Un appello sottoscritto da decine di sigle chiede di cancellare l’iniziativa prevista in porto il 10 e 11 maggio: «Non possiamo accettare che si faccia becera propaganda sulla testa delle bambine, dei bambini e dei loro genitori, preoccupati per un bene essenziale come la salute»
Controlli sanitari gratuiti per bambini, in una nave da guerra. È quanto previsto il 10 e 11 maggio prossimi per l’operazione “Joint Stars”, un’esercitazione militare che comprende una serie di attività che andranno in scena nel porto di Cagliari.
All’interno della nave della Marina Militare Italiana “Trieste”, costata ai contribuenti italiani un miliardo e duecento milioni di euro, sabato e domenica prossimi sarà proposto uno screening pediatrico gratuito, dalle ore 9 alle 18. In una portaerei. Le scuole sarde sono state sollecitate a pubblicizzare l’iniziativa, promossa dal Ministero della Difesa, con l’immagine della nave da guerra diffusa sui siti internet istituzionali e uno slogan che, se si pensa ai bambini che muiono ogni giorno nelle guerre combattute nel mondo, lascia sgomenti: “Un gesto meraviglioso come il sorriso di un bambino”.
Nelle stesse giornate sarà inoltre distribuita pastasciutta da parte dei cuochi militari e piantine dall’ente regionale Forestas, ci saranno spettacoli all’interno dell’ospedale Brotzu: tutto per pubblicizzare un’esercitazione militare, in un contesto di riarmo europeo.
Tra i partner dell’iniziativa c’è RWM Italia, una controllata del gruppo Rheinmetall, azienda tedesca di armi da fuoco, che ha rilevato un ex deposito sardo per esplosivi minerari trasformandolo in una fabbrica di armamenti nei comuni di Domusnovas e Iglesias, inducendo gli attivisti locali a iniziare una lunga battaglia per riconvertirla in altro. All’appello del comitato a boicottare l’iniziativa hanno già aderito, in poche ore, un’ottantina di associazioni, tra cui Anpi e Cgil locali, oltre che molte altre realtà culturali e ambientaliste sarde. Cinzia Guaita, docente nelle scuole superiori, referente del Comitato Riconversione RWM, nota soddisfatta: «Un riscontro così veloce ci dimostra che c’è una coscienza che cresce. Ci stanno già chiedendo di organizzare iniziative di riflessione, convegni. Stiamo decidendo quando incontrarci fisicamente con chi ha aderito. La Sardegna è sveglia, ma non solo la Sardegna: da amici di Bari ho ricevuto immagini con bambini sui carri armati».
«È un tema forte», sottolinea l’insegnante, «che contiene un paradosso: da un lato si riconosce il valore dell’educazione, che sembrava perso, sebbene si punti sempre più ad addestrare alla tecnologia piuttosto che alla pedagogia, ma, dall’altro, si riscopre questo valore per educare alla guerra». «Sono stupita – conclude amareggiata Guaita – per come si stanno trattando i bambini nel mondo, dal Sud Sudan a Gaza fino all’Italia. In alcuni stati li si ammazza, in altri li si educa ad ammazzare. Così distruggiamo un patrimonio di competenze pedagogiche, accanendoci contro i bambini».
L’appello del comitato di cui fa parte la professoressa sarda era rivolto anche al Comune di Cagliari e alla Regione Sardegna. La giunta di centrosinistra che governa il capoluogo ha risposto nel giro di ventiquattrore, dissociandosi con una nota: «Riteniamo assolutamente necessario, in modo particolare in questo delicato momento storico – scrivono il gruppo consiliare del Partito Democratico con quelli di AVS Alleanza Verdi di Sinistra, Cinque Stelle, Progressisti, Sinistra Futura – favorire iniziative che siano autenticamente destinate alla pace, alla salute e al benessere di cittadini e cittadine, evitando qualsiasi commistione con iniziative di tipo militare».
«Non possiamo accettare – si legge nell’appello – che si faccia becera propaganda sulla testa delle bambine, dei bambini e dei loro genitori, quelli che preoccupati per un bene essenziale come la salute potrebbero accorrere in massa nella pancia d’acciaio della portaerei per usufruire proprio dello screening pediatrico, un tempo svolto regolarmente nelle scuole elementari e negli appositi dispensari (da anni chiusi e abbandonati) ed ora servito dai militari all’interno di un’operazione occasionale dai chiari intenti pubblicitari».
Il centrosinistra cagliaritano riconosce che «la “Joint Stars 2025” prevedrebbe anche una serie di iniziative tra cui screening sanitari gratuiti per i bambini, l’acquisto di due posti letto per il reparto di terapia intensiva pediatrica dell’ARNAS “G. Brotzu” di Cagliari nonché iniziative sportive», ma «il tutto sembrerebbe finanziato oltre che dal Ministero della Difesa, anche da società normalmente dedite alla produzione di armi, purtroppo utilizzate nei conflitti attualmente in essere nel nostro pianeta». Pertanto, concludono, «seppure i patrocini istituzionali si possano ricondurre alle specifiche iniziative citate, ribadiamo il nostro impegno a costruire iniziative alternative che promuovano la pace e ci dissociamo, quindi, da occasioni che rischiano di mascherare una propaganda bellicista».
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