Istituire una commissione parlamentare di inchiesta per accertare la verità sull’uccisione dell’ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere di scorta Vittorio Iacovacci e dell’autista Mustapha Milambo.

L'idea era stata lanciata a margine dell’incontro bipartisan organizzato al Pirellone di Milano dal consigliere del Partito democratico Pierfrancesco Majorino per chiedere «verità e giustizia» sul caso del triplice omicidio, lo scorso 19 marzo e aveva raccolto immediatamente consensi da parte delle forze politiche locali e nazionali presenti alla conferenza o collegate. Oggi, parte una iniziativa per chiedere che la commissione da progetto si trasformi in realtà.

A oltre quattro anni e mezzo dal tragico evento, di verità, infatti, ne è emersa ben poca. La sentenza di non luogo a procedere del Gup di Roma del febbraio 2024 nel processo che vedeva indagati per omicidio colposo i due funzionari Onu Rocco Leone - all’epoca dei fatti direttore ad interim del Pam Congo (Programma alimentare mondiale) - e Mansour Rwagaza – responsabile della sicurezza – e le condanne all’ergastolo comminate nell’aprile del 2023 dalla giustizia congolese ai presunti esecutori della strage, hanno lasciato chi segue il caso sospeso tra stupore e perplessità.

Il gup non ha potuto procedere, infatti, contro Leone e Rwagaza – sebbene siano state accertate conclamate gravi omissioni nell’organizzazione del viaggio in cui il nostro diplomatico è stato ucciso – a causa della richiesta avanzata dall'Onu (di cui il Pam fa parte, ndr) di rispettare il principio di immunità diplomatica a cui il nostro stato, dopo aver deciso di non costituirsi parte civile, non si è opposto.

Sulla sentenza di Kinshasa, invece, pesano enormi incongruenze processuali che fanno pensare ai cinque condannati come perfetti capri espiatori. Buio pesto, poi, su mandanti e movente della carneficina del 22 febbraio 2021.

Lo strumento dell’inchiesta parlamentare, quindi, si ritiene oltre che necessario, urgente. Può avere una grande efficacia perché ha il medesimo potere investigativo della magistratura avendo accesso ad atti anche segreti e, soprattutto, può bypassare la questione dell’immunità.

La commissione parlamentare d’inchiesta

Per questo nella mattinata di lunedì 14 luglio, le Associazioni Amici di Luca Attanasio, Vittorio Iacovacci, Prospettiva 2023 e la Rete Limbiate hanno lanciato un appello ai parlamentari perché «rompano gli indugi e dotino il nostro paese di una commissione d’inchiesta parlamentare, uno strumento d’indagine capace di accertare i fatti, verificare i numerosi atti, ascoltare tutti i soggetti che possano dare un significativo contributo all’accertamento della verità».

«Sono trascorsi quasi cinque anni dalla tragedia che ha sconvolto l’Italia intera in quel febbraio del 2021 – ha dichiarato a Domani Salvatore Attanasio, padre di Luca –. Da allora numerosi appelli sono stati rivolti a quelle Istituzioni che a parole cercano la verità ma nei fatti poco o nulla hanno realizzato. Crediamo che un appello rivolto all’arco parlamentare faccia scattare nella coscienza di ciascuno quell’orgoglio nazionale affinché tutti lavorino per la ricerca della verità. Chiediamo la costituzione di una commissione d’inchiesta perché i suoi poteri sono tali da stimolare ad agire chi di dovere».

«Desidero innanzitutto sottolineare con soddisfazione – gli fa eco Dario Iacovacci, fratello di Vittorio, sentito da Domani – che numerose associazioni e soggetti privati hanno scelto di affiancarci in questa battaglia. Abbiamo deciso di proporre una commissione parlamentare poiché il processo svoltosi a Roma è stato a mio parere un processo di facciata, non per giungere a un verdetto. Per questo abbiamo scelto di intraprendere altre strade, tra cui quella della commissione parlamentare, considerato che avrebbe poteri simili a quelli delle autorità giudiziarie».

Per le associazioni che lanciano l’appello l’omicidio di un ambasciatore e della sua scorta non può essere derubricato ad un fatto di cronaca nera, è un attacco allo stato che non può ignorare l’episodio e che deve reagire con dignità. «È un’offesa all’Italia – conclude Attanasio – che non può essere ignorata da chi ha il dovere di difendere la dignità del nostro paese, far finta che non sia successo nulla o peggio insabbiare, non rende onore ai nostri caduti».

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