Nei mesi scorsi, davanti alla sua casa a Pomezia, sono stati rinvenuti dei bossoli di tipo p38. Adesso gli investigatori di Roma stanno cercando di mettere insieme i pezzi: i due episodi sono collegati? Il conduttore di Report sentito dai carabinieri e dai pm capitolini. Potenziata la scorta. Riunione straordinaria del cdr Approfondimento in Rai
Un ordigno che avrebbe potuto uccidere. Un ordigno che suona come un avvertimento. E non è il primo ricevuto da Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore di Report, il programma di giornalismo d’inchiesta in onda sul terzo canale della Rai.
Nei mesi scorsi infatti davanti alla sua casa di Pomezia sono stati rinvenuti dei bossoli di tipo p38. Un fatto denunciato e dopo il quale era stato aperto un fascicolo dalla procura di piazzale Clodio. Adesso gli investigatori – il nuovo fascicolo contro ignoti è in mano alla Dda capitolina – stanno cercando di mettere insieme i pezzi: quei bossoli e la bomba di stanotte, che ha sventrato due auto e danneggiato un’abitazione, sono collegati? O, al contrario, da ritenere due episodi distinti e tra loro differenti?
Mentre si cerca di rispondere a queste domande, focus dei pm anche sui temi delle puntate di Report, che sarebbe ripartito il prossimo 26 ottobre. Indiscrezioni parlano anche di inchieste relative alla criminalità organizzata e all’estrema destra. Temi comunque affrontati in passato dalla trasmissione. Al momento nessuna pista è esclusa, e si è alla ricerca di telecamere che abbiano potuto riprendere l’accaduto. Si cerca di comprendere che tipo di esplosivo è stato utilizzato. Ciò che trapela è che quella contro Ranucci, arrivato in procura alle 15 di questo pomeriggio per essere sentito dai pubblici ministeri tra cui il procuratore capo Francesco Lo Voi e il pm della Dda Carlo Villani, fosse una bomba carta con miccia.
A Domani proprio il procuratore capo di Roma Lo Voi dichiara: «Un atto gravissimo su cui indagheremo a fondo e con grande impegno insieme alle forze dell’ordine e spero che si tratti di un episodio isolato che non ci faccia tornare ai tempi bui dell’attacco ai rappresentanti della stampa».
Dalle 16 di questo pomeriggio sit-in davanti alla sede Rai di via Teulada. Inoltre, in base a quanto si apprende, il giornalista è stato sentito dai carabinieri della compagnia Trionfale di Roma, subito dopo aver presentato denuncia. «Ho ricostruito con i carabinieri quanto è successo. C'è una lista infinita di minacce, di varia natura, che ho ricevuto e di cui ho sempre informato l'autorità giudiziaria e di cui i ragazzi della mia scorta hanno sempre fatto rapporto. Io comunque mi sento tranquillo nel senso che lo stato e le istituzioni mi sono sempre state vicine in questi mesi. Quello di stanotte è stato un salto di qualità preoccupante perché proprio davanti casa, dove l'anno scorso erano stati trovati dei proiettili», ha dichiarato Ranucci all’uscita della caserma.
Già sotto scorta dal 2021, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato la volontà di rafforzare le misure di protezione nei confronti del conduttore di Report. «Piena solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia – ha detto il capo del Viminale – per il grave attentato di cui è stato vittima. Un gesto vigliacco e gravissimo che rappresenta un attacco non solo alla persona, ma alla libertà di stampa e ai valori fondamentali della nostra democrazia. Ci sarà il massimo impegno delle forze di polizia per accertare rapidamente gli autori. Ho dato mandato di rafforzare al massimo ogni misura a sua protezione». Oltre ai carabinieri, indagano gli uomini della Digos capitolina. Una riunione straordinaria del cdr approfondimento è stata convocata, alla presenza dei sindacati, in Rai.
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