La tensione è salita quando gli attivisti si sono mossi su corso Regina Margherita, cercando di avvicinarsi alla sede appena sgomberata, al civico 47. Hanno incontrato il muro delle forze di polizia, che hanno azionato idranti e lanciato lacrimogeni. Secondo la questura, sono sette i poliziotti rimasti feriti
«La nostra storia non è finita con uno sgombero. Se il ministro Piantedosi pensa di aver ottenuto una vittoria con lo sgombero di Askatasuna si sbaglia di grosso. Ci troverà in ogni angolo delle città». La manifestazione contro lo sgombero del centro sociale torinese Askatasuna si è conclusa con queste parole, in corso Casale, davanti alla chiesa della Gran Madre.
Alla fine del corteo – a cui per gli organizzatori hanno partecipato 10mila persone (3mila secondo la questura) – sono state proiettate con fasci di luce sui palazzi di piazza Vittorio Veneto alcune scritte contro polizia, il sindaco Stefano Lo Russo e la premier Giorgia Meloni, chiedendo le sue dimissioni.
«Ci troveranno in ogni piazza di questo paese – hanno aggiunto – La verità è che la nostra casa ora sono le strade, i cortei e le assemblee: ogni momento di partecipazione», hanno aggiunto, definendo la loro «coraggiosa», la scelta «di non delegare a quattro politici da strapazzo le decisioni sul nostro futuro. Ed è per questo che ci fanno pagare questa scelta. Chi alza la testa fa paura. Non abbiamo paura di fare paura».
Ci sono stati scontri tra la polizia e i manifestanti. La tensione è salita quando gli attivisti si sono mossi su corso Regina Margherita, all’angolo di via Vanchiglia, nel tentativo di avvicinarsi alla sede appena sgomberata, al civico 47. Hanno incontrato il muro delle forze di polizia, che hanno azionato idranti e lanciato lacrimogeni. Secondo fonti provenienti dalla questura, sentite da Agi, sette poliziotti sarebbero rimasti feriti negli scontri da oggetti lanciati dai sostenitori del centro sociale.
All’appuntamento sono arrivate anche famiglie con bambini, del quartiere Vanchiglia dove si trova l’immobile sgomberato. Alcuni bambini tenevano in mano il cartello «Askatasuna non si tocca». Nel corso della manifestazione è stato letto il messaggio di solidarietà inviato da Zerocalcare: «Non mi immagino Torino senza Askatasuna e spero che questo non accadrà mai», ha scritto il fumettista.
I prossimi appuntamenti
«Oggi non è una data di fine ma è un inizio che proseguirà e andrà avanti». Lo ha detto prima del corteo il portavoce di Askatasuna, Stefano, che ha annunciato i prossimi appuntamenti, a partire dalla notte di capodanno, «dove saremo in strada per inaugurare un anno di lotte». A seguire, è prevista un’assemblea cittadina 17 gennaio e un corteo nazionale 31 gennaio. «Lo sguardo non è solo su Askatasuna, ma ben oltre – ha detto – L’attacco che è stato fatto non è a un centro sociale di quartiere ma al movimento in generale».
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