Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Dopo la serie sull’omicidio di Mario Francese, quella sul patto tra Cosa Nostra e i colletti bianchi e quella sulla seconda guerra di mafia, si passa adesso al racconto dei Casamonica.

Roma, 20 agosto 2015. La strada davanti alla chiesa Don Bosco nel quartiere Tuscolano è invasa da una folla. C’è una carrozza nera con intarsi dorati, è trainata da sei cavalli neri. C’è una Rolls-Royce che procede lentamente. C’è un elicottero che sfiora i tetti dei palazzi. Sono funerali, funerali eccellenti. Sui muri della chiesa campeggiano foto e striscioni. Una scritta racconta tutto: «Hai conquistato Roma. Ora conquisterai il Paradiso».

E sulle note della colonna sonora del Padrino il suo popolo dà l’estremo saluto al re: Vittorio Casamonica. È così che l’Italia conosce per la prima volta l’esistenza di quella potente tribù che detta legge a Roma e che nessuno fino a quel momento ha mai sfiorato.

La notizia fa il giro del mondo e la capitale sembra, finalmente, svegliarsi dal suo torpore. I Casamonica e i loro parenti – gli Spada di Ostia, i Di Silvio della provincia di Latina – hanno messo radici in città e in provincia da un bel po’ di tempo ma nessuno si è mai accorto di loro o, più probabilmente, tutti se ne sono accorti e li hanno lasciati fare. Anno dopo anno sono diventati sempre più ricchi e sempre più potenti, nell’indifferenza e nel silenzio.

Il clan sinti, proveniente dall’Abruzzo e cresciuto a Roma all’ombra di altre organizzazioni come camorra e ‘ndrangheta, si è trasformato lentamente e inesorabilmente in un laboratorio criminale. Stretti i rapporti con la banda della Magliana (che per i giudici della Cassazione non è mai stata mafia), numerosi i patti con faccendieri di ogni specie, asfissiante il controllo del territorio dal Tuscolano alla Romanina. I Casamonica sono l’espressione del cosiddetto “mondo di sotto”, quello del traffico di stupefacenti e dell’usura, delle minacce e della violenza fisica. Solo negli ultimi anni sono stati aggrediti dai reparti speciali investigativi e dalla procura antimafia: troppo sfrontati, troppo prepotenti, troppo mafiosi. E sono arrivate anche per loro le prime condanne per 416 bis. Naturalmente una mafiosità negata: «Siamo solo zingari, zingaracci». A loro, il Blog Mafie dedica questa nuova serie pubblicando ampi stralci del libro scritto per la Utet Editore dal giornalista di Domani Nello Trocchia. Il titolo è: “I Casamonica. Viaggio nel mondo parallelo del clan che ha conquistato Roma”.

Testi, nomi e processi sono riportati nella serie del blog Mafie così come presentati nel libro, aggiornati dunque al 2019.

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