Non è mai un buon segnale quando il presidente del Consiglio deve scendere in campo in prima persona a difendere i “suoi”. Certo Carlo Nordio, che Giorgia Meloni ha difeso oggi, non è un fedelissimo della premier. La leader di Fratelli d’Italia aveva utilizzato lui, Marcello Pera e Giulio Tremonti durante la campagna elettorale per mostrare che il suo partito è qualcosa di più di una nostalgica adunata di reduci post fascisti. Era consapevole dei rischi: non puoi pretendere di comandare chi ha alle spalle una storia e una propria carriera. Figurati un magistrato prestato alla politica.

In fase di composizione del governo Nordio è servito a Meloni per contenere gli “appetiti” dei suoi alleati. Matteo Salvini avrebbe di certo gradito che al ministero della Giustizia sedesse Giulia Bongiorno, senatrice della Lega, già ministra della Pubblica amministrazione nel governo gialloverde, avvocata e, soprattutto, difensore del leader leghista nel processo Open Arms. Silvio Berlusconi, che ha una vera ossessione per il tema della giustizia, avrebbe voluto piazzarci uno qualsiasi dei suoi fedelissimi, su tutti l’avvocato-senatore Francesco Paolo Sisto, che poi è stato scelto come viceministro della Giustizia.

Alla fine Meloni ha deciso di puntare sul tecnico Nordio nella speranza che questo bastasse a evitare polemiche e lotte intestine alla maggioranza. Così non è stato.

Fuoco amico

L’ultima settimana, quella in cui il ministro della Giustizia ha dovuto esporsi per la prima volta pubblicamente, è stata un disastro. A pochi giorni dall’arresto del boss Matteo Messina Denaro, Nordio si è presentato in parlamento per le sue «comunicazioni sull’amministrazione della giustizia». E tra battute sulle intercettazioni che lui vorrebbe limitare («i mafiosi non parlano al telefono») e attacchi ai pm antimafia («è normale che ci siano colleghi che avendo sempre fatto i pm antimafia abbiano una visione estremamente severa di questi problemi. Ma l’Italia non è fatta di pm e questo parlamento non deve essere supino e acquiescente a quelle che sono le posizioni dei pm») ha scatenato più di una polemica.

I primi a criticarlo sono stati, per l’appunto, Bongiorno («Guai a cancellare le intercettazioni. L’apporto fornito nella cattura di Messina Denaro, per esempio, è indiscutibile», ha detto intervistata da Repubblica) ma anche il “compagno” di partito, sottosegretario di Nordio e responsabile Giustizia di FdI, Nicola Delmastro, che al Corriere ha detto: «Non depriveremo mai i magistrati del maggiore strumento di ricerca della prova nel contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie».

Insomma, più d’uno si è spinto fino a dire che la stessa Meloni non fosse affatto felice delle uscite del suo ministro. Soprattutto perché non c’era certo bisogno di aprire uno scontro con la magistratura nei giorni in cui i magistrati e le forze dell’ordine venivano celebrati per l’arresto di Messina Denaro. C’è anche chi ha avanzato l’ipotesi di dimissioni imminenti del Guardasigilli. Ma il diretto interessato ha smentito.

Faccia a faccia 

Forse fiutando un’occasione per mettere in difficoltà la premier, Salvini ha consegnato ai giornalisti parole di grande armonia verso i magistrati: «Così come al ministero sto lavorando per rasserenare, creare rapporti e risolvere problemi spero che sia finito il tempo del contrasto tra politica e magistratura. C’è bisogno di dialogo, serenità, e tranquillità. La politica deve evitare lo scontro con la magistratura e viceversa». E ancora: «Il ministro Nordio pone l’accento su alcuni abusi ma l’importante è che non ci siano polemiche con l’intera magistratura che ha a lavoro persone perbene che sono in tribunale non per fare politica o per intercettare a casaccio. Importante è individuare e sanzionare gli abusi senza nuovi scontri tra pezzi dello stato. È importante abbassare i toni».

A questo punto la premier intuendo che il vero obiettivo, in fondo, era lei, ha deciso di intervenire. «Dopo le notizie infondate circa le presunte divisioni tra il presidente del Consiglio e il ministro Giorgetti - si legge in una nota della presidenza del Consiglio diffusa oggi – tra il presidente del Consiglio e il ministro Piantedosi, oggi è la volta del ministro Nordio. Spiace deludere, ma il clima nel Consiglio dei ministri è ottimo e tutti i ministri lavorano in piena sinergia con palazzo Chigi. Nello specifico, il presidente Meloni ribadisce la sua piena fiducia nel Guardasigilli, che ha fortemente voluto a via Arenula e con il quale mantiene contatti quotidiani. In questo quadro, il presidente Meloni e il ministro Nordio si incontreranno in settimana per definire il cronoprogramma delle iniziative necessarie a migliorare lo stato della giustizia italiana. Il governo è determinato, infatti, a portare avanti e ad attuare il programma di coalizione votato dai cittadini per dare all’Italia una giustizia giusta, veloce e vicina a cittadini e imprese».

 

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