Mercoledì 5 novembre al Senato sarà presentata in una conferenza stampa la proposta di legge istitutiva di una commissione d’inchiesta per le morti dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci nella Repubblica Democratica del Congo; e del cooperante Mario Paciolla in Colombia. L’evento è stato promosso dalle famiglie delle vittime e da una serie di parlamentari firmatari della proposta, il primo dei quali è stato il Senatore Marco Lombardo (Azione).

A marzo scorso era stata lanciata l'idea di una commissione di inchiesta sul caso degli omicidi di Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci che fosse in grado di indagare più a fondo e soprattutto portare risultati maggiori di quelli raggiunti dalla procura di Roma, dove il procedimento si è chiuso con un non luogo a procedere per l’impossibilità di indagare sui dirigenti del Programma alimentare mondiale Rocco Leone e Mansour Rwagaza, che hanno invocato l’immunità diplomatica. L’indagine della procura militare di Kinshasa aveva condotto alla condanna all’ergastolo di sei presunti esecutori dell’agguato al temine di un processo pieno di lacune.

A margine di un incontro bipartisan organizzato al Pirellone di Milano dal consigliere del Pd Pierfrancesco Majorino per chiedere «verità e giustizia», fu avanzata la proposta di questo strumento efficace perché ha il medesimo potere investigativo della magistratura, può avere accesso ad atti anche segreti e, soprattutto, può bypassare la questione dell’immunità.

Il progetto raccolse l’immediato consenso trasversale da parte delle forze politiche presenti alla conferenza e poi fu tradotto in disegno di legge dall’onorevole Maria Chiara Gadda (Italia Viva) e altri firmatari e presentato alla Camera il 26 marzo scorso.

Più di recente, invece, il senatore Lombardo si è fatto promotore di un’iniziativa più ampia di commissione parlamentare, che includesse anche il caso di Mario Paciolla, il cooperante in servizio per l’Onu, morto in circostanze avvolte in misteri mai chiariti, il cui processo è stato incredibilmente archiviato con una sentenza secondo cui la morte sarebbe avvenuta per suicidio a fine giugno scorso.

Il 5 novembre, quindi, si potrebbe aprire una nuova fase e innescare un percorso che porti a maggiori verità e giustizia per i casi di tre nostri concittadini sui quali gravano pesanti perplessità e per i quali lo stato italiano non sembra aver giocato un ruolo propositivo.

Per quanto riguarda il processo contro il Pam per gli omicidi di Attanasio e Iacovacci, infatti, non si è mai costituito parte civile; mentre per il caso Paciolla, ha accettato la tesi del suicidio, quando molte delle prove raccolte portano a pensare in modo chiaro all’omicidio. In entrambi i casi, lamentano i famigliari, lo stato si è mostrato debole quando si è trattato di interloquire con l’Onu e alzare la voce contro immunità e depistaggi.

Le aspettative, ovviamente, sono alte. Si attende un appoggio trasversale all’iniziativa e la firma di tutte le forze politiche al progetto, perche si inneschi al più presto un percorso che più efficacemente possa far luce su vicende che altrimenti rischiano l’oblio.

«Siamo fiduciosi che l’iniziativa al Senato – ha detto a Domani Salvatore Attanasio, padre di Luca – trovi il consenso di tutte le forze politiche affinché si possa istituire la Commissione d’inchiesta. La Commissione con i suoi poteri potrà sciogliere quei nodi ancora ostici sull’accaduto e svelare misteri che ancora oggi, a distanza di quasi cinque anni, avvolgono queste tragiche vicende. Sono stati assassinati due servitori dello Stato di cui Luca era il suo rappresentante. Il nostro ambasciatore ha rappresentato l’Italia con orgoglio, coraggio e dignità, è un dovere del Parlamento adoperarsi per la ricerca della verità. Solo così onoreranno i nostri caduti».

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