leader della Uilm-Uil, ha denunciato l’atteggiamento di Federmeccanica: «È inammissibile che dopo un anno dalla scadenza del contratto non si voglia trattare. I lavoratori meritano salari dignitosi per una vita normale e per far ripartire i consumi».
Palombella ha anche espresso speranza per un cambio di rotta con l’elezione del nuovo presidente di Federmeccanica, Silvano Simone Bettini, prevista per il 10 luglio. Ad Ancona, i metalmeccanici hanno presidiato il porto, mentre altre iniziative si sono svolte in tutta Italia, da Torino a Reggio Emilia. Secondo la Fiom, la partecipazione massiccia – con picchi di adesione fino al 90% in alcune aziende – «dimostra la determinazione dei lavoratori».
I sindacati hanno annunciato che la mobilitazione non si fermerà. «Se Federmeccanica non riaprirà il negoziato, metteremo in campo azioni ancora più pesanti», ha avvertito Uliano, sottolineando le critiche interne all’associazione datoriale sulla gestione della trattativa. Le segreterie sindacali si riuniranno dopo il 10 luglio per valutare ulteriori iniziative, mentre il blocco degli straordinari e delle flessibilità continuerà.
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