Per stessa ammissione del capo del reparto antiterrorismo dei Carabinieri, il movimento anarchico costituisce oggi la maggiore minaccia eversiva in Italia. Si tratta di un fenomeno carsico che periodicamente riemerge con attacchi a bassa intensità o, talvolta, azioni molto più gravi. Infatti, secondo le relazioni dei servizi di intelligence, in particolare l’Aisi, la galassia anarchica si muove su un doppio livello, il primo di natura movimentista con partecipazione a manifestazioni di protesta, il secondo con azioni dirette di violenza e terrorismo.

L’anarchismo italiano ha una storia molto lunga e non è il caso di elencare qui le vicende dei decenni passati, pur nella loro gravità e rilevanza. Vale la pena però soffermarsi sugli ultimi anni e mesi per capire in che senso questa matrice ideologica continui a porre un problema per la sicurezza nazionale.

Il Covid come repressione

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Nel corso della pandemia, la galassia anarchica ha vissuto le restrizioni dell’emergenza sanitaria come ulteriori forme di repressione e controllo sociale. Hanno denunciato la “militarizzazione” del territorio e della sanità con l’impiego delle forze armate nella campagna vaccinale e per far rispettare la quarantena.

Non a caso il 14 marzo 2021 è stato dato fuoco al portone d’ingresso dell’Istituto superiore di sanità a Roma, rivendicato da anonimi militanti su un sito anarchico. In quel comunicato si faceva riferimento anche alle rivolte che hanno interessato varie carceri, con esiti drammatici in alcune strutture e accuse di abusi compiuti dal personale penitenziario.

In base ai dati Viminale, nel 2021 la regione più colpita da azioni anarchiche è stata il Lazio con nove episodi, seguita dalla Lombardia con sette, da Emilia-Romagna e Liguria con quattro ciascuno.

Ben 18 attacchi sono stati compiuti contro infrastrutture tecnologiche e di telecomunicazioni, quattro contro le Forze dell’ordine, tre contro le auto in car-sharing Enjoy di Eni, accusata di inquinare, due ciascuno contro la sanità e istituti di credito.

Temi anarchici

Nel corso del tempo si sono fuse diverse cause ideologiche, da quelle tradizionali contro l’oppressione dell’autorità e l’antimilitarismo, alla lotta contro le grandi opere come il Tav e le strutture di rimpatrio per i migranti.

Infatti, in più occasioni a Roma e a Genova gli attacchi si sono rivolti verso depositi e uffici di Poste italiane, società proprietaria della compagnia aerea Mistral Air, usata per i rimpatri ed espulsioni di clandestini.

Anche le campagne ecologiste e animaliste radicali hanno trovato spazio nell’ambiente anarchico. Con l’estremismo ambientalista condividono sempre di più l’interrogativo trovato sulla rivista clandestina Vetriolo in un blitz del 2021: «Colpire le persone o colpire le cose?».

È questione di tempo prima che le frange più radicali del movimento passino dalle azioni dimostrative nei musei ad atti più violenti verso esponenti di quelle istituzioni politico-industriali che ritengono responsabili del riscaldamento globale.

Il processo Panico

Nel 2019 si è concluso a Firenze il processo Panico, con condanne a otto anni degli anarchici Pierloreto Fallanca e Salvatore Vespertino per l’attentato alla libreria di CasaPound, Il Bargello, compiuto a capodanno 2018, in cui perse una mano e un occhio l’artificiere della Polizia Mario Vece.

Nel 2020 il Ros dei Carabinieri ha arrestato altri militanti del centro sociale romano Bencivenga occupato, che puntavano a sostenere i condannati di Firenze con atti di terrorismo. Uno di loro era tra i responsabili dell’attentato alla stazione dell’Arma di San Giovanni nella capitale, rivendicato nel 2017 dalla Federazione anarchica informale (Fai). Si tratta della principale sigla della galassia anarchica attiva in Italia, benché le cellule operino in autonomia e condividano solo ideologia e linea politica.

I Carabinieri sono stati vittima di un altro attentato dinamitardo nel 2016, quando un ordigno esplose sulla porta di una stazione dell’Arma a Bologna. Il reparto antiterrorismo del Ros arrestò l’anarchico francese Cedric René Michel Tatoueix, che secondo le indagini aveva preparato l’esplosivo, ma poi venne scarcerato.

Questa come altre azioni facevano parte della rappresaglia della Federazione anarchica informale per l’operazione Scripta Manent della Digos, che portò all’arresto di sette affiliati.

Bombe e gambizzazione

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Due degli episodi più gravi sono senza dubbio l’attentato al dirigente di Ansaldo Energia Roberto Adinolfi, gambizzato il 7 maggio 2012 a Genova, e la bomba del 2 giugno 2006 alla Scuola Allievi Carabinieri di Fossano. Entrambi portano la firma di Alfredo Cospito, condannato a dieci anni e otto mesi per il ferimento dell’ingegnere (insieme a Nicola Gai, nove anni).

Mentre per l’attentato di Fossano nel 2020 è stato condannato a 20 anni e la sua compagna Anna Beniamino a 16. Nel 2022 la Cassazione ha confermato la condanna per Cospito ma ha accolto la richiesta della procura generale, che chiedeva di riqualificare il reato in “strage politica” punita con l’ergastolo ostativo, e ha rinviato gli atti alla corte d’assise d’appello per un ricalcolo della pena, che però ha rinviato la decisione alla Corte costituzionale.

Alfredo Cospito, detenuto in regime carcerario del 41bis, ha iniziato uno sciopero della fame, insieme a Ivan Alocco, Anna Beniamino e Juan Sorroche, per protestare contro delle condizioni che considera ingiuste e inumane.

Il movimento ha dato il via a una campagna internazionale di solidarietà, che è culminata nell’attentato dei nuclei anarchici greci “Carlo Giuliani revenge” contro l’auto di Susanna Schlein, primo consigliere dell’ambasciata italiana ad Atene e sorella della politica Elly.

La sigla “Soccorso rosso internazionale”, erede di quella che negli anni di piombo veniva animata da Dario Fo e Franca Rame per assistere i brigatisti detenuti, ha pubblicato un comunicato di apologia degli esponenti di gruppi terroristi, dalle Br al Grapo spagnolo e la Raf tedesca, che hanno «rifiutato il tradimento, la resa e la collaborazione», venendo sottoposti a regimi di carcere duro.

Fino in Cile

In questa prospettiva, la Fai italiana è riuscita a mobilitare la galassia anarco-insurrezionalista di diversi continente, fino in Cile. Il 19 ottobre un ordigno è stato rinvenuto a Santiago davanti alla sede del Gruppo angelini, che controlla i distributori di carburante cileni, ma è stato disinnescato dagli artificieri dei Carabineros.

L’azione è stata rivendicata dalla Frazione autonoma Cristian Valdebenito, intitolata a un manifestante morto durante le proteste sociali del 2020 quando fu colpito alla testa da un lacrimogeno sparato dai Carabineros.

Il 29 novembre invece la cellula Alex Nuñez ha piazzato una bomba davanti alla sede dell’industria chimica Oxiquim della capitale, la federazione anarchica ha rivendicato il gesto in solidarietà con Alfredo Cospito detenuto in Italia.

Il giorno dopo militanti anarchici hanno manifestato davanti all’ambasciata d’Italia in Cile con striscioni e volantini per la libertà di Cospito. Sono stati identificati dai Carabineros, gemellati con l’Arma attraverso un ufficiale di collegamento, che hanno chiesto al Ros di ricevere corsi di addestramento sull’antiterrorismo e la criminalità organizzata, vista l’esperienza decennale dei Carabinieri nel settore.

La missione diplomatica italiana a Santiago, anche alla luce dell’attentato subito ad Atene, è preoccupata di possibili azioni violente degli anarchici cileni e ha chiesto al governo Boric di aumentare la sicurezza delle sedi diplomatiche, in condizione di reciprocità con quanto Roma garantisce già all’ambasciata cilena.

La Fai italiana è stata certamente galvanizzata dalla risposta internazionale e continuerà la campagna per Cospito con un mix di manifestazioni legali ed azioni violente.

Secondo i dati del ministero dell’Interno, il picco di arresti nell’area anarchica è avvenuto tra il 2018 e il 2019, con 39 estremisti detenuti, e ha rappresentato un aumento del 178 per cento rispetto all’anno precedente.

Mentre dal 2019 al 2021 sono calati con rispettivamente 15 e 7 arresti, per arrivare a 10 arresti tra l’agosto 2021 e il luglio 2022. È probabile che le ultime azioni e quelle future portino a nuove operazioni antiterrorismo, condotte dal Ros e dalla Digos, con il supporto di intelligence fornito dall’Aisi, oltre che dalla collaborazione di Europol e Interpol.

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